Forse mia figlia, quattro anni più giovane di Kilo Kish, sarebbe in grado di recensire il suo debutto su lunga distanza meglio di me. Dopo tre EP, l'artista afroamericana ha finalmente pubblicato il suo primo album completo. Vi confesso che quando mi trovo ad ascoltare dischi come questo, una mescolanza di avant r'n'b e hip-hop, in cui il canto sembra essere solo un'idea astratta, faccio fatica a esprimere pensieri coerenti. Ma forse è solo una questione di approccio.
Parlando di Kilo Kish, potrei dire che si tratta delle riflessioni di una ventisettenne laureata in design tessile presso la Fashion Institute of Technology, trasformate in musica. E, per essere onesti, ci sono spunti interessanti qui. A volte, la giovane artista non disdegna di sfiorare la melodia, e ci sono brani che risultano abbastanza orecchiabili. Altri, invece, sono esperimenti che cercano di rompere con il già sentito. Il punto debole, come ho già accennato, è la voce, ma forse nell'opera di Kilo è solo un elemento di secondo piano.
L'album vanta venti canzoni, alcune delle quali sono appena abbozzate. Questo riflesso dei tempi attuali, simile a tanti messaggi inviati alle amiche tramite WhatsApp o Instagram, richiede a noi vecchi cinquantenni di essere aperti e disposti ad accettare l'evoluzione musicale, sia nel bene che nel male. In effetti, nonostante tutto, il diario musicale di Kilo Kish non mi è dispiaciuto. A volte, dischi come questo servono a riportarci con i piedi per terra e a scuotere la presunzione di chi ha vissuto l'età d'oro della musica e giudica con sufficienza.
Dare un'ascoltata al mondo di Kilo Kish sul vostro smartphone quando tornate a casa non fa male. Se si tratta di un bluff o dell'inizio di una bella storia, lo scopriremo solo vivendo, come ha detto qualcuno.
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivete quello che vi pare, ma lasciate un nome.
Ogni commento offensivo sarà eliminato.