Lo vedi in copertina con un pennello in mano, nell'atto di imprimere del colore su di una tela, ma non è un pittore nel senso letterale del termine. Possiamo però intenderlo tale in un altro modo, se sostituiamo al pennello la sua voce ed al posto della tela abbiamo un disco, vinile, cd od mp3. Si, l'ascolto del nuovo album del cantante afroamericano Gregory Porter mi ha dato questa sensazione/emozione, "Be Good" il titolo, è infatti uno di quei dischi che ti arrivano in casa quando meno te lo aspetti, diventano da subito necessari e ti riconciliano con il canto, in questo caso con il "bel" canto. Bel canto che noi italiani sappiamo riconoscere di primo acchito, non importa che sia impaludato in teatri lirici però, basta anche un locale buio con tre sedie e due tavolini perché il miracolo di ascoltare una bella voce si compia. Gregory Porter è la voce che ci riporta alla miglior tradizione dei crooner neri, Lou Rawls e Nat King Cole in primis, ed ogni altra parola è superflua per descriverlo, va ascoltato e basta. Se poi ci mettiamo il carico da novanta di un disco che fila via liscio dalla prima all'ultima canzone, direi che per oggi può bastare così.
P.S. Porter è presente come voce solista nel brano che apre il nuovo album di Nicola Conte, "Love and Revolution".