Bags & Things - Dennis Lambert (1972, Dunhill ABC Records)


Dennis Lambert, cantautore newyorchese nato nel 1947, è anche produttore discografico, pianista e chitarrista, ed è noto per il suo contributo al pop e al soul a partire dagli anni ’60. Insieme al suo storico partner Brian Potter, ha scritto e prodotto brani per artisti quali The Four Tops, Glen Campbell, The Righteous Brothers, Dusty Springfield e Commodores. Nel 1972 ha pubblicato il suo unico album solista,
Bags and Things, un lavoro di pop-soul di rara qualità che si è rivelato sorprendentemente innovativo per l’epoca.

Si tratta di un’opera raffinata e ricca di sfumature melodiche, che offre un ascolto che va ben oltre il semplice intrattenimento, proponendo vere e proprie narrazioni musicali nello stile di quella stagione gloriosa in cui il confine tra i generi si faceva fluido, regalandoci una creatività oggi appannaggio di pochi. In sostanza, Lambert anticipa quel cantautorato intimista di impronta pianistica che farà la fortuna di personaggi come Billy Joel, uno stile a cavallo tra pop e soft-rock, che in alcuni momenti ricorda Carole King – come si può notare nel brano Somebody Founds Her Before I Lost Her, sorprendentemente trasfigurato in stile bacharachiano – oppure il cantautorato della West Coast californiana, come in Ashes to Ashes. Non mancano atmosfere rock in I Didn’t Sing (In The New York Subway) e in Something To Remember You By e, contrariamente a quanto il titolo potrebbe far presagire, in Rock’n’Roll scopriamo una canzone autenticamente soul.

Bags and Things potrebbe apparire oggi, ad un orecchio poco attento, terribilmente datato, ma soltanto per chi non coltiva la curiosità e il buon gusto; contestualizzato all’anno di uscita, risulta ben avanti rispetto agli altri lavori del genere di quel periodo.

Nonostante la bellezza dell’album, caratterizzato da una qualità senza compromessi, il lavoro è rimasto in gran parte inosservato e non ha avuto seguito, arricchendo così la categoria degli artisti incompresi e rafforzando il concetto di “unpopular popular music”. Il mio invito è di concedergli una chance e ascoltare una vera e propria gemma del songwriting americano degli anni ’70.




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