giovedì 6 marzo 2025

Clasdamn - Sick Damn & Clas K. (2025, Autoprodotto)

Capirete che ho una certa età; non intendo precisarla, ma il mio primo ricordo dell’hip-hop è legato a Rapper’s Delight. Di conseguenza, ne è trascorso parecchio di tempo. Per affinità con il mio vissuto da appassionato di musica black, l’hip-hop che prediligo è quello conosciuto come boom-bap, caratterizzato da basi che attingono da soul, jazz e funk. Per quanto riguarda la trap, ne mastico poca: non sopporto le basi, le barre non mi convincono e mancano di flow.

Sarà anche per questi motivi che, quando mi accosto ad ascoltare novità in questo ambito, ho due discriminanti fondamentali: basi soulful e un flow scorrevole; in mancanza di questi elementi, passo oltre. Inoltre, non tollero l’hip-hop ruffiano, quello arricchito da featuring con celebrità della musica pop; in particolare, nella scena italiana mal sopporto i ritornelli piacioni e ruffiani, che potrebbero piacere anche a tua zia. I testi devono essere sinceri: puoi parlare di quello che vuoi, ma i poseur si sgamano subito.


Ultimamente mi è capitato di ascoltare il nuovo album di Sick Damn & Clas K., Clasdamn, uscito lo scorso mese di gennaio. Si tratta di scuola romana, quella di Sick Damn & Clas K., una vera garanzia, e la conferma che i migliori prodotti vanno ricercati nell’underground hip-hop. Quando, come in questo caso, i riferimenti ai beat e al flow richiamano l’epoca d’oro del genere, mi ci sono buttato a pesce.



Sick Damn è rapper, produttore e grafico: in 
Clasdamn presta la voce e si occupa dei testi, mentre Clas K. è produttore e turntablist, responsabile dei beatz e dello scratch.

Clasdamn dura solo mezz’ora, ed è un vero peccato, perché l’album scorre liscio per tutti gli undici brani, con basi e flow oliati, uno stile a palate e una tecnica decisa e precisa. Le basi sono notturne, oscure, e traggono ispirazione dal soul e dal jazz; le strofe raccontano di appartenenza e di vita vissuta, per fortuna prive di retorica e di didascalismo politico. Qui di politica ce n’è, ma è quella del vissuto personale, un riflesso intimo di un contesto più ampio, senza bisogno di slogan o pose forzate. È esattamente quel tipo di hip-hop che cerco: autentico, radicato e musicalmente solido.



In 
Clasdamn non mancano i featuring: Supernintendo Chalmers, Slim Not, Lise, Rockepheler, Panz e Nev Sanders sono voci che si incastrano perfettamente nel sound dell’album, aggiungendo sfumature e dinamiche senza mai snaturarne l’atmosfera. Ognuno porta il proprio stile, contribuendo a rendere il disco un prodotto coeso e sfaccettato, in cui tecnica e autenticità vanno di pari passo.



Tra tutti i brani, segnalo 
Meglio Che, omaggio a Meglio Che Scendi dei Kaos feat. Neffa, in cui il beat – come dichiarato sul profilo Instagram di Clas K. – “si basa su un sample, che rimarrà ignoto, scovato casualmente da Sick Damn non appena entrato in possesso di alcuni vinili attorno al 2019”.


Insomma, anche se non siete soliti addentrarvi nei sentieri dell’hip-hop, vi consiglio l’ascolto di Clasdamn, un’esperienza che ripaga dalla quantità di merda rap che circola in giro.


Voto 7/10


Nessun commento:

Posta un commento

Scrivete quello che vi pare, ma lasciate un nome.
Ogni commento offensivo sarà eliminato.

Post più popolari nell’ultimo mese