Vi hanno mai raccontato, da bambini, storie di mistero d’inverno, seduti davanti a un caminetto mentre il legno scoppiettava? E se sì, ci credevate? Beh, io sì, e scommetto che anche voi. Ora, immaginatevi di tornare indietro nel tempo, mettete da parte gli smartphone e, per il tempo di una canzone, ascoltate questa storia.
La nostra storia inizia nel 1983, ma potrebbe anche essere cominciata nel 2014, ma non importa, spiegheremo il perché più avanti. Il protagonista di questa storia potrebbe essere un fantasma o forse una persona in carne e ossa, ma questo non è così importante.
Come chiameremo il nostro personaggio principale? Lewis, Lewis Baloue o Randy Wullf?
Cominciamo con Lewis, un ricco playboy canadese biondo con una passione per la musica. Nel lontano 1983, forse, arrivò con la sua Mercedes bianca decappottabile in uno studio di registrazione a Los Angeles (uno studio solitamente frequentato da band di hardcore punk) per realizzare un sogno: registrare un disco “private press” sotto l’etichetta RAW, che è l’acronimo di Randall A. Wullf, e che potrebbe essere il vero nome del milionario canadese. Questo disco sarebbe diventato noto come “L’amour”, una collezione di dieci canzoni con melodie decadenti, cantate con una voce fragile e intima, accompagnate da un sottofondo ultraminimalista di pianoforte, chitarra e sintetizzatore.
“L’Amour” è stato riportato alla luce nel 2012, grazie a una o due copie esistenti, e poi è stato ristampato in digitale e su vinile nel 2014 dall’etichetta Light In The Attic, diventando uno dei casi musicali dell’anno e uno dei migliori dischi del 2014. Senza dubbio, eravamo più maturi musicalmente per apprezzare un disco del genere, ma ne parleremo ancora.
La storia finisce qui? Neanche per idea. Pochi mesi dopo il ritrovamento di “L’Amour”, compare un annuncio su eBay di un disco venduto a 1725 dollari, estremamente raro, si dice che ci siano solo una o poche copie. In realtà, le copie erano tre: la seconda è stata trovata nel caveau di un collezionista di dischi e DJ di nome Kevin “Sipreano” Howes a Vancouver, mentre la terza è stata ritrovata in un negozio di dischi di Calgary. Sulla copertina del disco, intitolato “Romantic Times”, c’è un signore biondo in un completo doppio petto bianco con un sigaro tra le dita, sullo sfondo una Mercedes decappottabile in stile Miami Vice e un jet privato. Il nome sull’album non è più Lewis, ma Lewis Baloue, e sì, con un’occhiata più attenta, è lo stesso Lewis che era sulla copertina di “L’amour”.
A questo punto, la Light In The Attic annuncia al mondo la scoperta del secondo lavoro del misterioso Lewis, dichiarando la sua intenzione di digitalizzarlo e ristamparlo. Ma non ha considerato l’idea che alcuni potrebbero pensare che questa storia sia una bufala. Molti appassionati e collezionisti pensano che tutto questo possa essere un inganno costruito ad arte. Tuttavia, la serietà della Light In The Attic non è in discussione, quindi, pur con un iniziale scetticismo, possiamo accettare la versione dell’etichetta discografica.
E ora, com’è “Romantic Times”, vi chiederete. Se “L’amour” rappresentava un territorio di ascolto che poteva essere compreso anche trent’anni dopo la sua creazione, “Romantic Times” lo rende ancora più complicato. Qui, l’uso di synth e drum machine è predominante rispetto al lavoro precedente, con sporadiche apparizioni di pianoforte, sassofono e chitarra acustica. La voce di Lewis è ancora più sofferente e quasi impercettibile, come se provenisse da un fantasma in una sala di registrazione che improvvisamente decidesse di cantare. “We Danced All Night” è un esempio paradigmatico: una sorta di “Strangers in The Night” alla Sinatra, ma cantata da Lewis come se fosse sotto l’influenza di sostanze.
La canzone, così come le altre, ha un effetto ipnotico. All’inizio ti chiedi cosa stai ascoltando, ma non riesci a staccarti, anzi, una volta finita, non vedi l’ora di ricominciare. Il termine che viene in mente è “straniante”, e questa è probabilmente la parola più appropriata. E’ anche malinconico, come se la vita di Lewis non fosse andata esattamente come aveva sperato. Questo disco sarebbe perfetto come colonna sonora per un film di David Lynch.
Una nota a margine su “Romantic Times”: il fotografo che ha scattato la foto di Lewis Baloue sulla copertina sta ancora aspettando il pagamento per il servizio fotografico.
Abbiamo raggiunto la fine della storia? Neanche per sogno. Poco dopo il ritrovamento di “Romantic Times”, gli investigatori della Light In The Attic sono riusciti a trovare Lewis Baloue, che ora si chiama Randy Wulff. Gli è stato raccontato tutto ciò che è successo con i suoi dischi e le loro nuove vite. Gli è stata offerta una copia delle ristampe in CD e le royalties per le vendite effettuate, ma Wulff sembrava disinteressato al suo passato e ha rifiutato entrambe le offerte.
Il mistero di questa storia rimane intatto. E, se non lo sapete già, c’è anche un terzo album di Randy Wulff, ma non ho ancora avuto l’opportunità di ascoltarlo. La magia di “Romantic Times” e delle sue ripetute ascolti mi ha fatto dimenticare tutto il resto per almeno una settimana.
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