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Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

TIME HAVE CHANGED - THE IMPRESSIONS

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Quando si menziona "The Impressions," il pensiero va immediatamente a Curtis Mayfield, ma anche a Leroy Hutson, che lo ha sostituito come leader del gruppo. Tuttavia, prima di esaminare il contributo di Hutson alla band di Chicago, facciamo un passo indietro. È importante ricordare che "The Impressions" sono stati un monumento della musica soul. Inizialmente guidati da Jerry Butler, sono poi passati sotto la guida del leggendario Curtis Mayfield quando Butler ha intrapreso la carriera solista. Le origini della band risalgono al 1957, quando erano conosciuti come "The Roosters" e facevano doo-wop. Successivamente, divennero "Jerry Butler And The Impressions" prima di adottare la denominazione definitiva nel 1961. Brani come "For Your Precious Love," "Gipsy Woman," "It’s All Right," "Keep On Pushing" e "People Get Ready," scritti da Mayfield, li hanno resi un punto di riferimento nella musica a...

SKINNY BOY - ROBERT LAMM

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All'uscita del suo primo album solista, "Skinny Boy", Robert Lamm era già uno di quei musicisti che avrebbero potuto vivere di rendita. Era un membro della band Chicago, a lui dobbiamo capolavori della musica pop crossover come "Saturday In The Park" e "25 or 6 to 4". Lamm era un artista dotato di una scrittura sopraffina, e il suo album del 1974 ne è una prova tangibile. Forse Lamm aveva il desiderio di dimostrare di poter avere successo anche da solo, ma come vedremo, le cose non andarono esattamente così. "Skinny Boy" è notevole innanzitutto per l'assenza dei fiati, una caratteristica distintiva degli Chicago. Inoltre, si distingue per la sua scrittura musicale policroma, che attinge da vari generi musicali. Il brano d'apertura dell'album, "Temporary Jones," è l'unico non scritto interamente da Lamm; qui collabora con il grande Bob Russell, che aveva lavorato con artisti come Duke Ellington e Billie Holiday....

OFF THE WALL - MICHAEL JACKSON

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Se per la maggior parte degli appassionati di musica soul e non solo, "Thriller" è considerato il capolavoro di Michael Jackson, per me "Off The Wall" rappresenta il punto massimo raggiunto dall'artista afroamericano. Benché sia un disco stra-venduto, trovo "Thriller" meno spontaneo del precedente; forse il suo grande successo è in parte dovuto ai video, che erano davvero innovativi e accompagnarono le canzoni. "Off The Wall," invece, è un'opera diversa, prodotta da un Quincy Jones in stato di grazia ed è il primo album solista di Jackson siglato per la Epic Records, già affrancatosi dai fratelli e dalla Motown, destinato a diventare una stella di prima grandezza. Vi confesso che un brano bello, fresco e sfrontato come “Don't Stop Till You Get Enough,” messo all'apertura dell'album, ho tentato invano nei anni seguenti di ricercarne il mood fra i più svariati artisti: è una canzone irripetibile, costruita come un ponte che u...

MAX MEAZZA - CHARLIE PARKER LOVES ME

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Di Max Meazza ricordo che ne sentii parlare all'inizio degli anni ottanta. Avevo iniziato il mio approccio con la musica della west coast americana con i dischi di Michael Franks, allora i più facili da trovare, e lessi una recensione di "Shaving The Car," il primo album solista di Meazza, dove veniva accostato al musicista americano. A torto, con il senno di poi, o forse il recensore non aveva ascoltato altro, perché se deve esserci un'affinità, credo che si debba trovare più con Marc Jordan che con Franks. Incuriosito, cercai ovunque, leggasi i negozi di dischi fiorentini, il disco di Max, con il risultato di farmi venire i calli ai piedi e di restare con la bisaccia vuota. Solo diversi anni dopo, presso il negozio oggi chiuso di Nannucci, riuscii a procurarmi a prezzo di saldo "Shaving the Car" insieme a "Personal Exile," il secondo album solista del nostro. Sugli esili dei musicisti della west coast (da parte dei discografici in primis) ci ...

SIMI STONE - SIMI STONE

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A otto anni, Simi Stone cominciò a creare cassette musicali in modo indipendente. Ma, anziché semplicemente copiare dischi per gli amici, suonava veramente. Non so cosa sia successo in seguito, ma questo dettaglio potrebbe farci capire che il suo destino musicale era già scritto nel suo DNA. Immaginate quante persone appassionate di musica abbiano provato a fare lo stesso? Io, per esempio, passavo il tempo a usare mestoli come tamburi o a manipolare la radio e il registratore a cassette per creare suoni strani. Poi ho capito che non avevo il talento per suonare uno strumento e mi sono dedicato all'ascolto di musicisti più esperti di me. Questo amore per la musica è rimasto con me fino ad oggi. Simi Stone, figlia di una madre hippy e di un padre giamaicano, è nata a Woodstock, la stessa città famosa per il festival dedicato alla pace, all'amore e alla musica negli anni '60. Potresti immaginartela vestita con abiti hippy, indossando collane di perline e suonando canzoni pac...