Nel 1972, quando Dionne Warwick lasciò la Sceptre Records per unirsi alla Warner Bros, nessuno avrebbe previsto che questi anni sarebbero stati tra i più tumultuosi della sua carriera. La Warwick fece questo passo insieme ai suoi mentori, Burt Bacharach e Hal David, che avevano l'intenzione di continuare a lavorare con lei e di aumentarne il successo. Tuttavia, la sfortuna volle che dopo aver prodotto e scritto gran parte del suo primo album per la nuova etichetta, "Dionne", il talentuoso duo di autori si separò poco dopo. Questo avvenne probabilmente anche a causa del fallimento, agli occhi della critica e del pubblico, del loro rifacimento in forma di musical di un leggendario film di Frank Capra, "Lost Horizon".
Alcuni potrebbero obiettare che, data la prolifica carriera di Dionne Warwick fino al 1972, con sedici album e numerose raccolte di singoli, non avesse più molto da dimostrare. Tuttavia, sarebbe stato un vero peccato se la voce di questa artista afroamericana fosse caduta nell'oblio. La Warner Bros non si scoraggiò e, con la partenza di Bacharach e David, subentrò subito il trio creativo della Motown: i signori Holland-Dozier-Holland. Inoltre, durante i cinque anni trascorsi alla Warner, Warwick ebbe l'opportunità di lavorare con autori e produttori del calibro di Thom Bell, Ashford & Simpson, Randy Edelman, Joe Porter, Jerry Ragovoy, Steve Barri e Michael Omartian. Nonostante l'impressionante elenco di collaboratori, i dischi prodotti in quel periodo non raggiunsero il successo sperato. Tuttavia, l'uscita nell'agosto del 2013 di un album di outtakes da quelle sessioni, intitolato "We Need To Go Back: The Unissued Warner Bros. Masters" e curato dalla label Real Gone Music, fa riflettere sulla situazione.
Questi diciannove brani inediti sono straordinari e in alcuni casi addirittura superiori alle registrazioni pubblicate. Se si ascolta una recente raccolta dei singoli usciti per la Warner, la differenza è evidente. L'album comprende anche tre brani scritti da Bacharach nel 1974 rimasti inediti, ma i pezzi di maggior spicco sono quelli scritti da Ashford & Simpson: "We Need To Go Back" e "Someone Else Gets The Prize". Sono due autentici capolavori che si sposano perfettamente con la voce in uno stato di grazia della Warwick, che appare più elegante e raffinata che mai, con una maturità vocale che raggiunge la sua massima espressione.
Mentre i brani scritti da Holland-Dozier-Holland sono di per sé notevoli, quelli prodotti da Thom Bell aggiungono un tocco del caratteristico Philly Sound al repertorio della Warwick. Il resto dell'album è altrettanto straordinario, ma qui mi fermo, lasciandovi la curiosità di scoprire le altre gemme nascoste in questa raccolta. In sintesi, si tratta di una collezione preziosa, curata con intelligenza e passione, che si distingue dalla consueta produzione destinata agli appassionati di musica. Questa raccolta ci regala una parte della storia della musica popolare che rischiava di andare perduta per sempre, ma grazie agli sforzi dei curatori possiamo ora goderne appieno.
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