Pare strano, ma a volte, dalle collaborazioni più improbabili, emergono lavori che vanno annoverati tra i più belli della carriera degli artisti coinvolti. Si tratta di dischi suonati non solo pensando ai risultati commerciali, ma anche per il semplice piacere di suonare insieme. Alcuni esempi: Frank Zappa con i Grand Funk Railroad (Good Singin’, Good Playin’), Todd Rundgren con gli XTC (Skylarking) e Burt Bacharach insieme ad Elvis Costello (Painted From Memory).
Anche “Sacred Songs” di Daryl Hall, realizzato in collaborazione e con la produzione di Robert Fripp, si inserisce in questa direzione, anzi è forse ancora più azzardato degli altri. Tale audacia ha tanto irritato alcuni addetti della RCA da portare al congelamento della pubblicazione del disco dal 1977 al 1980. In seguito, il lavoro venne ristampato nel 1999 dalla Buddha Records con l’aggiunta di due bonus track contenente una scrupolosa cronaca dell’accaduto, oltre a una lucida testimonianza dello stesso Fripp.
La band che suonò insieme a Fripp ed Hall era quella che fu di Elton John, con Roger Pope alla batteria, John Pizzarelli al basso e Caleb Quaye alla chitarra. Miscelando il tutto con le rasoiate di Fripp (chitarra elettrica e Frippertronics), controcanto quanto mai appropriato alle melodie del cantante di Philadelphia, nacque uno degli album più belli della carriera solista di Daryl Hall. Un ulteriore esempio di come due artisti, pur provenendo da estrazioni diverse, riescano ad abbattere le segregazioni stilistiche a cui sono spesso sottoposti, sia a causa di discografici inetti sia per via di fan col prosciutto sugli occhi.
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