Tokyo Groove: Viaggio Nel City Pop - Haruomi Hosono

Se esiste un monumento della musica giapponese, accanto a Ryuichi Sakamoto, è senz’altro Haruomi Hosono, al punto che posso dire senza esitazioni che, senza di lui, il City Pop non sarebbe mai esistito. Nato a Tokyo nel 1947, Hosono ha iniziato la sua carriera negli anni ’60 con la band degli April Fools, ma è stata la sua carriera da solista e con la YMO a consacrarlo come una leggenda. Hosono è stato molto più di un semplice musicista: è stato uno sperimentatore, un visionario che ha saputo interpretare e plasmare il suo tempo. 

Ascoltando gli album solisti di Hosono, la cosa che emerge con chiarezza è che non ci si annoia mai. Ogni disco è unico, con una varietà di stili e soluzioni musicali brillanti. Due album in particolare, nel contesto di precursore del City Pop, mi hanno colpito profondamente: Hosono House e Paraiso, quest’ultimo realizzato insieme alla YMO. 


Hosono House - (1973, Belwood Records)

Hosono House, pubblicato nel 1973, si distingue per la sua vasta gamma di influenze: si passa dal country al folk, dalla psichedelia alla west coast, fino ad arrivare a suggestioni afrobeat. La bellezza dell’album sta proprio nel fatto che, pur essendo così variegato, non suona mai disorganico, anzi. 


Paraiso - (1978, Alfa) 

Nel 1978, con Paraiso - uscito a nome Haruomi Hosono & The Yellow Magic Orchestra - Hosono abbraccia il tropicalismo e i synth, dando vita a un disco che colpisce per la sua semplicità, senza però sacrificare la profondità dei brani. L’album riflette perfettamente la sua visione musicale, fondendo elementi di musica brasiliana e del Sud America, come nel brano Asatoya Yunta, con la tradizione musicale giapponese. Paraiso segna la fine della fase folk di Hosono e segna l’inizio di una direzione più globale, mescolando generi in un modo che prefigura il substrato sonoro del City Pop. Oggi, Paraiso conserva ancora tutta la modernità che lo caratterizzava al momento della sua uscita. Successivamente, con la fine della YMO, Hosono si dedicherà alla musica elettronica sperimentale e all’ambient, ridefinendo non solo i confini della musica giapponese, ma anche quelli della musica globale. Il rinnovato interesse per il City Pop ha contribuito a riscoprire la sua opera, che per molti era ancora sconosciuta, facendo luce su un talento che merita di essere ascoltato e apprezzato ancora oggi.








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