Grande Cesare, comunque vada a finire.
venerdì 29 giugno 2012
DEDICATO
Per chi ti ha conosciuto nei quattro anni di Firenze, sa bene il tuo valore e la tua capacità di cavare il sangue dalle rape. Dedicato a quei quattro idioti che ti appellavano "Perdelli". Il vero fenomeno della Fiorentina eri tu !
giovedì 28 giugno 2012
ITALIAGERMANIA
In occasione della madre di tutte le partite, anche il dottore vuole celebrare il match di stasera con una sfida tra due album, uno di un combo tedesco, l'altro italiano, usciti per due etichette discografiche ambedue tedesche. I primi sono i "Pitch and Scratch" combo germanico di nu funk provenienti da Amburgo, autori di un disco per la label Legere Recordings così fresco e adatto per combattere calura ed anticicloni africani, che va a pescare nel soul e nel funk delle annate nobili, ovvero negli anni '70 o giù di lì, attualizzate in salsa hip hop in un paio di brani. Il nostro portabandiera è invece il compositore e multistrumentista Gabriele Poso, in uscita con "Roots of Soul" per la label INFRAcom!; qui ci troviamo di fronte a sonorità latin/jazz, disco che vede la partecipazione di notevoli vocalist quali Tanya Michelle e Naylah Porter e di un musicista e dj cult della scena come Osunlade. Il disco mi piace quando pone l'accento sul jazz ed il soul, un po' meno quando si butta sul latin, ma questo è dovuto ad una mia idiosincrasia verso le sonorità di matrice ispanica, complici i tanti tormentoni dance che affliggono le mie ed altrui orecchie nei periodi estivi. Magari se puntasse l'obiettivo verso il Brasile, vedi il bel brano "Dona Flor", ne guadagnerebbe lui e noi. In conclusione due album piacevoli da ascoltare, magari senza picchi ma dalla qualità costante e se la mia preferenza in questo caso è orientata verso il duo tedesco, questa sera spero che il duo italiano all'attacco, qualunque esso sia, gonfi la rete del portiere germanico.
domenica 24 giugno 2012
A CASA DI DARYL
La produzione solista di Daryl Hall ha raggiunto livelli di eccellenza paragonabili alle composizioni fatte insieme al "tappeto con i baffi" John Oates; "Sacred songs" realizzato in collaborazione con Robert Fripp e il bellissimo "Can't Stop Dreaming", ne sono gli esempi più significativi. Ma per chi segue le imprese del nostro, riuscirà a trovare delle perle anche in album meno "riusciti", come ad esempio una canzone presente in "Soul Alone", album del 1993. Il brano in questione è "Stop Loving me, Stop Loving you", dove la genialità di Daryl Hall è prendere una piccola traccia di un misconosciuto brano di Marvin Gaye, "When Did You Stop Loving Me, When Did I Stop Loving You", per costruirci sopra una canzone che vale l'acquisto dell'album. In pratica del brano originale rimane soltanto il ritornello portante, il resto è tutta opera del lungagnone biondo, insieme a Sara Allen, co-autrice del brano.Ve lo propongo nella versione live che Daryl ha eseguito nella sua magione - dove periodicamente invita altri artisti per esibirsi in session ammantate dal sacro fuoco del soul. Inutile dire che si rasenta la perfezione, in ogni senso, ma del resto, trovandosi di fronte ad un monumento simile, diventa la cosa più naturale di questo mondo.
Buon ascolto amici, e buona domenica.
venerdì 22 giugno 2012
UN GIGANTE
Ci ritroviamo ancora una volta a parlare di Napoli, di sound napoletano e di James Senese. Se gli album realizzati con i Napoli Centrale sono quelli che hanno contribuito a creare la leggenda intorno al musicista napoletano, gli album solisti sono conosciuti da un gruppo ristretto di appassionati che hanno seguito l'evoluzione del sound di James. Come ad esempio "Il Passo del Gigante", album del 1984, si può considerare uno dei lavori più belli realizzati da Senese nel corso degli anni, disco che a riascoltarlo con il senno di poi, poteva essere una evoluzione naturale del sound di Pino Daniele, se questi non avesse sterzato a novanta gradi dopo "Bella 'mbriana". Belle sonorità mediterranee, al solito, incrociate con i nuovi suoni di quegli anni - spazio ai synth quindi - ma sempre trattate in modo "umano" da Senese. Peccato che il disco non sia stato ristampato successivamente, lo si può comunque trovare in vinile da Discogs ad un prezzo ragionevole.
Anche se la rivoluzione del neapolitan power era già compiuta, questo è un album pieno di belle canzoni, su tutte "Nanà" e "I Feel for Everybody", a conferma di una delle stagioni più belle della musica italiana.
martedì 19 giugno 2012
BATTISTI, MELE, SFERE E GROOVE
Mettiamola così: poca voglia di ascoltare novità, in questa prima ondata di calura estiva, mi diverte di più andare a ritrovare delle perle dimenticate di musica e di musicisti italiani che abbiano attinenza con la musica proposta nel blog. Oggi tocca a Lucio Battisti, il musicista che amo di più insieme a Sir Paul Mc Cartney e sicuramente uno che nel groove e nelle sonorità black ci ha sguazzato dentro più o meno inconsapevolmente. Il brano di oggi ad esempio ha un giro di basso che ti si imprime nel cervelletto, tanto che molti artisti sarebbero disposti a scendere a patti con il diavolo pur di rifarlo così groovy e magari costruirci su una carriera. Un giro di basso che sta nell'olimpo insieme a "Good Times" degli Chic e a quello degli Indeep copiato poi dai Queen in quella che fu la loro incursione nei ritmi funk. La canzone arriva dall'album "Una giornata uggiosa" e fra tutte è quella che riascolto più volentieri, non so voi, ma a me fa l'effetto di essere in un preliminare pre-coito, è sinuosa, appiccicosa, funk, ecco.
Tornando allo strepitoso giro di basso, è opera di John Giblin, bassista dei Simple Minds all'epoca, la canzone poi è il tipico esempio di come un brano costruito con pochi ingredienti ma dosati bene, diventi un capolavoro. Un po' come mangiarsi un piatto di panzanella, appunto.
venerdì 15 giugno 2012
"PRIMMAVERA"
Tullio De Piscopo è stato uno dei pochi musicisti italiani ad aver avuto un buon riscontro di vendite nelle classifiche inglesi, magari qualcuno potrà obiettare che è accaduto perché il buon Tullio cantava in napoletano che non nella lingua madre. "Stop Bajon", che gli inglesi ribattezzarono "Primmavera" dal ritornello del brano, è stata ricordata anche recentemente sulla pagina facebook del bassista dei Brand New Heavies, Simon Barhtolomew, questo a dimostrazione che dopo tanti anni la canzone ha lasciato una buona impressione. De Piscopo è stato "il ritmo" del Neapolitan Power, insieme al percussionista Tony Esposito, ha lavorato in due dei migliori album di Pino Daniele, "Vai Mo'" e "Bella 'Mbriana", oltre ad aver suonato nel gruppo di Franco Cerri nei primi anni '70 e collaborato con dei mostri sacri come Gerry Mulligan, Billy Cobham, Eumir Deodato e Astor Piazzolla. Ha fatto parte della band che accompagnava nei tour Pino Daniele nei primi anni '80, insieme a James Senese, Esposito, Joe Amoruso e Rino Zurzolo. Il nostro furoreggiò in seguito alla partecipazione al festival di Sanremo con "Andamento Lento", un 45 giri divenuto un vero e proprio tormentone nel 1988, ma questa è un'altra storia che non ha niente a che vedere con il pop jazzato, molto smooth e molto groovy di "Stop Bajon".
martedì 12 giugno 2012
1977, JAMES MASON: RHYTHM OF LIFE
Niente a che vedere con l'attore, il James Mason protagonista del post di oggi è un musicista polistrumentista, chitarra e tastiere, ed il suo disco da poco ristampato "Rhythm of Life" uscito nel 1977, divenne ben presto un piccolo culto nel giro dei groovers. Culto che è proseguito nel tempo e tra generazioni diverse, non ultimi chi fece dell'acid jazz il proprio verbo e la propria prateria in cui pascolare tra suoni e ritmi morbidi e cool. L'album è una perfetta miscela di funk, jazz, prog r'n'b, dove agli strumenti tradizionali si affiancano i synth, l'ARP su tutti, il sempre amato Fender Rodhes e si avvale alla voce della cantante Clarice Taylor. Su tutti i brani spicca "Sweet Power Your Embrace" divenuto nel tempo un rare groove ben suonato nei club, anche gli altri brani comunque sono da apprezzare, non fosse altro per ascoltare quello che girava all'epoca e che grazie agli appassionati del genere un bel disco come questo non sia finito nel dimenticatoio.
venerdì 8 giugno 2012
DISCO ISAAC
Tra la moltitudine di ristampe di vecchi dischi, mi ha incuriosito la recente ripubblicazione rimasterizzata di un vecchio lavoro di Isaac Hayes, targato 1979, ovvero "Don't let go". Il disco è un'incursione del "black moses" nel mondo della disco, ma non pensiate di trovare questi brani in un programma di Carlo Conti o in qualsivoglia party rievocativo degli anni '70, troppo raffinato il nostro, anche quando si cimenta in ritmi "truzzi". Di veri e propri brani disco comunque ce ne sono solo due, la title track, che è una cover irriconoscibile di un brano di Roy Hamilton e "Fever", altro pezzo strafamoso cantato un po' da tutti. E nonostante i ritmi danzerecci, la disco di Hayes non è roba da balere di terza categoria, come detto prima. Se poi questo non vi basta e vi sembra poca cosa, il disco contiene alcune delle soul ballad più belle di Hayes, un titolo su tutti "A Few More Kisses To Go", dove viene rimarcato una volta di più l'infallibile senso per la melodia dell'artista afroamericano, tanto che mi viene da consigliare il disco non fosse altro che per ascoltare questa canzone, sei minuti di estasi che vengono aumentati di quasi due minuti nella versione da 12" contenuta nella ristampa. Quindi, fatevi del bene e provvedete alla bisogna, se ancora non lo avete fatto.
mercoledì 6 giugno 2012
HALL & OATES vs. RUMER: SARA SMILE
La sfida di oggi è tra due dei miei artisti preferiti in assoluto; siamo nell'ambito del pop-soul più intelligente e raffinato di ogni tempo e in campo ci sono gli autori ed esecutori originali del brano - il "pirlungone biondo" ed il "tappetto con i baffi", la definizione calzante è dell'amico Alexdoc - e la cantante che attualmente è la numero uno per quanto riguarda un certo tipo di pop, quello che parte da Dusty Springfield ed arriva a Karen Carpenter, per intendersi, e di quest'ultima ne è la legittima erede. Sul campo è superfluo dire che il confronto può sembrare impietoso e che il duo surclassa di una buona spanna la mia favorita, forse se Rumer avesse scelto altri brani del repertorio dei ragazzi di Philadelphia avrebbe potuto insidiarli, ma messa così, sembra quasi un karaoke.
Comunque è sempre bene ripassare certe canzoni e certe atmosfere, vedere il "tappetto con i baffi" sfoggiare una maglietta con stampato il logo della Ferrari e far conoscere alle moltitudini che la voce di Rumer è oltre, ma di parecchio, quella di Adele e che l'ultimo suo album "Boys don't cry" è una meraviglia. A parte "Sara Smile", naturally....
lunedì 4 giugno 2012
MUSICA SENZA FRONZOLI
sabato 2 giugno 2012
DOCTOR WU LATE NITE SHOW VOL. 2
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