Di questo disco non ne parlerò mai bene abbastanza, uno degli album fondamentali della musica italiana e naturalmente, del vostro blogger. Il pezzo in questione poi, suonato dal vivo e per chi ha avuto la fortuna di assistere ad un concerto di Pino Daniele in quegli anni, è uno di quelli che resterà scolpito nella memoria. Si è chiamato "Neapolitan Power", un genere coniato per descrivere tutto il movimento di musicisti di e intorno Napoli che fondevano l'amore per il blues, il funk, il jazz e la melodia partenopea in un tutt'uno, ritmi "negroidi", mi sia concesso il termine in senso positivo, un flusso di note e di emozioni, nato dall'ascolto della musica americana e di vecchie canzoni napoletane. James Senese con gli Showmen prima e i Napoli Centrale dopo, Toni Esposito, Tullio De Piscopo, Enzo Gragnaniello, Enzo Avitabile, questa una lista certamente riduttiva dei musicisti che fecero una vera e propria rivoluzione nel campo della musica italiana. Una rivoluzione però senza fare canzoni di protesta, bastava la forza di quel linguaggio per renderla tale. E per inciso, l'ultima vera rivoluzione nella musica italiana.
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Doctor Wu è proprio fantastico, uno specchio della mia coscienza musicale. Quel periodo fu davvero magico e io mi appassionai a tutti ii pezzi del mosaico: da Amoruso a Esposito passando per Senese e Napoli Centrale... C'era della magia! Grande Harmo.
RispondiEliminami pungi nel vivo, questa musica mi attiva godimenti di ancestrale memoria...
RispondiEliminaNon commento mai perchè mi piacciono quasi tutti gli artisti e i pezzi da te postati. Questa è storia. Dico solo che nella vita tutto quello che di italiano andava ascoltato l'ho fatto, ma adesso a parte l'incommensurabile Paolo Conte e l'ignoratissimo Enzo Carella (mai abbastanza riscoperto), gli Artisti partenopei da te citati sono l'unica mia attuale eccezione alla mia dieta musicale tutta anglosassone. Bravo, complimenti per l'ottimo blog.
RispondiEliminaNon per fare il saccente: L'ultimo strascico di Neapolitan Power secondo me l'abbiamo avuto nei 90's con Antonio onorato. Poi la scena si è spostata nelle Puglie, altra vera e propria fucina di artisti a livello INTERnazionale, grazie soprattutto alla Schema Records di Nicola Conte ma anche alla Berardi "Jazz School" di Taranto. Uno tra i tanti, Joe Pisto, è fantastico e suona regolarmente al Ronnie Scott di londra. Gli Hi-Five Quintet sono spesso ospiti al Blue Note di New York...
RispondiEliminaA me Pino piaceva, "Nero a metà" e "Vai mo'" ce li avevo, l'ho anche visto dal vivo un paio di volte in quegli anni lì, il suo era un ottimo gruppo di pop non banale.
RispondiEliminaPerò: dal disco dopo, "Bella 'mbriana, è cominciata una decadenza senza fine di dischi sempre meno necessari. Era il 1982: 30 anni fa.
E, sinceramente, la parola "rivoluzione musicale" faccio fatica a metterla vicina a un - pur bravo - insieme di musicisti pop. Che hanno fatto anche vaccate orrende, vedi De Piscopo e "Andamento lento" o tony Esposito e "Kalimba de luna"...
@Allelimo: concordo con la prima parte del ragionamento (anche se per me la decadenza è partita da Ferry Boat (che vede la presenza di Gadd e Richard TEE); ma non per la seconda: i musicisti da te citati, con l'esclusione di Pino, non sono affatto musicisti pop, sono tutti jazzisti con i controca... (senese, Zurzolo, Amoruso... dei mostri). Di Tullio e Pino amo "Stop Bajon" (andamento lento è davvero una porcheria) e la melodia Kalimba De Luna mi piacicchia abbastanza (le produzioni serie di Esposito sono un'altra cosa). Cheers.
RispondiEliminaringrazio per i complimenti al blog, che pur con il poco tempo a disposizione per scriverci di più, mi sta regalando grandi soddisfazioni, nel mio piccolo cercando di fare opera meritoria parlando di un genere poco considerato qui in Italia. Un saluto ad Alexdoc, benvenuto da queste parti, bella la foto dell'avatar, mi ricorda qualcuno che ho amato molto tanti anni fa e che ancora rispetto, nonostante le ultime prove "imbarazzanti". Tarkus, nessuna saccenza, i commenti sono bene accetti, se poi c'è qualcosa di nuovo da imparare tanto meglio; ad esempio non conosco Antonio Onorato. Concordo sulle onde arrivate dalla Puglia, sono usciti dei musicisti veramente con i controcazzi.
RispondiEliminaAlle, a me è piaciuto pure Bella 'mbriana, io la decadenza la farei iniziare da "Musicante", bel disco comunque ma che già iniziava a perdere quel tocco magico che aveva contraddistinto gli album precedenti. Rivoluzione perché per la prima volta in Italia un gruppo di musicisti con a capo James Senese sono riusciti a portare l'urlo di John Coltrane con il funk e la melodia italiana, anzi, partenopea, una musica che fino ad allora nel nostro paese non avevamo mai ascoltato e sopratutto forse quel che è stato più importante è stato un modo diverso di "sentire" la musica, compresa poi l'esperienza virata nel pop di Pino Daniele e Tullio De Piscopo (concordo con Tarkus, Stop Bajon gran pezzo, una ciofeca Andamento Lento).
@roby
RispondiEliminakaiser, mi ero scordato di risponderti. questa musica fa bene a tutte le età, è una panacea per il tran tran quotidiano e provoca godimento, giusto. ;o)
quanti ricordi... non vale: già una è triste!
RispondiEliminaConoscete l'INTERpretazione di Marisa Monte del brano "..e pò che fà"?
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=SQnMgPqEVJU&feature=fvst
ciao Angie, la memoria ed i ricordi ci fanno migliori, comunque siano.
RispondiEliminaTarkus, grazie della dritta, una meraviglia. prossimamente su questi schermi...BOSSA !
Harmonica, sono nuovo nei commenti ma non nella lettura di questo e del precedente blog, sempre interessanti, e ogni tanto ci troviamo a commentare da Diamonddog. La tua definizione del mio avatar è perfetta, ho scelto quella foto proprio per ricordarlo "com'era", il retro del suo disco che forse gli assomiglia di più. In sintesi, le mie Musiche: Classic Rock, Americana, Hard & Heavy, Pop di qualità, Jazz, Funk, Soul. Di questi ultimi 4 generi qui c'è il meglio.
RispondiEliminaIl Pino di quei pochi anni (1979-1982) è stato uno dei migliori (e rarissimi) italiani a fare Canzone Pop di qualità insieme ai due Lucio nati nel 1943 e al Fossati del periodo 1978-1986.
Purtroppo ero piccolo allora, e ho ascoltato quella musica molto dopo (quando hanno cominciato a fare porcate). Non so se sia possibile definirla rivoluzione, ma di certo, anche quella delle Posse è stata una bella scossa (e io di scosse, purtroppo in questi giorni me ne intendo).
RispondiEliminaTarkus, hai ragione, aggiungi pure "jazz" alla mia frase.
RispondiEliminaPerò il senso non cambia: "sinceramente, la parola "rivoluzione musicale" faccio fatica a metterla vicina a un - pur bravo - insieme di musicisti jazz/pop".
Harmonica: "innovazione" magari, rivoluzione continua a sembrarmi esagerato.
Perchè ecco, nel 1980 erano usciti, per dirne solo 3, "Remain in Light" dei Talking Heads, "Sandinista!" dei Clash e "Closer" dei Joy Division. Se "Vai Mo'" era rivoluzione, questi tre dischi come li definiamo?
La decadenza di Pino per me si è conclamata con Un Uomo In Blues. Prima bene o male ogni suo disco era sempre una novità sonora e comunque una ricerca di qualcosa. Quindi salvo Bella mbriana ovviamente (che è un gran disco), Musicante, Ferryboat e pure Bonné Soirée (che è un altro gran disco). Poi è andata come è andata.
RispondiEliminaMa so' ggusti :)
Comunque non avranno fatto una rivoluzione, ma hanno di certo insegnato a tanti in Italia che esisteva tutto un mondo.
alle, io parlavo di "rivoluzione" specificando che si riferiva alla musica italiana, dopo Battisti loro sono stati, insieme agli Area, quelli che hanno dato una svolta al panorama musicale italiano, facendo opera di fusione di generi provenienti prevalentemente dagli states con la melodia che da sempre è il nostro tratto caratteristico. Non metto sullo stesso piano i pur meritevoli musicisti che operavano nel punk o, per rispondere ad alligatore, nelle posse. Secondo me, lì si è pensato a riprodurre un tipo di suono "forestiero", magari cantato e rimato in italiano e con dei testi non banali, ma dal punto di vista del linguaggio musicale non vedo quale innovazione abbiano portato. Non voglio fare confronti con i dischi da te citati, anche se troppo spesso si è portati ad includere come significative soltanto opere rock-centriche dimenticandosi che anche nel campo della musica nera sono stati prodotti dischi che hanno rivoluzionato il modo di fare musica, lasciando stare gli italiani, penso ad un disco come "Innervisions" di Stevie Wonder, a "What's Going On" di Marvin Gaye e a "Sex Machine" di James Brown, a proposito del quale i tanto lodati Talking Heads non sarebbero quello che sono stati se non avessero incrociato i ritmi funk del padrino del soul, tanto esecrati da tanta critica bianca. E concordo in parte con Rouge riguardo ai dischi di Pino e in tutto con il resto del ragionamento; chiamiamola o no rivoluzione, ma sicuramente hanno dimostrato all'italietta che esistevano altre musiche in giro.
RispondiEliminaNon capisco la differenza tra punk, posse e Pino Daniele e co. - tutti si sono limitati a riprodurre, come dici tu, un suono forestiero proveniente da Usa o Gb, innestandogli sopra i testi in italiano o in dialetto (che, a mio modesto parere, è l'unica cosa "napoletana" del sound di Pino Daniele, almeno nei dischi fino a "Vai mo").
RispondiEliminaSono invece d'accordo sull'importanza di Stevie Wonder, Marvin Gaye, James Brown - però stavo parlando di dischi del 1981, quelli che dici tu sono tutti di un'epoca precedente.
Negli anni a cavallo del 1980 l'innovazione era nel rock, non nel soul o nel r'n'b.
Sulla musica italiana, se proprio vogliamo fare questa distinzione, sono d'accordo per Battisti, che ha davvero innovato. Gli Area, dai, non li conosce(va) nessuno...
Per trovare innovazione (al di là del fatto che piacciano oppure no) allora bisogna rivolgersi a vasco Rossi, a Jovanotti, a Ligabue e ai Litfiba, che hanno portato al grande pubblico elementi che prima non c'erano: il rock, il rap, il "suono mediterraneo"...
semplicemente meraviglioso! Grandioso!
RispondiEliminaRagazzi vi siete dimenticati dell'unico grande fondatore del NEAPOLITAN POWER nonchè fondatore degli Showmen con Senese.
RispondiEliminaMARIO MUSELLA il "nero a metà", a cui Pino Daniele dedica il suo miglior lavoro discografico, a cui Enzo Avitabile dedica DOLCE SWEET M.
Claudio Baglioni dichiarò che "la voce di Mario scuoteva, ammaliava, entrava dentro, forse la più bella in assoluto con quella di Demetrio Stratos...".
Vorrei citare una sua canzone per dirgli:
Mi sei entrato nel cuore!!!!
GRAZIE MARIO grazie per la tua meravigliosa .. grazie Showmen!!!
Salve a tutti io sto scrivendo una tesi su Mario Musella e il fenomeno del Nepolitan Power qualcuno saprebbe consigliarmi libri o articoli inerenti a questo argomento? grazie in anticipo
RispondiEliminaSalve a tutti io sto scrivendo una tesi su Mario Musella e il fenomeno del Nepolitan Power qualcuno saprebbe consigliarmi libri o articoli inerenti a questo argomento? grazie in anticipo
RispondiEliminaSalve a tutti io sto scrivendo una tesi su Mario Musella e il fenomeno del Nepolitan Power qualcuno saprebbe consigliarmi libri o articoli inerenti a questo argomento? grazie in anticipo
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