Tokyo Groove: Viaggio Nel City Pop - Miki Matsubara
Miki Matsubara, cantautrice e pianista dalla voce inconfondibile, nacque il 28 novembre 1959 a Nishi-ku, nella prefettura di Osaka. A soli 19 anni decise di lasciare la sua città natale per trasferirsi a Tokyo, spinta da un sogno: vivere di musica. Una scelta coraggiosa che l’avrebbe portata a diventare una delle figure più riconoscibili della scena City Pop.
Il suo esordio discografico arrivò nel 1980 con Pocket Park, un debutto folgorante che ancora oggi resta il suo lavoro più amato e compiuto. Dentro c’era già tutto: la raffinatezza delle produzioni, l’intreccio tra pop, funk e jazz, ma soprattutto quella capacità di raccontare la vita urbana del Giappone in pieno boom economico. Tra le tracce spicca Mayonaka no Door / Stay With Me, una canzone che conquistò subito il pubblico, raggiungendo il 28° posto nella classifica Oricon. Un successo che ha superato il tempo: decenni dopo, il brano è tornato alla ribalta diventando virale su TikTok e YouTube, riscoperto da una nuova generazione di ascoltatori.
Nel corso della sua carriera, Miki pubblicò dieci album e collaborò con nomi importanti come Tatsuro Yamashita, Ryūichi Sakamoto e Masaki Matsubara. Il suo ultimo disco, WiNK, uscì nel 1988, segnando la fine della sua parabola discografica. Dopo la sua scomparsa, avvenuta il 7 ottobre 2004 a causa di una grave forma di mielodisplasia, due raccolte postume – The Winner e Back To Paradise – hanno contribuito a tenere viva la sua memoria. Nonostante una carriera relativamente breve, l’eredità di Miki Matsubara è rimasta intatta. Pocket Park è considerato una pietra miliare del City Pop: brani come Stay With Me ne definiscono l’essenza, mentre altri come il mid-tempo It’s So Creamy o la ballad That’s All rivelano la delicatezza e l’eleganza di una musicista capace di emozionare con sincerità.
Più che un semplice album, Pocket Park è un ritratto sonoro dell’epoca: racconta i contrasti di un Giappone sospeso tra modernità e tradizione, tra il frastuono della metropoli e la malinconia di un sentimento privato. Un disco che, oggi come allora, riesce a toccare corde profonde e a parlare a chiunque abbia voglia di ascoltare.
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