Se per la maggior parte degli appassionati di musica soul e non solo, "Thriller" è considerato il capolavoro di Michael Jackson, per me "Off The Wall" rappresenta il punto massimo raggiunto dall'artista afroamericano. Benché sia un disco stra-venduto, trovo "Thriller" meno spontaneo del precedente; forse il suo grande successo è in parte dovuto ai video, che erano davvero innovativi e accompagnarono le canzoni. "Off The Wall," invece, è un'opera diversa, prodotta da un Quincy Jones in stato di grazia ed è il primo album solista di Jackson siglato per la Epic Records, già affrancatosi dai fratelli e dalla Motown, destinato a diventare una stella di prima grandezza.
Vi confesso che un brano bello, fresco e sfrontato come “Don't Stop Till You Get Enough,” messo all'apertura dell'album, ho tentato invano nei anni seguenti di ricercarne il mood fra i più svariati artisti: è una canzone irripetibile, costruita come un ponte che unisce i vari aspetti della musica black, disco, soul e funk, uniti insieme per creare qualcosa di nuovo e mai ascoltato fino ad allora. Del resto, lo stile del disco è ben diverso dalle produzioni precedenti di Jackson; quindi niente più sonorità Motown ma uno sguardo aperto a 360 gradi sul mondo del soul, un album a suo modo visionario e coraggioso, che mantiene tutta la sua freschezza a distanza di trentacinque anni dalla sua uscita. Insomma, tutto il Michael Jackson successivo parte da qui e qui ci sono tutte le intuizioni che poi sfrutterà negli anni a venire.
Il resto dell’album riserva sorprese ad ogni ascolto. Se da un lato abbiamo brani che funzionano bene per il dancefloor, come “Working Day And Night” e “Get On The Floor,” dall'altro sono i brani mid-tempo ad esaltare: “Rock With You” e “Off The Wall,” ambedue scritti da Rod Temperton, sono due gioielli tagliati su misura per la voce di Michael e restano a tutt’oggi ineguagliati e ineguagliabili. Burt Bacharach, insieme a Carol Bayer Sager, ci regalano invece un brano pop semplice e cristallino come loro usavano fare: “It’s The Falling In Love.” Il piacere sarà ricambiato da Jackson, durante una pausa delle registrazioni di “Off The Wall,” partecipando in duetto con la Sager in una canzone, “Just Friends,” dal suo album solista “Sometimes Late At Night,” divenuto nel tempo oggetto di culto. “Girlfriend” è il brano che Paul Mc Cartney regalò a Jackson e che sancì l’inizio della loro collaborazione. Stevie Wonder scrisse l’ennesimo capolavoro della sua carriera, “I Can’t Help It,” brano slow dove magicamente si uniscono il pop con il soul più morbido. La sensazione riascoltando il disco a distanza di anni è quella di un Jackson in pace con se stesso come mai prima e di un incastro riuscito di persone che, caso volle, si trovassero, chi più chi meno, nel momento migliore del loro percorso artistico.
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