Tra tutti i musicisti che si cimentano con il retro-soul, Mike Farris si distingue per la sua autenticità: non sembra interessato a replicare una formula di successo, ma vive la musica con un’intensità che trasmette emozioni genuine, superando il mero omaggio stilistico. Dopo aver debuttato come frontman degli Screamin’ Cheetah Wheelies, band hard-rock, Farris ha intrapreso la carriera solista concentrandosi sulla musica black, arrivando a vincere un Grammy per il miglior album gospel nel 2014 con Shine For All The People e passando al blue-eyed soul con l’album del 2018, Silver & Stone.
Adesso si presenta con The Sound Of Muscle Shoals, un album di musica soul sporca, fangosa e unta, che rappresenta il fulcro della sua nuova avventura musicale. Il titolo è un chiaro riferimento ai celebri FAME studios dell’Alabama, dove Farris ha registrato il disco, accompagnato dalla base ritmica degli Shoals e da altri ottimi musicisti, sotto la produzione di Rodney Hall, figlio del defunto fondatore dei FAME studios.
Il risultato è una miscela esplosiva di R&B sanguigno e southern-soul, che sfocia nel southern-rock e in alcuni momenti nel country-soul. La voce grintosa e la chitarra di Farris completano il quadro, passando con disinvoltura dai pezzi più potenti alle ballate più delicate. In tracce come Before There Was You And I si respira l’epos e l’intensità di Otis Redding, quasi come se il leggendario cantante si fosse trasfigurato nella voce di Farris. L’intero album, però, non ha cedimenti e incanta dall’inizio alla fine, con momenti di particolare spicco, come in I’ll Come Running. Qui, la voce appassionata di Farris, mai eccessiva, si fonde con un arrangiamento che tocca le corde dell’emozione, evocando lo stile di Tom Petty in modo così convincente da sembrare un omaggio diretto al suo repertorio.
A completare il quadro, Farris rende omaggio a Petty con una delle due cover presenti sul disco: Swingin’, una tra le canzoni meno conosciute del cantautore nativo della Florida, che Farris riesce a far propria, ridandole nuova vita in un bell’esempio di country-soul. L’altra cover, “Slow Train” degli Staple Singers, permette invece alle radici gospel di Farris di emergere, senza far rimpiangere l’originale. Infine, Bright Lights rappresenta la seconda incursione in chiave country-soul, dove la voce di Farris si fa più rilassata, accompagnata magistralmente dalla pedal steel.
Ma tra tutte le undici canzoni del disco – e sottolineo che non se ne trova una debole – la mia preferita è Heavy On The Humble, un perfetto esempio di southern-rock-soul che ti trascina per le strade polverose dell’Alabama, tra i redneck dei Southern States, accompagnato da pantagrueliche abbuffate di costine di maiale alla griglia, annaffiate da fusti di birra.
Se amate i Rolling Stones, Clarence Carter, Joe South e Otis Redding, e tutto quel soul che amoreggia con il blues e il rock, non potrete fare a meno di The Sound Of Muscle Shoals e lo amerete visceralmente, in quella che si configura come una delle migliori uscite del 2025.
Voto 8/10
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivete quello che vi pare, ma lasciate un nome.
Ogni commento offensivo sarà eliminato.