venerdì 7 febbraio 2025

Sweet Vendetta - Adrian Gurvitz (1979, Jet)


Sì, proprio “quel” Gurvitz: quello dei Gun, dei Three Man Army e della Baker Gurvitz Army, noto da noi per la melensaggine di Classic. Ma dimenticatevi “quel” Gurvitz e ascoltate Sweet Vendetta, un album che ha creato una piccola cerchia di culto intorno all’artista, soprattutto tra i fan del Yacht Rock. Pubblicato nel 1979 dopo lo scioglimento della Baker Gurvitz Army, Sweet Vendetta segna l’esordio solista di Gurvitz. Chi si aspettava una continuazione del sound della band rimase profondamente deluso, tanto che, complice il ricordo di pezzi come Race With the Devil, lo accusarono di tradire la causa del rock. Poco male: nella musica, come nella vita, serve elasticità mentale, qualità che i musicisti hanno ma che spesso manca ai puristi.  

In Sweet Vendetta, Gurvitz abbraccia il lussureggiante pop Westcoast californiano, all’epoca considerato il non plus ultra per produzioni impeccabili e turnisti d’élite. E infatti tra i musicisti spiccano nomi come Jeff e Steve Porcaro, David Hungate, David Paich e Jerry Hey. I brani, tutti firmati da Gurvitz (che curò anche la produzione), sono un viaggio senza intoppi per chi non ha pregiudizi verso il genere. Spiccano mid-tempo come The Wonder of It All, Put a Little Love (con fiati incisivi e un notevole assolo di chitarra elettrica dello stesso Gurvitz) e The Way I Feel, oltre alla notevole ballad One More Time. Alcuni brani risentono della disco-music dell’epoca, ma con una classe rara: ascoltate Love Space, danzabile ma anni luce dalla disco scontata, trita e ritrita riproposta in certi programmi tv in quota nostalgica. 

Dopo Sweet Vendetta, Gurvitz pubblicherà altri due dischi, incluso quello del famigerato tormentone Classic, ma nessuno regge il confronto col lavoro del ’79. Dopo il successo del singolo, si ritirò dalle scene per scrivere per altri artisti (sua è Even If My Heart Would Break, inciso da Aaron Neville e Kenny G nel 1992, inserita nel film “The Bodyguard”), salvo tornare nel ’96 con un album acustico.  

Peccato che nella sua breve carriera solista non abbia proseguito su quelle sonorità soul-pop, preferendo un easy-listening più banale. Resta il fatto che Sweet Vendetta, oggi come oggi, è ancora un piacere per le orecchie.  





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