
L'ho rivisto allo scorso festival di Sanremo, a cantare in un'improbabile accoppiata insieme ai Matia Bazar e sinceramente ne avrei fatto a meno. Qualcosa del grande vocalist che era stato affiorava qua e là, ma in fondo è stato triste vederlo su quel palco. Del resto molte primavere sono passate da quando Al Jarreau insieme al produttore Jay Graydon ridefiniva in tre album consecutivi il linguaggio del pop sofisticato, che diverrà una precisa caratteristica del sound losangelino di quegli anni. Il primo album dell'accoppiata Jarreau-Graydon uscirà nel 1980 a titolo "This Time", ci collaborarono dei musicisti fenomenali, tra cui mi preme ricordare Chick Corea ed Earl Klugh, nove brani in cui viene rimarcata la versatilità dell'artista nell'affrontare sia canzoni dall'impronta jazz, come pure quelle in cui il soul-pop la fa da padrone. Il brano più bello del disco è "Distracted", un bell'esempio di canzone mid-tempo con influenze sweet-funk, ma anche negli altri pezzi si ha una conferma di quello che appare come una perfetta commistione di generi, come in un piatto di buona cucina: gli ingredienti, così ben miscelati, daranno sostanza alla pulizia formale e alla tecnica strumentale e vocale contenute nel disco. Insomma, una lezione di stile che inizia con questo album, andando poi al suo completamento con "Breakin' Away" del 1981, concludendosi nel 1983 con "Jarreu". Ne riparleremo.