martedì 31 gennaio 2023

This Moment - Marco Taggiasco

Ogni promessa è un debito, come dice il proverbio, e finalmente, dopo molto tempo dal mio primo ascolto di questo disco, sono pronto a condividerne la mia recensione.

Prima di entrare nel merito dell'album, credo sia importante fare una breve digressione. Di recente, discutevo con un amico su Facebook riguardo a quanto il detto "dai al popolo ciò che il popolo vuole" sia alquanto fuorviante. Sarebbe più appropriato dire che i media danno alle persone ciò che vogliono, e in questo modo, i media diventano corresponsabili della qualità discutibile della musica che ascoltiamo quotidianamente. Tuttavia, è importante notare che in passato le cose stavano diversamente. In televisione, ad esempio, venivano trasmessi in prima serata artisti del calibro di James Brown e Tina Turner. La qualità era un elemento imprescindibile nei palinsesti, ed era apprezzata dagli spettatori. In breve, se si offrono proposte di alta qualità, si forma un pubblico più esigente e curioso, che cerca la bellezza nella musica. Personalmente, questa è stata la mia scuola per diventare un appassionato di musica e coltivare la curiosità per tutto ciò che non veniva trasmesso dai media tradizionali.

Ora, tornando a "This Moment", pubblicato nel lontano 2008, dopo il precedente album "Thousand Things" del 2004, è evidente che questo disco è stato trascurato dai media. Questo è avvenuto nonostante la sua incredibile qualità, e non è facile collocare questo album nel genere pop, soprattutto considerando la commercializzazione e la banalizzazione che spesso affliggono il genere. "This Moment" si inserisce invece nel panorama del sofisticato Westcoast Pop o Yacht Rock, offrendo un pop sofisticato e raffinato. Colpisce anche la sensibilità di Marco Taggiasco, che svolge un ruolo fondamentale come coordinatore, arrangiatore, produttore e tastierista in tutti i brani dell'album. Taggiasco si circonda di talentuosi amici, tra cui Marco Ronconi in veste di produttore esecutivo, e insieme consegnano un lavoro che ancora oggi richiede giustizia per la quasi totale mancanza di visibilità che ha ottenuto.

Nonostante ciò, "This Moment" brilla per la sua costante qualità in tutti e nove i brani che lo compongono. È incredibile che un album così, intriso di tale qualità, rimanga sconosciuto per la maggior parte delle persone. Questo avviene quando si abitua il pubblico a consumare "cioccolata" di scarsa qualità, scambiandola per un piacere genuino. Il risultato è che dischi come "This Moment", realizzati con cura e alta qualità artistica, vengono trascurati. Questo album regala 35 minuti di puro godimento, senza richiedere un ascolto impegnativo ma garantendo una musica straordinaria.

Marco Taggiasco ha continuato la sua carriera musicale, pubblicando un album live nel 2011 e un nuovo lavoro di inediti intitolato "Togetherness" nel 2020. È un vero peccato che in Italia, artisti del calibro di Marco Taggiasco, vengano spesso messi in secondo piano, preferendo a volte artisti di poco valore che producono musica di scarsa qualità. Dovremmo invece valorizzare e sostenere i talenti musicali che hanno molto da offrire.


👉 https://youtu.be/lskDYoSUMwM👈

domenica 29 gennaio 2023

Musica È - Enzo Cervo

 


 Verso la fine degli anni '70, la scena musicale italiana, al di fuori delle major, era divisa in due. Mentre nel centro-nord dell'Italia si sviluppava un movimento post-punk, al di sotto di Roma era la musica black, particolarmente amata a Napoli e dintorni, a catturare l'attenzione dei musicisti. L'amore dei napoletani per la musica soul e i suoi generi correlati aveva radici profonde. Enzo Musella e i suoi Showmen furono tra i primi a diffondere questa influenza musicale. Successivamente, con l'evoluzione verso il jazz-rock portata avanti dai Napoli Centrale di James Senese, che aveva suonato con gli Showmen, questa influenza si approfondì. Tuttavia, è con l'inizio degli anni '80 e l'emergere del Neapolitan Power che si verificò una fusione tra le sonorità soul, il funk e il pop sofisticato. Artisti come Pino Daniele, Tony Esposito e Tullio De Piscopo, noti a livello nazionale e internazionale, furono tra i principali esponenti di questo genere.

Tuttavia, nei primi giorni del Neapolitan Power, c'era un sottobosco di artisti che, sebbene non abbiano raggiunto una notorietà nazionale, hanno prodotto dischi di eccellente qualità. Uno di questi artisti è Enzo Cervo, e il suo album "Musica È" è un esempio eloquente di questo movimento.

Pubblicato nel 1981 per l'etichetta CGD con la produzione di Elio D'Anna e Alcapone (noti per aver prodotto "Sfinge" di Enzo Carella), l'album presenta testi di Pasquale Panella, utilizzando lo pseudonimo P. Vanera in cinque delle nove canzoni.

"Musica È" è un gioiellino musicale che spazia dal pop sofisticato di brani come "Voglio Te" e "Galleggiare" a pezzi dove emergono forti influenze funk e soul. È qui che l'album si distingue davvero. Per coloro che amano cercare gemme oscure dello yacht-rock italiano, canzoni come "Solo Mo'" e "Delfina" non hanno nulla da invidiare alle produzioni straniere più celebri dell'epoca. L'album offre anche momenti di funk/pop solare, come si può ascoltare in "Perla Nera" e "Sarai L'estate".

Purtroppo, "Musica È" non ha ricevuto l'attenzione che meritava all'epoca, ma negli ultimi tempi ha suscitato un nuovo interesse, aumentando così il valore delle copie che girano nel mercato dell’usato. Considerando il rinnovato interesse per il genere, grazie anche all'influenza di artisti come Thundercat e a DJ che hanno sdoganato lo Yacht Rock, sarebbe opportuno riportare questa opera alla luce, proprio come merita. 

👉 https://youtu.be/wV27d9KH_TE👈

Jazz Life - Mark Winkler

 

Osservate la copertina: un autentico ritratto degli inizi degli anni '80, quasi un manifesto del genere musicale che esploreremo immergendoci nei brani. In questi tempi di ascolti digitali, è sempre più raro scoprire per caso una traccia durante una riproduzione casuale in auto mentre stai andando a fare la spesa, che ti fa fermare la macchina e pensare: "Ma dove avevo nascosto questa gemma?"

Ecco, più o meno è ciò che mi è successo ascoltando una delle tracce di "Jazz Life" di Mark Winkler. Come accennato all'inizio, questo album è stato pubblicato nel 1980 dall'etichetta Music is Medicine. Purtroppo, ci sono pochissime informazioni disponibili su questo album, tranne per il fatto che Mark Winkler è un cantante jazz di talento, autore nel 1977 della canzone "Tropical" resa famosa da Liza Minnelli, e ha scritto brani per artisti come Diane Reeves e Randy Crawford, tra gli altri. E ancora oggi, Mark Winkler continua la sua attività musicale.

"Jazz Life," come suggerisce il titolo e come si evince dai titoli delle canzoni, è una sorta di racconto di ciò che il giovane Winkler immaginava fosse il mondo della musica improvvisata. Ma niente paura; l'album si inserisce nel genere che abbiamo imparato ad amare con artisti come Michael Franks, Kenny Rankin, Mose Allison, Al Jarreau e Ben Sidran. Parliamo quindi di un pop sofisticato declinato nel linguaggio del jazz, un crossover di stili che abbracciano la canzone intima, la bossa nova della traccia omonima, fino al puro yacht rock o AOR, come lo chiamano i giapponesi. In particolare, due autentiche gemme del genere sono "In A Minor Key" e la bellissima "Hip To Your Trick."

La qualità della scrittura di Winkler è straordinaria, il suo canto è preciso senza eccessi, tutto è al suo posto. È incredibile come, dopo più di quarant'anni, queste canzoni suonino ancora fresche. L'unico rimpianto è che ce ne siano così poche; l'album dura solo trentasei minuti e, ripetendo quanto detto, è conosciuto solo da un gruppo ristretto di appassionati dello yacht rock, oltre che dai giapponesi, ovviamente. 

👉 https://youtu.be/x65yB5gqoYk👈

👉 https://youtu.be/i01gRrEHKpU👈

sabato 28 gennaio 2023

For Free - David Crosby

"Amico, potrei avere due settimane, potrei avere 10 anni, non è importante quanto tempo hai a disposizione, perché non lo sappiamo. È quello che fai con il tempo che hai. Sto cercando di spenderlo bene. Sono molto grato per ogni giorno che ho e cerco di farlo facendo musica perché penso che il mondo abbia bisogno di musica".

Il disco che vi presento oggi, "For Free," pubblicato nel 2021, rappresenta non solo l'ultimo lavoro pubblicato da Crosby in vita, ma anche il culmine di una carriera costellata di capolavori e di dischi sempre al di sopra della media. È un album che sembra quasi essere il testamento dell'artista.

Come ha fatto per tutta la sua carriera, Crosby si avvale degli amici e delle persone care per creare un piccolo gioiello. Dalla copertina, un ritratto ad acquerello di Joan Baez, alla produzione del figlio James Raymond, fino alle partecipazioni di Michael McDonald e Donald Fagen in due brani, l'album è una delle opere più belle e riflessive di Crosby.

Fin dalla prima traccia, "River Rise," con la partecipazione di Michael McDonald, ci troviamo immersi in canzoni che sembrano il riflesso della vita stessa di Crosby, come se volesse condividere con noi tutte le sue esperienze in modo sincero e luminoso. Un brano che colpisce profondamente è "I Think I," una confessione aperta e onesta delle difficoltà affrontate da Crosby nella vita: "Non ci sono istruzioni / E non c'è una mappa / Non c'è un modo segreto per superare la trappola / È così confuso che continuo a perdere la strada." 

"The Other Side Of Midnight" ci riporta all'epoca del Laurel Canyon, un viaggio nella musica di Crosby accompagnato dalla sua chitarra fingerpicking. Chiudere gli occhi e immaginare spiagge deserte al tramonto è inevitabile.

Tuttavia, ci sono tre brani che brillano particolarmente:

"Rodriguez For A Night," dono di Donald Fagen a Crosby, ci trasporta nel mood degli Steely Dan, un brano che parla di fuorilegge, angeli e cowboy del drugstore, facendoci sognare su come sarebbe stata la presenza di Crosby nella band. La traccia principale, "For Free," scritta da Joni Mitchell, è una straordinaria ballata interpretata con delicatezza da Crosby, accompagnato dalla voce di Sarah Jarosz e dal pianoforte. È struggente e commovente. La conclusiva "I Won't Stay For Long," è un brano che fa cadere tutte le barriere e ci fa emozionare profondamente. Anche se scritta dal figlio Raymond, Crosby la fa sua, trasmettendoci la consapevolezza profetica di essere giunto alla fine dei suoi giorni.

Ascoltando queste canzoni oggi, ci emozioniamo ancora di più. Non troverete lamenti cantati con una voce stentorea e sofferente, ma sentirete la voglia di vivere di un artista, con la consapevolezza di essere arrivato alla fine dei suoi giorni.

Grazie di tutto, Croz!

👉 https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_m-Nk-_15KIkIUU7itjEugdUW_v6HwZaOc👈

Beyond The Waking World - State Cows

Il duo svedese State Cows ha iniziato il nuovo anno con un singolo fresco di uscita oggi. Daniel Andersson alla chitarra e voce, e Stefan Olofsson al basso e alle tastiere, continuano a portare avanti il genere dello yacht-rock, offrendoci un altro piccolo gioiello che omaggia i grandi maestri del genere. Oltre a richiamare lo stile distintivo degli Steely Dan, che rimane un elemento fondamentale nella loro musica, si possono cogliere echi di artisti come Jay Graydon, Pages e Doobie Brothers. Il brano è caratterizzato da armonie sofisticate, un bel bridge melodico nel mezzo e un notevole assolo di chitarra che permea la canzone di buone vibrazioni. In breve, gli State Cows non deludono mai, e speriamo che nel corso del nuovo anno ci sorprendano con un nuovo album completo.

👉 https://youtu.be/Yy2yxNvRTdc👈

Island Time - Joel Sarakula

Il cantautore australiano Joel Sarakula è tornato con il suo nuovo album, "Island Time", pubblicato dalla Légère Recordings. Questo lavoro rappresenta non solo un nuovo capitolo musicale ma anche un cambiamento significativo nella vita di Sarakula. Da due anni, infatti, ha scelto di stabilirsi nelle Isole Canarie, dopo essere stato invitato a suonare nel 2020 presso l'Auditorium Alfredo Kraus di Las Palmas. Questa nuova location ha chiaramente influenzato positivamente la sua musica, poiché il disco emana una sensazione di serenità e solarità, riflettendo la soddisfazione per la sua scelta di vita.

L'album presenta un'eccellente interpretazione del "blue-eyed-soul" in tutte le sue forme. Sarakula attinge ispirazione da maestri del genere come Hall & Oates e abbraccia anche influenze dalla disco degli anni '70, dal soft-rock delle stazioni radiofoniche americane tra gli anni '70 e '80, dallo yacht-rock e persino dal reggae, come dimostrato dalla title track.

In definitiva, "Island Time" è un album che incarna l'essenza della musica pop autentica, lontana dalle produzioni mainstream generate dall'intelligenza artificiale, ma basata su solida artigianalità e idee musicali originali. Purtroppo, questa musica autentica può essere oscurata dall'indottrinamento mediatico, ma artisti come Joel Sarakula ci permettono di continuare a godere di autentiche eccellenze musicali.

👉 https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kYrOsFvWY5phoTsJwC3PQ_B7v7Y6qf4Gs👈

venerdì 27 gennaio 2023

Back For More - Al Johnson

Negli anni '80, la musica black si trovava ad un bivio, essendo stata influenzata dalla Disco per gran parte degli anni '70. Questo la portò ad essere erroneamente associata a essa, tanto da essere considerata la causa di tutti i problemi. Nel 12 luglio 1979, durante un intervallo di una partita di baseball tra i Chicago White Sox e i Detroit Tigers, promosso da Steve Dahl, un DJ bianco razzista, e sostenuto da varie emittenti televisive locali, ci fu un evento notevole in cui vennero bruciati vinili Disco al Comiskey Park di Chicago sotto i cori di "Death to Disco" e "Disco Sucks". Questo evento ebbe un impatto così significativo che le case discografiche che producevano musica Disco cambiarono il nome al genere, etichettandolo come "Dance".

In questo contesto, il disco "Back for More" di Al Johnson passò quasi inosservato, ma ascoltandolo oggi, rappresenta un notevole album di musica soul. Al Johnson, precedentemente voce nel gruppo vocale soul Unifics, pubblicò il suo secondo album da solista, il primo con una major, la Columbia, prodotto da Norman Connors. L'album inizia con la bellissima traccia mid-tempo "I'm Back For More", caratterizzata da un groove di basso slap e con il contributo vocale di Jean Carn. Questa canzone rappresenta lo stile che caratterizzerà la musica soul nei prossimi anni dopo la disco.

L'album presenta anche brani che mescolano elementi disco e funk come "Saved By the Bell" e soprattutto "School Of The Groove", con arrangiamenti orchestrali che richiamano l'era d'oro del genere. La struttura portante dell'album è costituita dalle ballate che mettono in evidenza la voce potente di Al Johnson, come "You're A Different Lady" e "Tonight's The Night For Love", che possono competere con le migliori composizioni di Teddy Pendergrass. Altri brani, come "I've Got My Second Wind", ci portano a atmosfere più rilassate alla maniera di Marvin Gaye, mentre "You've My Personal Angel" ricorda le produzioni di Thom Bell con gli Stylistics.

Il gran finale è dato da un'altra ballata, "Peaceful", con un toccante assolo di sax soprano e un arrangiamento orchestrale misurato ma essenziale. Nonostante il successo limitato, "Back For More" rimane un classico del soul con una grande influenza negli appassionati di musica black ancora oggi. Purtroppo, Al Johnson non ottenne il riconoscimento che meritava durante la sua vita e morì improvvisamente nel 2013.

👉 https://youtu.be/8Do-_bbIPKg👈

👉 https://youtu.be/XEOhOL7Tawg👈

Il Lungo Addio - Dean Daughtry


È morto Dean Daughtry, tastierista e cofondatore degli Atlanta Rhythm Section. Aveva 76 anni.

La morte del musicista è stata confermata dal chitarrista della band, Steve Stone, che ha dichiarato che Daughtry - originario di Kinston, Alabama - è morto per cause naturali giovedì a Huntsville.

Il gruppo soft-rock del Sud, una presenza regolare nelle radio alla fine degli anni '70 con le hit "So Into You" e "Imaginary Lover" - entrambe scritte da Daughtry - ha reso omaggio all'amico su Facebook.

"Sebbene gli ARS siano noti per essere una band incentrata sulla chitarra, basta ascoltare le registrazioni per rendersi conto del contributo che Dean ha portato alla band. Dal primo accordo di 'So Into You' e dall'introduzione di 'Imaginary Lover', ha lasciato la sua impronta sulle registrazioni della band", ha scritto il gruppo. "Per 49 anni non ha mai perso un concerto, fino a quando la sua salute lo ha costretto a ritirarsi un paio di anni fa, tagliando il traguardo dei 50 anni. Era come un Bulldog, ma i suoi amici lo conoscevano come 'OX'".

👉 https://youtu.be/f59p7-VPwi0👈

Labels - KingUnderground





La #KingUnderground è un'etichetta discografica indipendente con sede a Milton Keynes, in Inghilterra. Quella che è nata come una boutique online di dischi indipendenti si è ora sviluppata in una casa discografica di rilievo. La loro specializzazione spazia nell'ambito dell'hip-hop, del funk, del soul e del jazz, ed è conosciuta per la straordinaria qualità dei suoi prodotti. Oggi voglio presentarvi quattro album di altrettanti artisti differenti.

1. "By Night" - Yogisoul
   "By Night" rappresenta il primo album di #Yogisoul, un talentuoso produttore proveniente dalla Norvegia e membro del collettivo Mutual Intentions. L'album attinge abbondantemente all'hip-hop old school degli anni '90, evocando atmosfere notturne nelle periferie delle grandi città. All'interno di questo lavoro troverete beat hip-hop, campionamenti jazz e soul, l'incantevole suono del Fender Rhodes, sintetizzatori analogici e linee di basso avvolgenti. Questo groove morbido e coinvolgente richiama le sonorità di artisti come Guru, e presenta anche originali inserti pubblicitari degli anni '70.

2. "Frequency of Perception" - Lewis Parker
   "Frequency of Perception" è il lavoro più recente di #LewisParker, una vera leggenda dell'hip-hop britannico fin dagli anni '90. Con una carriera che conta una ventina di album, Parker continua a mantenere una qualità costante nei testi e nei campionamenti. Le sue liriche affrontano tematiche sociali, senza appesantire i brani, mentre i beat sono impreziositi dal groove soul dei periodi d'oro del genere. Questo album è un piacere da ascoltare, adatto non solo agli appassionati dell'hip-hop.

3. "Bad Juice" - High Pulp
   Gli #HighPulp sono un ensemble composto da otto musicisti di Seattle, noti per le loro scatenate jam session al Royal Room, un celebre jazz club della città. "Bad Juice," pubblicato nel 2018, rappresenta il loro capolavoro. La band riesce a mescolare con maestria jazz, funk, soul, hip-hop e psichedelia, creando un crossover funk/jazz da club. Gli High Pulp dimostrano come la musica improvvisata possa uscire dalle accademie e trovare nuova vita nelle esibizioni dal vivo.

4. "Multiple Images" - E. Lundquist
   La KingUnderground è anche rinomata per la sua collezione di musica Library, tra cui ristampe del catalogo della Cavendish Music. "Multiple Images," il nuovo album dell'artista losangelino #ELundquist, già noto come Captain Supernova, segue questa tradizione. Partendo dal funk/fusion, si avventura nell'ambito delle library anni '70, creando atmosfere sci-fi e psichedeliche. Questo album sembra una colonna sonora ideale per immaginari film e viaggi mentali.

Potete ascoltare gli album nella loro interezza tramite i link sottostanti.
👉 https://youtu.be/n-NxbUFt-7U👈

👉 https://youtu.be/6aSgjHdMlEU👈

👉 https://youtu.be/QdEsvB55VME👈

👉 https://youtu.be/apP_8uygsdc👈