Raven - Kelela

A sei anni dal suo precedente album, torna una delle figure più affascinanti della scena R'n'B, Kelela, anche se classificarla in un genere sarebbe limitante. Arrivato a un'età in cui il ritmo non è più l'unico criterio tra noia e piacevolezza, mi avvicino a "Raven" con la consapevolezza di intraprendere un viaggio verso i confini della notte, in un futuro imprecisato ma molto vicino a noi. So che questo richiede concentrazione anziché distrazioni, ma a prova fatta, "Raven" non è affatto un ostacolo insormontabile.

Iniziamo dalla voce: quella di Kelela è una delle più calde nel panorama dell'R'n'B, senza l'eccessivo utilizzo di autotune. Lo usa in modo equilibrato, creando pattern musicali con sovrapposizioni vocali all'interno delle tracce. Kelela osa ciò che altre evitano per paura di perdere il loro posto nel mainstream, e in effetti, in "Raven," non troverete brani pop facili. L'album, che dura un'ora e un quarto, ci guida attraverso sonorità ambient, dance elettronica, drum'n'bass del XXI secolo, nu-jazz, mantenendo un approccio minimale ma sperimentale. I brani si collegano in un flusso sonoro continuo, con una scrittura articolata e poliedrica che resta armoniosa.

E poi ci sono le parole: "Raven" esplora il tema dell'isolamento, della solitudine e della ricerca di intimità con gli altri, insieme al modo in cui il nostro corpo può essere una prigione e una liberazione allo stesso tempo. Kelela utilizza testi meditativi per condividere la sua malinconia e le sue riflessioni.

In conclusione, sconsiglio "Raven" a chi vive nella frenesia, ma se siete disposti a provare, vi troverete di fronte a uno dei migliori album usciti nel 2023.

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