Seconda ed ultima parte della puntata dedicata a Tatsuro Yamashita
Il 1978 ci regala altri due album di Yamashita: Pacific, un lavoro strumentale frutto della collaborazione con Haruomi Hosono e Shigeru Suzuki, e il live It’s Poppin’ Time. Nel 1979 arriva Moonglow, esordio di Yamashita con un’etichetta indipendente e che consentirà all’artista più libertà d’espressione, segnando un ulteriore passo avanti nella carriera di Yamashita, che affina la propria tecnica vocale, mai così precisa. L’album si distingue per una sonorità morbida, dove colpiscono la bellezza e la raffinatezza degli arrangiamenti, sempre originali e mai banali. Un esempio perfetto di questo è Full Moon. Molti dei brani sono scritti da Minako Yoshida, in collaborazione con le composizioni di Yamashita. Il disco predilige le mid-ballad in stile yacht rock, e sorge spontanea una domanda: visto che l’album è del 1979, quanto questa scelta musicale sia stata influenzata dalle tendenze dell’epoca, o se invece si tratti di un’anticipazione delle sonorità che avrebbero dominato gli anni a venire. A movimentare l’album, arriva Funk Flushin’, un prelibato pezzo disco/funk dalle suggestioni latin, mentre Hot Shot è una cavalcata soul che, con il suo assolo di chitarra elettrica, pesca nel territorio degli Isley Brothers, risultando semplicemente bellissima. Dopo una ballad e un pezzo in puro stile City Pop, ecco tornare un brano funk alla EW&F con Yellow Cab, probabilmente una delle passioni di Yamashita, una traccia che esplora temi di eccitazione, incertezza e disorientamento, utilizzando l’esperienza di un viaggio in taxi come metafora per il percorso imprevedibile della vita. L’album si chiude con un altro brano in stile “perfect city pop”, scritto da Minako Yoshida, un pezzo solare che celebra il desiderio di vivere appieno l’amore. Moonglow è l’album di Yamashita che è rimasto più a lungo nella classifica Oricon, oltre cinquanta settimane, testimoniando il suo duraturo impatto nel panorama musicale giapponese.
L’inizio degli anni Ottanta segna un momento di straordinaria creatività per Tatsuro Yamashita, pronto a inaugurare il decennio con il primo dei suoi due capolavori assoluti del City Pop. Ride On Time scorre in modo impeccabile: è qui che il City Pop raggiunge la piena maturità, superando l’imitazione dei suoni occidentali per trasfigurarli in un linguaggio musicale nuovo e profondamente originale. Yamashita riesce a entrare in simbiosi con certe sonorità a tal punto da trasformarle in qualcosa di unico, dando vita a un genere personale e autentico.
Purtroppo, il pubblico occidentale ha scoperto questa gemma solo quarant’anni dopo la sua pubblicazione: negli anni Ottanta, il cantato in giapponese costituiva un ostacolo quasi insormontabile per la distribuzione internazionale, confinando capolavori come Ride On Time al mercato nipponico.
L’album si apre con un City Pop solare e accattivante nei brani Someday e Daydream, per poi virare verso un funk energico con Silent Screamer, arricchito da un assolo di chitarra che testimonia l’abilità di Yamashita anche come strumentista. Il brano omonimo, Ride On Time, è l’emblema del genere e rappresenta un punto di partenza ideale per chi si avvicina per la prima volta al City Pop.
La seconda metà dell’album adotta toni più morbidi, ben rappresentati dal mid-tempo Summer e no Tobira, un pezzo in stile balearic scritto da Minako Yoshida, e dalla ballad My Sugar Babe, un omaggio alla vecchia band di Yamashita, gli Sugar Babe. Ancora una ballad si trova in Rainy Day, originariamente scritta per l’album Monochrome di Minako Yoshida e qui riproposta in una versione meno minimalista, con un’eleganza che richiamano sonorità jazz notturne. Con il mid-tempo Kumo no Yukue ni, invece, entriamo nel territorio dello yacht rock, interpretato con quell’eleganza inconfondibile che caratterizza Yamashita.
Il finale è affidato a Oyasumi (Kissing Goodnight), una dolce ballad per sola voce e pianoforte, che ci accompagna verso il mondo dei sogni.
Se Ride On Time è l’album che ha consacrato Yamashita e il City Pop nel pantheon della musica giapponese, due anni dopo il musicista sorprenderà gli appassionati con il suo capolavoro definitivo.
Il 1981 vedrà Yamashita impegnato in un tour attraverso il Giappone insieme ai suoi musicisti, senza nuove uscite discografiche. Tuttavia, l’inizio del nuovo anno, cruciale per le sorti del City Pop, segnerà il debutto di artisti chiave per il genere e la pubblicazione di album destinati a entrare nella storia. Tra questi spicca quello che è considerato il capolavoro definitivo di Yamashita, nonché uno degli album più significativi del genere: For You.
L’album si apre con un riff di chitarra incredibile, riconoscibile tra mille, che è diventato presto iconico e inimitabile. Questo introduce Sparkle, uno dei vertici creativi di Yamashita e del City Pop: un brano funk travolgente, sostenuto da una linea di basso irresistibile e fiati che sembrano provenire direttamente da un’altra dimensione.
Music Book ci porta in territori di puro yacht rock, con un brano luminoso e dal sapore estivo. Dopo un breve interludio, arriva la cover di Morning Glory, originariamente interpretata da sua moglie, Mariya Takeuchi. Yamashita riesce nell’impresa di superare l’originale, trasformando l’introduzione in uno stile più intimista e regalando al brano un’atmosfera rilassata e calda, perfetta per evocare un risveglio mattutino accanto alla persona amata.
L’album prosegue con Futari, una blues ballad ricca di atmosfera, dove Yamashita si cimenta al pianoforte. Con Loveland Island, invece, il disco si immerge nelle sonorità brasiliane, evocando paesaggi tropicali. Love Talkin’ è un pezzo funky in pieno stile yacht rock, arricchito da un assolo di chitarra centrale e da una linea di basso decisa e raffinata.
Hey Reporter cambia registro: è un’invettiva di Yamashita contro i paparazzi e i giornalisti che lo assediarono nei giorni precedenti al suo matrimonio con Mariya Takeuchi. Il brano si muove su un groove funky dal piglio deciso, con un tiro rock alimentato da un assolo di chitarra nervoso e carico di rabbia. Il disco si chiude con Your Eyes, una ballad romantica in stile crooner, che richiama le classiche ballad pop-soul degli anni ’80, enfatizzate da un emozionante assolo di sax.
La ristampa dell’album include alcune bonus track, tra cui spicca あまく危険な香り (That Sweet & Dangerous Scent), brano pubblicato come singolo prima dell’album e colonna sonora di una serie TV omonima. Si tratta di un mid-tempo elegante e irresistibile, che incarna perfettamente lo stile del miglior yacht rock mellow.
For You si distingue non solo per la qualità delle sue canzoni, ma anche per arrangiamenti e produzione impeccabili, eseguiti con una precisione tale da reggere il confronto con le più sofisticate produzioni occidentali, come quelle maniacali degli Steely Dan. È un disco che non ha bisogno di più ascolti per essere apprezzato: rimane una pietra miliare del City Pop e una delle vette più alte mai raggiunte da Tatsuro Yamashita.
FINE DELLA SECONDA E ULTIMA PARTE
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