Inserire la YMO nel contesto del City Pop potrebbe sembrare una forzatura, ma, come vedremo, non lo è. Haruomi Hosono, Ryuichi Sakamoto e Yukihiro Takahashi sono stati gli architetti nascosti che, dietro le quinte, hanno contribuito a plasmare questo genere musicale. Haruomi Hosono, ad esempio, ha fatto parte degli Happy End, una band che ha gettato le basi del City Pop, mentre Sakamoto e Takahashi hanno svolto un ruolo chiave come arrangiatori e produttori negli album di diversi artisti che si cimentarono con il genere, conosciuto all’epoca in Giappone come “New Music”.
La YMO si è avvicinata al City Pop con un solo album, Naughty Boys, considerato non a caso il loro lavoro più pop e il loro maggiore successo commerciale. È stato anche l’ultimo album synth-pop giapponese a raggiungere la vetta della classifica Oricon, un record rimasto imbattuto fino all’uscita di Game delle Perfume nel 2008. In Naughty Boys, sembra quasi che la YMO abbia voluto mettere a frutto tutta l’esperienza accumulata lavorando come produttori e arrangiatori per altri artisti, creando un album di synth-pop che regge il confronto, e in alcuni casi supera, le produzioni occidentali dell’epoca.
Attenzione però: a parte il brano d’apertura Kimi Ni Mune Kyun - Uwaki Na Vacance, che è un pezzo propriamente City Pop, il resto dell’album esplora un techno-pop sofisticato ma comunque accessibile. Questa apparente contraddizione è solo il riflesso della loro capacità di coniugare immediatezza e complessità sonora. Da segnalare è anche il contributo di Bill Nelson, ex membro dei Be-Bop Deluxe, che con la sua chitarra costruisce trame sonore in grado di dialogare con i synth in modo discreto, trasfigurando il suono dello strumento e integrandolo perfettamente nel contesto dell’album.
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