venerdì 3 gennaio 2025

Mellow Soul Drops

Anche nel 2024, come negli anni precedenti, le uscite discografiche sono state innumerevoli, sia in formato fisico che in streaming. Tenere il passo con tutte queste novità è ormai quasi impossibile, persino per chi dedica gran parte della giornata all’ascolto di musica. Il mellow soul, poi, è una sottocategoria della musica soul che continua a perdere seguaci, pur mantenendo uno zoccolo duro di appassionati. In questo post ho raccolto alcune uscite dell’anno appena trascorso che, a mio parere, meritano una chance.


October Nights - October London (2024, Death Row Records)

Jared Samuel Erskine, meglio noto come October London, è un cantautore soul e R&B nato a South Bend, Indiana, nel 1986. È una delle figure di punta della label Death Row, di proprietà del rapper Snoop Dogg. Forse non è ancora molto conosciuto in Italia, ma con 1,1 milioni di ascolti giornalieri su Spotify, October London è senza dubbio un peso massimo del soul contemporaneo.

October Nights segue l’album che lo ha rivelato al grande pubblico, The Rebirth of Marvin, in cui il suo talento spiccava già con forza. In alcune tracce sembra davvero di riascoltare la voce di Marvin Gaye, specialmente nei brani eseguiti in falsetto. Lo stile di October London è profondamente radicato in quel mondo, ma attenzione: non è una semplice imitazione. Il suo nuovo lavoro è un concentrato di eleganza, un soul morbido ma mai sdolcinato, che guarda agli anni ’70 per ispirazione, rielaborandoli in chiave attuale. Con un groove che si fa sentire, October London riesce a infondere nuova linfa vitale in una scena R&B spesso stagnante, dimostrando di essere uno dei motivi validi per continuare a seguirla.

Lo stesso October London cita tra le sue influenze non solo Marvin Gaye, ma anche Frankie Beverly dei Maze, Maxwell, Luther Vandross e gli Isley Brothers. Il nuovo album, realizzato in appena una settimana, è uno dei migliori ascolti soul che il 2024 abbia offerto. Nel disco hanno collaborato insieme a London, Snoop Dog, Ledisi, Tyrese e Boney James. October London dà pieno significato al termine “crooner soul”, e vi consiglio vivamente di scoprirlo.

Dreamsoul Ballads - Devin Morrison (2024, Dreamsoul)


Devin Morrison, un altro crooner soul e uno dei miei beniamini, si muove in un ambito spesso trascurato dagli appassionati, specialmente da quelli devoti al retro-soul classico. Parliamo del soul anni ’80, un periodo che potrebbe anch’esso fregiarsi del titolo di “retro,” ma che, purtroppo, viene ricordato meno di quanto meriterebbe. Morrison, invece, ne è un paladino, e nei suoi lavori siamo avvolti in una coperta di raffinatezza ed eleganza che ci riporta indietro di quarant’anni.

Dal 2022 al 2024, Morrison ha pubblicato una serie di lavori strumentali intitolati Dream Lobby, ben dodici volumi usciti esclusivamente in formato digitale. Dreamsoul Ballads rappresenta una selezione dei brani più belli di quelle session, arricchiti dal suo cantato. Morrison ha fatto tutto da solo: synth, drum machine e persino un sax che, di tanto in tanto, fa capolino, aggiungendo ulteriore profondità ai pezzi.

Che dire? Anche il soul più “sintetico,” se sviluppato con questa cura, può toccare le stesse corde emotive del soul più tradizionale. Morrison dimostra che l’eleganza non ha limiti temporali o stilistici: basta saperla interpretare. Se amate il soul raffinato, sofisticato e con una chiara impronta anni ’80, non potete ignorare il lavoro di Devin Morrison.



Eleventh Hour - Lynda Dawn (2024, First Dawn Records)

La cantautrice inglese Lynda Down arriva al suo secondo album, o, vista la durata di soli ventitré minuti, forse sarebbe più corretto definirlo un EP. Anche in questo lavoro ci troviamo di fronte a un soul rétro, ma, come già nel precedente, non in direzione Stax. Qui il riferimento si sposta verso le atmosfere di Minnie Riperton e Roy Ayers. Lynda Down incarna una voce crooner al femminile, avvolta in un profluvio di morbidezza e groove, tra soul cosmico onirico anni ’70 e deep soul, con echi della Diana Ross dei suoi album solisti dello stesso periodo.

Rimane da chiedersi perché una voce così non riesca a ottenere l’attenzione che merita, mentre molti continuano a rifugiarsi nei soliti nomi (un nome su tutti: Beth Gibbons) o nelle nuove, presunte eroine spesso sopravvalutate (un nome su tutti: Weyes Blood). Non me ne vogliate, ma quel che penso lo dico, anche a costo di perdere quei pochi lettori che mi seguono. Fatelo, però, uno sforzo: uscite dal vostro bozzolo e andate a scoprire artiste come Lynda Down.



Café Noir - Flwr Chyld & Grimm Lynn (2024, Garden Records/Lovers Club)


Di Flwr Chyld ricordo un ottimo EP pubblicato nel 2022, in cui il musicista americano dava già segni di un talento promettente nel campo del mellow soul con un chiaro richiamo agli anni ’70. Con Café Noir, realizzato insieme a Grymm Lynn, artista con cui ha condiviso il palco in vari concerti, Chyld non solo conferma quanto di buono avevo già apprezzato, ma eleva ulteriormente il suo sound. Anche questo nuovo lavoro è un EP di ventidue minuti, e i brani che lo compongono, pur essendo di stampo mellow, non sono da intendersi come semplice musica per romanticherie. È il flow che emerge dai solchi: un R&B che affonda nelle sue radici, mantenendo una freschezza che contrasta con le tendenze più superficiali delle produzioni odierne. In altre parole, se cercate il groove senza sacrificare la modernità, qui ne troverete a bizzeffe.


giovedì 2 gennaio 2025

City Pop Vibes: The AB’s

Anche il City Pop ha avuto il suo supergruppo, nato dalla collaborazione tra due dei più rappresentativi artisti del genere. L’iniziativa è partita da Fujimaru Yoshino, che, dopo aver ascoltato l’album First Light di Makoto Matsushita, lo invitò a collaborare per ricreare le atmosfere di quell’opera. A loro si unirono il bassista Naoki Watanabe e il batterista Atsuo Okamoto, entrambi provenienti dalla band Spectrum, insieme al tastierista Yoshihiko Ando. Il nome della band, AB’s, si ispira al gruppo sanguigno dei suoi membri.

Prima di debuttare con un album proprio, gli AB’s furono la band di supporto per il disco di Yoshino Fujimal del 1982. Solo dopo essersi rodati a dovere, entrarono in studio di registrazione, pubblicando il loro album omonimo nel 1983. Ascoltare gli AB’s, e in particolare il loro primo lavoro, rappresenta un esempio delle molteplici sfaccettature del City Pop. Il loro stile si distingue per un jazz/rock/funk energico e raffinato, privo di melensaggini, ma immerso in un mood sofisticato. Le sonorità jazz di Matsushita si fondono perfettamente con l’R’n’B di Fujimaru, dando vita a un album davvero notevole.

Tra i brani spicca In The City Night, caratterizzato da un’intro in stile orientale che evolve verso influenze occidentali, grazie a una potente linea di basso e una batteria jazz impeccabile. Altre tracce degne di nota includono Deja Vu (che raggiunse la UK Top 100), Girl (uscita come singolo in Giappone), Django, brano che ricorda molto le sonorità degli Airplay, e Just You, unico momento più dolce dell’album, che chiude il disco con uno stile che richiama il prog.


Gli AB’s, nella loro prima fase, incisero quattro album tra il 1983 e il 1988. Gli ultimi due lavori mostrarono una maggiore prevalenza di sonorità sintetiche, pur mantenendosi nell’ambito jazz/funk. Matsushita lasciò la band nel 1984, dopo l’uscita del secondo album, per formare un proprio gruppo pop. Tornò però nel 2004, durante la seconda incarnazione della band, che si protrasse fino al 2007.