The Boogie Files: Logg - Logg (1981, Salsoul)



La carrellata di artisti post-disco/boogie non poteva che iniziare da uno dei suoi maggiori interpreti, autore di un solo disco solista - e che disco. Stiamo parlando del grande Leroy Burgess e del suo progetto Logg, uno dei primi album-capolavoro del genere. Burgess era già una figura di rilievo nel soul: lo ricordiamo come voce dei Black Ivory, nonché come arrangiatore e produttore, spesso al fianco di Patrick Adams, con cui a fine anni Settanta diede vita a progetti già oltre la disco, come dimostrano gli album di Phreek e Dazzle.

Quel che ha fatto Burgess è stato rivitalizzare la dance music, trasformando la disco americana di fine decennio - ormai compromessa con le più bieche operazioni commerciali - in qualcosa di nuovo. Ha raccolto la sfida delle nuove tecnologie emergenti e contribuito a creare un linguaggio inedito, che di lì a poco sarebbe sfociato nella house. E di uno dei padrini della house è dato ascolto proprio in Logg, in particolare nel brano “I Know You Will”, mixato da Larry Levan, dove già possiamo sentire il piano usato in funzione ritmica, tratto distintivo di molte future produzioni house.

L’intuizione di Burgess fu quella di abbassare i bpm tipici dei brani disco, tornare a pescare a piene mani dal funk, ma introducendo melodia e groove morbidi, mantenendo però il 4/4 come struttura ritmica, senza compromessi, pensato per far muovere i corpi nei club.

Logg è un album che fa un uso sapiente dei primi synth, senza mai sacrificare la struttura delle canzoni, che restano fluide ma dal ritmo incalzante, con armonie che affondano direttamente nel gospel. Sei brani che non annoiano mai, in cui assistiamo alla nascita di un nuovo genere, derivato dalla disco ma con una nuova ossatura ritmica: il basso slap in primo piano, che diventerà uno dei marchi di fabbrica del boogie.

Un album nato nell’underground newyorchese, punto di riferimento per chiunque si cimenterà col genere. Logg è l’ennesimo capolavoro soul conosciuto da pochi, ma che rappresenta una pietra miliare del post-disco e il vero inizio del boogie. Non a caso fu pubblicato dalla Salsoul, quasi a voler sancire l’inizio di una nuova era.



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