Boz Scaggs, attualmente settantaduenne, è un veterano del blues che continua a registrare dischi senza chiedere di più alla sua illustre carriera. Le sue opere sono sempre eleganti ma possono sfuggire all'attenzione dopo qualche ascolto. Coloro che hanno vissuto gli anni '70 potrebbero faticare a riconoscere l'eroe del nascente movimento musicale californiano che fuse rock, soul e pop. Scaggs ha venduto milioni di copie dei suoi dischi e ha collezionato numerose hits, alcune delle quali sono ancora suonate nelle feste con un tocco di nostalgia.
"Down Two Then Left" è uscito dopo il successo straordinario di "Silk Degrees", un album seminale nel suo genere, e ha visto un cambio di produzione artistica con l'arrivo di Michael Omartian al posto di David Paich. Il risultato è un lavoro più orientato verso il blue-eyed soul rispetto al precedente, anche se manca un successo come "Lowdown".
Mentre "Hollywood" omaggia la scena disco in chiave funk, è con "A Clue" e "Watcha Gonna Tell Your Man" che il disco raggiunge l'apice, con due autentici capolavori del soul bianco. Nel mezzo, c'è il soul con influenze jazz (o forse dovrei chiamarlo fusion, un termine nobile per chi non si attiene rigidamente al purismo) di "We're Waiting", una bellissima ballad diventata un classico come "Then She Walked Away", con una grande dose di classe. La vivace "1993" ricorda "Lido Shuffle", mentre il blues si fa sentire in modo travolgente nella traccia funky "Gimme The Goods". Jeff Porcaro offre una delle sue migliori performance alla batteria, con il supporto preciso dei migliori musicisti californiani dell'epoca, tra cui Jay Graydon, Ray Parker Jr. e Steve Lukather alle chitarre, Victor Feldman alle tastiere e David Hungate al basso.
È vero che la musica evolve costantemente, e questo è giusto così, ma ascoltando un lavoro come questo, ci si potrebbe augurare di essere intrappolati negli anni '70 per sempre.
Questo è un disco seminale, seppur,ai più,sconosciuto.Soul tinto di bianco,con sonorità a dir poco accattivanti.Da lì il suono "ibrido" maturò sino a raggiungere -con i dischi dei "soliti noti" e sino ai primi'80s- un livello di equilibrio e perfezione che-ahinoi-non verrà più replicato.Tutto scorre....e non ritorna più..
RispondiEliminaCompletamente d'accordo. Ha fatto come i grandi vini, migliora negli anni.
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