lunedì 30 dicembre 2024

Vibrazioni Urbane: I Top 10 City Pop del 2024

Da qualche anno il City Pop ha conosciuto un rinnovato interesse, grazie anche all’attenzione dedicata al genere dagli appassionati occidentali. Ancora oggi alcuni nuovi artisti del Paese del Sol Levante si cimentano con ottimi risultati in questo stile, mantenendolo vivo e ben lontano dall’essere dimenticato. Orientarsi nella vastissima produzione discografica giapponese non è semplice, soprattutto perché gli artisti di City Pop vengono spesso sbrigativamente etichettati come J-Pop, un genere decisamente diverso.

Per la prima volta, quindi, mi sono cimentato nello stilare una selezione di dieci album pubblicati nel 2024 che mi hanno colpito particolarmente, cercando di offrire uno spunto per esplorare il meglio della nuova ondata di City Pop, o Nu City Pop che dir si voglia.

Illusions - Ryusenkei (2024, Alfa Music)

Ryusenkei è un progetto musicale nato nel 2006 grazie a Tetsuro Yafune, un musicista e produttore che si distingue per un sound ispirato al City Pop degli anni ’70 e ’80. La sua musica mescola un’estetica rétro con sonorità moderne, creando un’atmosfera che richiama il passato ma con un tocco contemporaneo. “Illusions”, il suo ultimo album uscito ad aprile 2024, segna una nuova collaborazione con la cantautrice Sincere, alias Cynthia, che interpreta tutte le tracce, ad eccezione della composizione strumentale. L’album è un viaggio nelle atmosfere evocative tipiche del progetto Ryusenkei, dove si alternano brani con influenze disco, come quello d’apertura, a pezzi che richiamano il soul, il jazz e il sophisti-pop degli anni passati. Ogni composizione è curata nei minimi dettagli, con arrangiamenti impeccabili che non lasciano nulla al caso. “Illusions” riporta alla mente i grandi successi di quel periodo, tanto che un ascoltatore distratto potrebbe facilmente scambiarlo per un lavoro degli anni ’80.

Best Friend - Asagaya Romantics (2024, Asagaya Romantics)

Gli Asagaya Romantics sono una band di cui ho poche informazioni, tanto che non conosco i nomi dei membri, ma posso dire che sono in cinque, almeno a giudicare dalla foto del loro profilo sui servizi di streaming, composta da due ragazze e tre ragazzi. Il loro nome richiama il quartiere Asagaya di Tokyo, noto per il suo fascino nostalgico e le sue stradine piene di piccoli bar e caffè, un’atmosfera che si riflette nella loro musica. Best Friend” è un EP che purtroppo contiene solo quattro tracce. Le loro canzoni sono ispirate a storie d’amore nostalgiche e alla semplicità della vita urbana. Sebbene il brano di apertura presenti influenze reggae ben integrate nel City Pop, il resto dell’EP si sviluppa verso un suono sophisti-pop, con la chitarra che richiama i gruppi pop inglesi della corrente dreamwave degli anni ’80, il tutto avvolto in un’atmosfera eterea.

Magic Hour _ Lovers At Dusk_ - Toshiki Kadomatsu (2024, Sony Music Labels Inc.)

Per chi è appassionato della scena originale del City Pop, Toshiki Kadomatsu non ha bisogno di presentazione. Per chi non lo conoscesse, posso dire che è stato uno dei protagonisti più importanti del genere, autore di tre album pubblicati negli anni ’80 che sono diventati pietre miliari: “After 5 Crash”, “Weekend Fly To The Sun” e “Gold Digger”. Oltre a essere un cantante, è anche un talentuoso chitarrista, produttore e arrangiatore, avendo lavorato con artisti come Anri e Mariya Takeuchi. Il 2024 ci ha regalato ben due nuovi album di Kadomatsu, segno di una rinnovata energia artistica. “Magic Hour” è un album composto da otto tracce che mescolano sonorità funk, jazz e R&B, con una particolare predilezione per il funk in stile anni ’80. Da segnalare il brano omonimo “Magic Hour”, che rappresenta l’apice del City Pop nella sua forma più autentica. Non manca una ballad dal sapore nostalgico, “Turn on Your Lights”, e brani come “Crows”, arricchito da fiati, che rappresenta un perfetto esempio di urban contemporary, con reminiscenze delle produzioni anni ’80 di Al Jarreau. Niente di particolarmente nuovo, mi si potrebbe dire, ma “Magic Hour” suona davvero maledettamente bene.

Tiny Scandal - Toshiki Kadomatsu (2024, Sony Music Labels Inc.)

Il secondo album di Kadomatsu del 2024 è stato pubblicato l’11 dicembre, giusto in tempo per entrare nelle playlist di fine anno. “Tiny Scandal” si distingue per essere il primo album completamente strumentale prodotto da Kadomatsu, che ha l’opportunità di mettere in mostra tutta la sua abilità chitarristica. L’album è un perfetto esempio di fusion/jazz (con quel cazzo di basso slappato che tanto mi piace) ma attenzione, di quello che abbiamo imparato ad amare negli anni ’80, nel suo periodo migliore, non certo di quella versione smarmellata che va sotto il nome di smooth jazz che ne ha preso il suo posto negli anni successivi. Tiny Scandal” piacerà non solo agli appassionati di fusion classica, ma anche a chi ama la chitarra elettrica. È infatti un vero peccato non conoscere l’arte di Toshiki Kadomatsu. Non avete più scuse, quindi: niente idiosincrasie legate al cantato in giapponese, perché qui tutto è strumentale, e l’unico brano cantato è in inglese.

Aquarium City - Louie Zong (2024, Fuji Apple Records)

Contrariamente a quanto potrebbe suggerire il nome e il genere di questo lavoro, Louie Zong non ha origini giapponesi, ma è un musicista, illustratore e artista visivo americano nato nel 1994. La copertina di “Aquarium City”, infatti, è sua. Zong è conosciuto per esplorare generi come chillwave, lo-fi hip-hop ed electronic ambient. In “Aquarium City”, un album completamente strumentale, tranne un brano, ci immergiamo nel City Pop fino al collo, e lo stesso Zong ha dichiarato di essersi ispirato all’artista Masayoshi Takanaka per questo progetto. L’album si distingue come uno dei migliori del 2024 in questo genere, offrendo una vera e propria delizia musicale, perfetta per essere ascoltata durante le pigre giornate estive, ma anche un ottimo rimedio per le tristi giornate piovose. Con “Aquarium City”, Zong ha creato un paesaggio sonoro rilassante, caratterizzato da melodie delicate e atmosfere eteree.

Panorama - Blu-Swing (2024, junonsaisai records)

Mika Arisaka è il vero nome dell’artista giapponese conosciuta come Blu-Swing, e “Panorama” è il suo sesto album in studio. Blu-Swing ha conquistato il pubblico grazie alla sua abilità nel combinare influenze rétro con sonorità contemporanee, attirando sia gli appassionati di jazz e R&B che coloro che sono affascinati dal revival del City Pop giapponese. La cantante si è distinta anche per la sua capacità di mescolare il linguaggio musicale occidentale con quello giapponese, mantenendo una forte identità culturale pur restando accessibile a un pubblico globale. Panorama” non fa eccezione a queste influenze, con brani che in alcuni momenti richiamano il sound degli Swing Out Sister, mentre in tracce come “Sunrise” sono le sonorità jazz virate in pop a dominare. Questo brano in particolare è il più bello dell’album, con tratti che ricordano certe sonorità pop degli anni ’60. L’album si distingue per l’eccellente lavoro di produzione e per la splendida voce di Arisaka. Se continueranno a uscire album così, il futuro del City Pop è decisamente assicurato.

Overdreamt - Pictured Resort (2024, Sailyard)

I Pictured Resort, una band originaria di Osaka composta da quattro membri e guidata da Koji Takagi, si sono formati nel 2014. Da allora hanno prodotto quattro album, oltre a diversi EP e singoli. Il loro lavoro più recente, “Overdreamt”, conferma il loro stile unico: un pop dalle atmosfere sognanti e melodie accattivanti, con incursioni nel mondo della dance, come dimostra il brano “Epiphany”Nonostante l’approccio orientato ai sintetizzatori, i Pictured Resort utilizzano anche la chitarra elettrica, creando un mix sonoro equilibrato e originale. La loro musica spazia dal City Pop, evidente in tracce come “Fantasy”, a composizioni più moderne, senza mai perdere un affascinante tocco rétro. Altro punto a favore per noi ascoltatori occidentali, la band canta in inglese.

Decade - Ikkubaru (2024, ikkubaru)

Gli Ikkubaru sono un perfetto esempio del proverbio “nemo propheta in patria”. Sebbene suonino City Pop, provengono dall’Indonesia e hanno ottenuto grande successo in Giappone prima ancora di conquistare il pubblico della loro terra d’origine. La band, composta da quattro membri e originaria di Bandung, si ispira ad artisti come Tatsuro Yamashita e Mariya Takeuchi. Però, nell’album Decade, emerge un’influenza molto “europea”, con richiami a band come Prefab Sprout, Tears for Fears e Love and Money. La loro musica si distingue per un’evidente attenzione alla melodia e un sound pulito che richiama l’estetica rétro. “Decade”, insieme a “Aquarium City”, è uno degli album di City Pop usciti nel 2024 che mi ha colpito di più. Gli Ikkubaru cantano prevalentemente in inglese, fatta eccezione per un brano, e non esitano a esplorare sonorità dance, come nel pezzo “Catch the Love”. La loro vera forza, però, risiede nella capacità di creare canzoni di pop intelligente, ricche di dettagli e con una personalità unica. “Decade” si conclude con un grandissimo brano che omaggia le band vocali soul degli anni ’60 e ’70, nello stile dei Delfonics: “The Man in the Mirror” è un pezzo dal gusto retrò, ma con un sound moderno.

Heartdust - Good Bye April (2024, PANAM/NIPPON CROWN Co. Ltd)

I Good Bye April sono una band giapponese formata nel 2011 a Tokyo, composta da una ragazza e tre ragazzi provenienti da Osaka, Nagano e Kanagawa. “Heartdust” è il loro primo album uscito per una major ed è, tra quelli recensiti, il più autenticamente City Pop anni ’80, inteso come una sorta di sunshine pop alla giapponese, uno stile che mescola freschezza e malinconia, con una forte dose di nostalgia. Non sorprende quindi trovare canzoni dalla base musicale “allegra” con testi che raccontano di sconforto adolescenziale. Heartdust musicalmente è un disco solare, estivo, che scorre senza difficoltà. Non manca di accostare al pop ritmiche reggae, come nel brano “Highway Coconuts”, e di flirtare con la disco in “Dance in Silence”. Per lo più composto da pezzi uptempo, il mid-tempo “Dusty Light” emerge come uno dei brani più belli dell’album. 

A Heart Wave - Evening Cinema (2024, monchent records)

Gli Evening Cinema, band con sede a Tokyo, sono composti da Natsuki Harada alla voce, Kazuaki Yamamoto al basso, Isoken alla chitarra e Mamoru Ishizawa alla batteria. La loro proposta musicale si ispira al City Pop degli anni ’70/’80 e alle sonorità Shibuya-Kei degli anni ‘90. Come i Good Bye April, anche gli Evening Cinema, con “A Heart Wave”, offrono una versione moderna e autentica del City Pop, riuscendo a evitare la trappola del suono datato. Le canzoni dell’album non solo suonano fresche, ma riescono anche a parlare alle generazioni più giovani, soprattutto nel contesto del mercato giapponese. “A Heart Wave” è un album ricco di influenze, dal soul/funk al pop, con “Enchanted” che ne è un ottimo esempio. Ma, essendo un amante dei brani mid-tempo, la mia preferenza va a “Read The Signs”, un pezzo dal respiro melodico ampio, nonostante la dolcezza del ritornello. “A Heart Wave” è un disco che, pur essendo nostalgico, guarda con convinzione al presente.


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