Paper Can’t Wrap Fire - Don Glori (2025, Mr Bongo)


Don Glori non è un sacerdote ma è lo pseudonimo di Gordon Li, un polistrumentista, compositore e produttore originario di Melbourne, Australia. Il nome “Don Glori” è un anagramma del suo vero nome. Attualmente risiede a Londra, dove continua a sviluppare il suo stile musicale unico.

Il terzo capitolo di Don Glori, uscito il 16 maggio 2025 per l’etichetta Mr Bongo, porta un proverbio cinese come titolo, “Paper Can’t Wrap Fire”, e suggerisce già il tema portante: verità ineludibile e maschere da sfoggiare nel gioco delle apparenze. Qui Gordon Li abbandona l’impronta più marcatamente fusion dei lavori precedenti per tuffarsi in un mare di soul, R&B e funk, pur senza tradire le sue radici da improvvisatore. Ogni brano offre una combinazione unica di groove, armonie vocali e arrangiamenti strumentali che evidenziano la versatilità e la creatività di Don Glori.

Il disco si è materializzato in appena due giorni di incisione presso i Rolling Stock Studios di Collingwood, nella comunità musicale di Naarm/Melbourne, e riflette un modello “familiare”: alla guida rimane la band storica di Don Glori (Tim Cox, Al Kennedy, Joel Trigg, Robyn Cummins, Lachlan Thompson), affiancata da ospiti come M.L. Hall e la percussionista Alcides Neto, la cui impronta brasiliana introduce una sensualità ritmica che equilibra la sospensione strumentale con un calore concreto. Il risultato è un’incursione nel soul e nella R&B che non rinuncia a scorci di jazz, facendosi ponte tra passato e futuro senza mai scadere nel revival sterile.

Sul piano sonoro, Paper Can’t Wrap Fire alterna momenti di riflessione a passaggi di groove pungente: l’apertura notturna di “Disaster” sfuma in armonie quasi gospel, mentre singoli come “Brown Eyes” esplorano la forza delle comunità emarginate con impeto emotivo ma senza retorica. L’album funziona sia come colonna sonora per un aperitivo in giardino sia come compagno di meditazione in cuffia: un’opera compatta ma stratificata, pensata per svelarsi a ogni ascolto.

Paper Can’t Wrap Fire si impone dunque come uno dei lavori più coerenti e personali di Don Glori: un invito all’ascolto che parte dalla materia organica degli strumenti e arriva dritto al nucleo delle emozioni, senza filtri e senza artifici. 




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