mercoledì 29 gennaio 2025

Tokyo Groove: Viaggio Nel City Pop - Minako Yoshida - Seconda Parte

Seconda parte ed ultima parte della puntata dedicata a Minako Yoshida 

Nel 1981 e nel 1982 Yoshida pubblica due album molto simili tra loro, contenenti alcune canzoni che sono diventate dei classici del City Pop influenzato dal funk. Questo periodo segna l’apice della sua carriera come artista funk, al punto che Yoshida viene soprannominata “la regina del funk”.


Monsters in Town - (1981, Alfa)


Monsters in Town, (prodotto e arrangiato dalla stessa Yoshida) pubblicato nel 1981, si apre con la stratosferica Town, un brano funk caratterizzato da notevoli aperture melodiche e da una lunga coda strumentale arricchita da un assolo di sax in stile hard-bop. Questo pezzo, rimasto troppo a lungo sconosciuto al pubblico occidentale, vale da solo l’intero album. Tuttavia, il resto del disco, pur di ottima fattura, non raggiunge lo stesso livello.

Il prosieguo dell’album è dominato da ballad e brani mid-tempo, tra cui spiccano Lovin’ You e, ancora di più, Black Eye Lady, in perfetto stile westcoast. Sono brani apprezzabili, ma dopo un inizio così potente ci si aspetterebbe una maggiore continuità nella direzione funk, che comunque si ritrova in alcuni episodi successivi. Ad esempio, Monster Stomp è un altro ottimo esempio di funk giapponese dal ritmo “strascicato”, così come Knock Knock, che segue la stessa linea.



Light’n’Up - (1982, Alfa)


Nel 1982 esce Light’n’Up, album in parte registrato tra Tokyo e New York, che si apre in grande stile con il  brano omonimo. Questo pezzo straordinario mescola disco, funk e melodia, mantenendo un’anima profondamente giapponese. Il brano è di per sé cosmopolita e urbano nel miglior senso del termine, indipendentemente dalla presenza dei Brecker Brothers, che tuttavia aggiungono ulteriore spessore alla composizione. Un dettaglio che trovo irresistibile è il flauto, suonato all’unisono con gli archi, che interviene al termine di ogni strofa, regalando al pezzo una potenza unica.

Anche solo per la forza di questo brano, Light’n’Up sarebbe un album da ricordare, ma, come in Monster in Town, a sparigliare le carte arrivano i brani mid-tempo. Rispetto all’album precedente, questi pezzi si distinguono per una maggiore aderenza allo stile yacht-rock e risultano più equilibrati e centrati. Un contributo decisivo arriva dal sax di Michael Brecker, che offre un lavoro semplicemente memorabile. In tal senso, consiglio vivamente di ascoltare 頬に夜の灯 e 風, due brani che ne sono un perfetto esempio. Il gospel torna a fare capolino in Morning Prayer, mentre il funk riemerge in Reflection, un altro ottimo brano influenzato dalla migliore disco. Ma è nella conclusiva Alcoholler che siamo davanti ad un autentico capolavoro di funk cosmico: sei minuti di pura energia, con passaggi dissonanti e un arrangiamento audace che si muove tra groove ipnotici e sperimentazioni sonore, chiudono l’album con un’esplosione di creatività.


FINE DELLA SECONDA E ULTIMA PARTE








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