Signore e signori, oggi parleremo di una leggenda assoluta del City Pop e non solo: Mariya Takeuchi. Conosciuta come la “Karen Carpenter giapponese”, è un’artista straordinaria che ha venduto oltre 16 milioni di dischi nel corso della sua carriera. Moglie del grande Tatsuro Yamashita, Mariya è anche l’autrice di Plastic Love, un brano che alcuni critici hanno definito “la migliore canzone pop mai scritta”, un’affermazione che condivido pienamente.
Mariya Takeuchi nasce il 20 marzo 1955 a Izumo City, in una famiglia proprietaria di una storica ryokan (locanda giapponese) attiva fin dal 1877. Cresciuta in un ambiente ricco di influenze musicali, grazie ai genitori appassionati di musica occidentale, Mariya si innamora in particolare dei Beatles e dei Carpenters. Nel 1972 si trasferisce per un anno a Rock Falls, in Illinois, un’esperienza che consolida ulteriormente il suo amore per la musica occidentale, con una predilezione speciale per la west coast e i cantautori. Mariya Takeuchi firmò il suo primo contratto discografico nel 1978 con la RCA, dopo aver incontrato il musicista Masamichi Sugi, conosciuto al club musicale dell’università in cui studiava, con cui ebbe occasione di collaborare. Il suo debutto avvenne nello stesso anno con un singolo che raggiunse la 17ª posizione nelle Oricon Charts, la classifica musicale giapponese. Ci concentreremo in particolare sul periodo compreso tra il 1980 e il 1984, durante i quali la Takeuchi lasciò un’impronta indelebile nel City Pop, contribuendo significativamente alla sua evoluzione e affermazione.
Love Songs (1980, RCA)
Il brano di apertura, Fly Away, scritto da Peter Allen e presente anche nel suo album capolavoro prodotto da David Foster, Bi-Coastal, è esemplare in tal senso. Tuttavia, questa traccia rappresenta una sorta di “falsa partenza”, poiché il resto di “Love Songs” si orienta verso uno stile di pop più vicino alla canzone americana di inizio anni ‘60, una presenza quasi costante nella discografia della Takeuchi. In diversi brani è evidente l’influenza dei Carpenters, di cui Mariya Takeuchi era una grande fan; un esempio emblematico è Little Lullaby, la ballad che chiude l’album, cantata in inglese.
Nonostante queste influenze, l’album funziona alla perfezione ed è uno dei primi tasselli su cui si costruirà il genere City Pop.
Miss M (1980, RCA)
Miss M, pubblicato nel 1980, è a mio avviso non solo il miglior lavoro di Mariya Takeuchi, ma anche uno degli album più belli di tutto il City Pop. Nonostante molti considerino Variety il suo capolavoro, credo che sia Miss M a rappresentare il suo apice artistico, ma di Variety parleremo in un secondo momento.
Anche per Miss M torna il legame con i Carpenters, non tanto per le canzoni presenti, (tranne una) quanto per la figura di Jack Daugherty, proprietario dei Monterrey Sound Studios e storico produttore del celebre duo. Ciò che rende grande questo album, oltre alle canzoni, sono i musicisti coinvolti, i produttori e gli arrangiamenti. Insomma, per farla breve, il lato A vede la partecipazione di Jay Graydon e David Foster sia come arrangiatori che come turnisti, con Jeff Porcaro alla batteria, David Hungate al basso, Steve Lukather alla chitarra, e Bill Champlin e Carmen Twillie ai cori.
Non sono da meno i musicisti giapponesi presenti nel lato B: il leggendario chitarrista Shigeru Suzuki, il pianista Nobuyuki Shimizu e il bassista Kenji Takamizu, accompagnati ai cori da Yasuhiro Abe e Tatsuro Yamashita. Nulla è stato lasciato al caso, come dimostrano anche gli autori delle canzoni, tra cui spiccano nomi del calibro di David Lasley, Peter Allen, Marc Jordan e Alan O’Day.
L’album si apre con Sweetest Music, un vivace brano soft rock dalle influenze soul, cantato in un eccellente inglese da Mariya Takeuchi. Scritto da David Lasley e Peter Allen, il pezzo è impreziosito da un eccezionale assolo di chitarra firmato Jay Graydon.
Segue Every Night, un elegante mid-tempo in stile blue-eyed soul, tipico del sound di Peter Allen. Morning Glory, invece, è una canzone scritta e composta da Tatsuro Yamashita, che successivamente la includerà nel suo album For You. Questo brano, pur seguendo le orme stilistiche del precedente, si distingue per un ritornello memorabile che si imprime nella mente e non ti lascia più. Il lato A continua con il raffinato mid-tempo Secret Love, un brano che richiama le produzioni di David Foster per i Manhattan Transfer. Anche questo pezzo, cantato in inglese, si distingue per eleganza. Il lato A si chiude con Heart To Heart, una canzone dalla storia affascinante. Come accennato, Mariya Takeuchi è considerata la “Karen Carpenter giapponese” e una grande fan della celebre cantante americana. Proprio Heart To Heart, una struggente ballad, venne reinterpretata da Karen Carpenter, assumendo il titolo Now. Fu l’ultima registrazione della cantante americana, realizzata nell’aprile del 1982 durante una pausa dalle cure mediche a New York, mentre era temporaneamente tornata in California. Il brano venne registrato in un’unica sessione e completato da Richard Carpenter mesi dopo la sua morte, per poi essere pubblicato nell’album postumo Voice of The Heart.
Il lato B, registrato precedentemente in Giappone, si apre con Two Vacations. Lo stile rimane coerente, con una preferenza per brani mid-tempo e ballad. Tra queste, spicca l’evocativa Driving in The Rain, che evoca atmosfere da club notturno grazie ai suoi toni jazzati. La chiusura dell’album è affidata a Farewell Call, una ballad romantica caratterizzata da una grande apertura melodica e un ricco arrangiamento orchestrale, che richiama chiaramente le atmosfere tipiche dei Carpenters.
Miss M può essere considerato uno dei capolavori assoluti del City Pop, se non il capolavoro per eccellenza. Sebbene alcuni potrebbero dissentire a causa delle forti influenze Yacht Rock, è proprio grazie alla produzione e agli arrangiamenti che l’album acquisisce un’aura di internazionalità, venuta pienamente alla luce solo dopo quasi quarant’anni dalla sua pubblicazione, quando l’Occidente si è finalmente accorto della sua straordinaria bellezza.
FINE PRIMA PARTE
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