Smargiassi, grezzi, fuori di testa e massicci. Questi, in poche parole, erano gli Ohio Players. Qualcuno forse se li ricorderà grazie al loro hit che trovò un buon riscontro anche qui da noi, quel "Love Rollecoaster" coverizzato in maniera sciapa dai Red Hot Chili Peppers, ma se ci soffermiamo solo su quel brano conosceremo soltanto un quarto della forza della band di Dayton, Ohio. Un gruppo grezzo e compatto, dicevamo, capace però di passare, grazie ai loro stupefacenti arrangiamenti, dal blues al funk più duro e puro fino a morbidezze inaspettate, come ad esempio possiamo ascoltare nell'album "Honey" del 1975. Prima di approdare sulla riva del funk gli Ohio Players erano un buon gruppo che si dilettava nel fare del black-rock anonimo, l'approdo alla Mercury Records però dette loro la spinta e la convinzione nel cambiare marcia e diventare in pochi anni un gruppo che sbaragliò letteralmente la concorrenza. La band era capitanata dal chitarrista e vocalist Leroy "Sugarfoot" Bonner, coadiuvato dalla massiccia sezione ritmica formata dal batterista James "Diamond" Williams e dal bassista Marshall Jones, la bollente sezione dei fiati vedeva Clarence "Satch" Satchell al sax ed i trombettisti Ralph "Per Wee" Middlebrooks e Marvin Pierce. Fu però l'ingresso pre-"Honey" del tastierista Billy Beck con il suo sintetizzatore ARP, a mettere a fuoco e far quadrare la musica della band, facendole spiccare letteralmente il volo. L'album "Honey", oltre ad essere un capolavoro immortale della musica black e non solo, sarà ricordato anche per le vicissitudini riguardanti la copertina, che allora fece molto scalpore. Per rimarcare una volta di più la loro immagine di erotomani impenitenti, i Players ingaggiarono una playmate panamense, tale Esther Stobba, per realizzare la copertina del disco; in pratica, la modella apparve come mamma l'aveva fatta: sul lato esterno la ragazza era ritratta nuda nell'atto di versarsi avidamente in gola del miele, sul lato interno, sempre nella sua interezza e sempre nuda, con il miele versato addosso. Ma per una volta il valore della musica all'interno della copertina batteva e di gran lunga tutto il contorno, tanto da far diventare gli Ohio Players una delle band più influenti degli States.
Oggi quindi sotto con "Fopp", brano ripreso anche dai Soundgarden nel 1988 (lasciate perdere questa versione però) e con un repentino cambio di ritmo, la lussuriosa "Sweet Sticky Thing".
Una curiosità: il sindaco di Dayton dichiarò il 16 Maggio del 1976 "Ohio Players Day" e consegnò ai musicisti le chiavi della città.
Grandissimi in tutta la loro carriera, sin dai tempi della Westbound. E poi... che copertine sexy, quasi tutte! Classic Old School! Great Harmo.
RispondiEliminaStrano che mi fossero sfuggiti, cmq poco male visto che adesso grazie a te li ho recuperati.
RispondiEliminaIo mi ricordavo Fire.
RispondiEliminaFire fu ripresa da Sly & Robbie nei '90.
RispondiEliminaCopertina estremamente raffinata e di buon gusto.
RispondiEliminaGrandi must le copertine. Un pezzo che mi piace di loro è "Angel" nell'ultimo loro album discreto.
RispondiEliminaLe band crossover-grunge nate in Usa alla fine anni '80 han sempre avuto la mania delle cover di brani funk dei '70. Tolta qualcuna degli Afghan Whigs, di solito tutti esperimenti da dimenticare.
RispondiEliminasi grandi!!!
RispondiElimina@tarkus
RispondiEliminadei grandi, veramente
@euterpe
mai perdere la fede ;o)
@beppekin
bella anche quella, non ricordo la cover, mannaggia..
@allelimo
la musica è quel che conta, ma anche sulla copertina non ci sputo sopra.
@popsylon
vero, alla faccia di ogni moralismo.
@alexdoc
si, ad ognuno il suo, ci provarono, ma con miserrimi risultati.
@ernest
unici !!
Adoro il miele, ora capisco il perchè... pure io non ci sputerei sopra la copertina, al limite la leccherei ;)
RispondiElimina@alligatore
RispondiEliminaeh beh, perché no.. ;o)