Yuki Kitayama, meglio conosciuta come bird (sì, si scrive con la “b” minuscola), nasce a Kyoto nel 1975 e, dopo gli studi universitari, intraprende la carriera di cantante solista sul finire degli anni ’90, esibendosi in vari jazz club di Osaka. Scoperta dal produttore discografico Shinichi Osawa, nel 1998 firma il suo primo contratto discografico, anno in cui pubblica il primo EP, seguito nel 1999 dal debutto su album - che riscosse un discreto successo vendendo 700.000 copie. Una carriera venticinquennale che viene celebrata anche nel 2025 con l’uscita del suo nuovo disco, Reconnect.
bird ha dalla sua una bella voce soul e uno spiccato interesse per diversi generi musicali, tra cui jazz, pop e soul. Possiamo inserirla nel filone del City Pop? Sì e no. Non lo è propriamente, anche se in Reconnect le affinità con il genere non mancano. La prima cosa che balza all’orecchio è l’originalità dei brani, mai banali, costruiti su una ritmica funk che bird riesce a trasformare in perfette canzoni pop, senza tralasciare quell’impronta jazz che le caratterizza. Un esempio chiaro è l’apertura dell’album, con una linea di basso funk e un assolo di piano jazz. bird e il produttore Keiichi Tomita sanno bilanciare con precisione strumentazione acustica e synth, creando un equilibrio sonoro raffinato, in cui l’elettronica si integra senza risultare invasiva.
Sarà che ultimamente subisco la fascinazione del Giappone, ma trovo questo disco una spanna sopra le produzioni pop occidentali. In Reconnect c’è una forma di pop intelligente e raffinata che qui da noi si conta sulle dita di una mano, con il pregio di non scendere mai nella banalità o nella sciatteria di tante produzioni attuali, tanto da essere presenza fissa nei miei ascolti. L’unico scoglio potrebbe essere il cantato in giapponese, ma è un dettaglio che si supera: basta seguire il flusso della musica, poi il resto viene da sé.
All’album hanno collaborato, in due featuring, Ariwa e Scha Dara Parr. E a proposito delle assonanze con il City Pop, queste emergono in un brano come How It’s Going, dalla forte impronta funk, che poi si apre in un ritornello arioso tipico del genere per concludersi con un grande assolo fusion di chitarra elettrica. Lo stesso vale per il pop perfetto di My Rainbow o per la ballad soul/pop 光と光, che ci trasporta davvero nella stagione scintillante del City Pop. Il tutto in mezz’ora di ascolto che non annoia mai.
Voto 7+/10
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