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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

REJECTED SCRIPT - M.A. BAKKER

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Davanti a una vecchia macchina da scrivere, un uomo appare perplesso. Sopra un tappeto, si vedono fogli appallottolati e un nome scritto: M.A. Bakker, acronimo di Maarten Bakker, che inizialmente non mi diceva molto. Ho fatto una piccola ricerca online e ho scoperto che Bakker è olandese, appassionato di letteratura gotica e umoristica, appassionato di cinema e musica. Suona il basso per una band di Amsterdam chiamata gli Amsterdam Saints. "Rejected Script" è il suo primo album da solista. Per questo progetto, Bakker ha collaborato con Warren Byrd, l'uomo che canta in tutti e dieci i brani dell'album. Bakker ha scritto tutte le canzoni, suona chitarra, basso e tastiere, ed è anche responsabile della produzione, dell'artwork, del mixaggio e dell'editing. A questo punto, non rimane che ascoltare l'album, e la buona notizia è che c'è molto da apprezzare per gli amanti della musica d'annata. Sembrerebbe che quest'anno sia particolarmente genero...

JOHAN CRUIJFF

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“Tutti gli allenatori parlano di movimento, di correre molto. Io dico che non è necessario correre tanto. Il calcio è uno sport che si gioca col cervello. Devi essere al posto giusto al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi" Ecco, io per una volta almeno, sono stato nel posto giusto al momento giusto.  Tutte quelle volte che ti ho visto giocare.  E tutte quelle volte che correvamo dietro ad un pallone immaginando di essere te. Ciao Johan.

SMILE - JUDY ANTON

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Avviso: Questo post è dedicato agli appassionati dei sentieri del Yacht Rock, con un grado di devozione quasi patologico. Chi ama questo genere capirà il percorso che sto percorrendo, mentre gli altri potrebbero comunque trovarlo interessante, chissà. Il personaggio principale è una ragazza americana di nome Judy Anton, che all'età di tredici anni si trasferisce in Giappone con suo padre per motivi di lavoro. Rimane lì per diversi anni e si appassiona così tanto alla musica da registrare due album, pubblicati solo per il mercato giapponese. Uno di questi è "Sunshowers In My Eyes" nel 1979, mentre il focus di oggi è sul secondo, "Smile," pubblicato solo un anno dopo. L'album contiene otto brani e dura poco più di mezz'ora. Quattro di questi sono cantati in giapponese, il che riflette l'ambiente musicale in cui Judy lavorava, così come il produttore Makoto Matsushita. Mi permetto una piccola digressione qui: ricordate quanto il sax fosse di moda ne...

UNTITLED UNMASTERED - KENDRICK LAMAR

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Criticate pure la mia pigrizia, ma da quando è uscito "To Pimp A Butterfly," il capolavoro di Kendrick Lamar, niente mi aveva spinto a scrivere a riguardo. Quindi, accettate questa mia recensione di "Untitled Unmastered" come un modo di rimediare? Pubblicato inaspettatamente il 3 marzo scorso, questo album del Re di Compton è essenzialmente una raccolta di brani avanzati (non scartati, fate attenzione) dal suo lavoro precedente. Ribadisce con forza la supremazia di Lamar (in comproprietà con D'Angelo, aggiungerei) nel mondo della musica afroamericana. Sì, afroamericana, perché limitare questo artista al rap o all'hip-hop sarebbe ingiusto. Ci sono otto tracce senza titolo, numerate dall'01 all'08, e una durata complessiva di trentaquattro minuti. Il suo stile richiama più Tupac che Kanye West, e nei testi non troverete le solite storie di sesso e violenza, ma riflessioni su colpa e redenzione, razzismo e sfruttamento dei neri da parte dei bianchi....

WE DELIVER - THE MIAMIS

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Gli anni d'oro del CBGB di New York furono un'epoca sfavillante. Per ogni band che riusciva a emergere, ce n'erano molte altre che conobbero solo una gloria fugace, spesso circoscritta al palco del mitico locale newyorchese. Tra queste, c'erano anche i The Miamis, guidati dai fratelli James e Thomas Wynbrandt. Le loro gesta, ora solo immaginabili, sono state raccolte nella recente compilation "We Deliver: The Lost Band Of CBGB Era (1974-1979)," pubblicata dall'etichetta Omnivore Records. I The Miamis, a differenza delle band punk del CBGB, si specializzavano in melodie e armonie vocali tipiche del power pop. Erano persino ben voluti da personalità del calibro di Debby Harry e Tommy Ramone. Insomma, potevano competere con gruppi come i Cheap Trick e i The Rubinoos. Tuttavia, come spesso accadeva a chi si cimentava in questo genere, i ragazzi si ritrovarono con una gloria effimera, pochi soldi e nessun contratto discografico. Una situazione ideale per fa...

REFLECTIONS IN REAL TIME - KILO KISH

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Forse mia figlia, quattro anni più giovane di Kilo Kish, sarebbe in grado di recensire il suo debutto su lunga distanza meglio di me. Dopo tre EP, l'artista afroamericana ha finalmente pubblicato il suo primo album completo. Vi confesso che quando mi trovo ad ascoltare dischi come questo, una mescolanza di avant r'n'b e hip-hop, in cui il canto sembra essere solo un'idea astratta, faccio fatica a esprimere pensieri coerenti. Ma forse è solo una questione di approccio. Parlando di Kilo Kish, potrei dire che si tratta delle riflessioni di una ventisettenne laureata in design tessile presso la Fashion Institute of Technology, trasformate in musica. E, per essere onesti, ci sono spunti interessanti qui. A volte, la giovane artista non disdegna di sfiorare la melodia, e ci sono brani che risultano abbastanza orecchiabili. Altri, invece, sono esperimenti che cercano di rompere con il già sentito. Il punto debole, come ho già accennato, è la voce, ma forse nell'opera...

CHANGES - CHARLES BRADLEY

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 "Changes" è il titolo del nuovo album di Charles Bradley, ma in termini di cambiamenti, come scopriremo ascoltandolo, ce ne sono davvero pochi, almeno sul fronte musicale. Bradley si muove con maestria nel solco del soul più classico, talvolta sfiorando il funk, il tutto grazie a una voce che richiama in modo impressionante quella del leggendario James Brown. Il disco si concentra principalmente sulle emotive torch ballad e canzoni che arrivano dritte al cuore dell'ascoltatore. Detto questo, il nuovo lavoro di Bradley non aggiunge nulla di sostanzialmente nuovo a quanto già conoscevamo dell'artista. Questo può essere un merito, ma allo stesso tempo un limite, specialmente per chi, come me, ha ascoltato innumerevoli volte questa tipologia di sonorità. Non fraintendetemi, l'album è senza dubbio bello, ma bisogna ammettere che non si può vivere eternamente nel passato idealizzato. Il problema è che ho ascoltato molti dischi simili nel corso del tempo. Tuttavia, pot...