Dinner Party - Enigmatic Society

Pensa di essere come il cuoco Giorgione davanti ad un mixer: al posto di carote, cipolle, sedano e prezzemolo mettici dentro Robert Glasper, Kamasi Washington, Terrace Martin e 9th Wonder frulla e fai una purea. 

Il risultato non sarà un mix per soffritto ma un disco degli Enigmatic Society prodotto dalla Sounds of Crenshaw dal titolo “Dinner Party”. Ma è buona ‘sta cosa? Funziona? 

Beh, intanto partiamo dicendo che ti dovranno bastare 9 tracce per 25 minuti, tanto quanto dura l’album per capire se la ricetta ha basi solide o non sia altro come quei piatti scenografici dalla poca sostanza. 

Come in tutte le produzioni in cui è presente Robert Glasper le canzoni iniziano a gonfiarsi promettenti per poi afflosciarsi come torte mal lievitate, come essere in presenza di prove in essere più che di brani compiuti. 

Che nonostante la presenza di quattro presunti geni della musica, mano a mano che il disco va avanti hai come la sensazione di essere preso per il culo, e a niente serve il sample di “I Can Go For That (No Can Do) di Hall & Oates contenuto in “Can’t Go” a risollevarne le sorti, anzi, ti fa venire una immanente voglia di andare ad ascoltare l’originale. 

Quello che trovo incomprensibile, ma non poi più di tanto, è il voto affibbiatogli da Pitchfork, un bel 7.6, per un lavoro che pare fatto da un gruppo di amici in botta al risveglio, dopo una serata passata a scolare vodka e Lexotan. 

Così “Dinner Party” scivola via come come un’onda che si ritira dalla sabbia, resta un senso di incompiutezza e di tanto spreco per tutti quei talenti messi insieme. 

Come bruciare un soffritto, per l’appunto 


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