lunedì 5 gennaio 2015

IL LUNGO ADDIO: PINO DANIELE 1955 - 2015




Ve lo dico in tutta sincerità: ne ho abbastanza di pubblicare post di musicisti che ci lasciano, l'anno appena passato è stata un'ecatombe, il 2015 inizia nella maniera peggiore.

Pino Daniele è stato l'artista che ha reso accessibile alla massa la rivoluzione del sound napoletano iniziata da James Senese insieme ai Napoli Centrale, una fusione di jazz, soul e funk, ingentilite dal blues e dal pop di qualità che il musicista napoletano dal 1979 al 1982 con una serie di album uno più bello dell'altro riuscì a creare.

Ed è di quel periodo il ricordo più caro che ho di Pino Daniele, quando la ricerca sonora era abbinata ad un linguaggio comprensibile per tutti, e finalmente in Italia veniva alla luce un mondo di musica fino ad allora conosciuto da pochi appassionati. Ecco, Pino Daniele per me è stato questo, di quello che ha fatto dopo, diciamo da "Musicante" in poi,  molto spesso è stata maniera, sempre però un gradino sopra agli altri cantanti del mainstream italiano, e quel tocco magico che aveva contraddistinto gli album precedenti si era ormai perso.

Lo ricordo così, con una delle canzoni a me più care.

8 commenti:

  1. Condivido ogni tua parole. Anch'io su Facebook ho voluto ricordarlo in quell'irripetibile magico periodo, in concerto con la sua incredibile formazione di allora, che per me resta la migliore band italiana di tutti i tempi. Mi piaceva anche il suo non essere mai stato personaggio, ma sempre "uomo di musica".

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    1. Grazie Alex. Lo ricordo anche io in concerto al Parco delle Cascine a Firenze, nel 1981. Un concerto memorabile.

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  2. Credo sia in primis per i ricordi legati a diverse sue canzoni, poi alla sua musica in generale e a quella sua "napoletanitá" gentile, non caciarona che ho sempre avuto rispetto per lui.

    Cri IE

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    1. Il sound napoletano è questo, non quella merda del "neomelodico". E sempre rispetto, anche quando molti suoi ultimi dischi non erano ascoltabili.

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  3. Un vuoto enorme per chi come me ha amato dischi come Nero a metà e Vai mo', ma anche tutti quelli fino ad Un Uomo in Blues.
    Faccio fatica ad accettare questa perdita, come ho scritto da altre parti, sento che una parte della mia vita ha perso la sua colonna sonora.

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    1. Una perdita enorme per tutta la musica italiana, e i ricordi è inevitabile che si intreccino con la sua musica. Tanti ricordi.

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  4. Ciao Harmo!
    Mi unisco al dispiacere per la grave perdita musicale, concordo pienamente sui dischi fino a Bella 'mbriana compreso: livelli altissimi, e una capacità unica di fondere la dimensione musicale locale (sua) con quella internazionale che tanto gli piaceva. Il risultato sono stati dischi e canzoni bellissimi. Dopo quel disco l'ho sempre trovato a corto di ispirazione o molto più semplicemente stanco o ripiegato su posizioni più semplicemente 'comode'.

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    1. Ciao Sir.
      Hai detto tutto, fino a Bella 'mbriana livelli davvero alti, poi tanta "sagra del tritello". :o)

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