Questo è un disco che doveva vedere la luce nel 1974, solo che non l'ha mai vista, se non lo scorso anno. Succede che questa band (s)conosciuta come "Gold" abbia inciso del materiale per pubblicare un album, ma che per i casi della vita questi non siano mai stati messi su disco e che i nastri siano finiti abbandonati dentro una scatola nel capannone posto dietro agli studi di registrazione, nei pressi di Las Vegas. Fatto sta che il produttore di allora, nonché co-autore dei brani della band, Avellino Pitts, li ha ritrovati dopo essere stato interpellato per una riedizione dell'unico 45 giri, "What About The Child", rimasto fino a pochi mesi fa come unica testimonianza dell'esistenza della band. Insomma, che la storia sia vera o no poco importa, quel che è sicuro è che ci troviamo di fronte ad un bel sentire di funk e ballate soul con un bel groove psichedelico, brani essenziali e semplici senza essere troppo caricati di inutili orpelli. Le vie del funk, come vedete, sono infinite e le sue vite sono come quelle dei gatti, quando lo danno per spacciato, risorge sempre.
Love and peace, fratelli.
Gold - Ain't That Funky Enough
Gold - People Will Be People