venerdì 24 aprile 2015

GODI POPolo: MARIO ACQUAVIVA


Le reazioni che ho avuto ascoltando "Notturno Italiano" e "Sogni e Ridi" di Mario Acquaviva sono state di sorpresa, meraviglia e rabbia. Intendiamoci, sono per natura un bastian contrario, come ogni toscano che si rispetti, mi piace andare a scovare roba che più snob non si potrebbe, mi piace il pop inteso come arte della canzone orecchiabile ma rifuggo da qualsivoglia ruffianeria che un ritornello può essere in grado di procacciare nell'ascoltatore distratto. Quindi, come vedremo, in "Notturno Italiano" e "Sogni e Ridi" di carne al fuoco ce n'è molta.

La sorpresa: vi confesso che di Mario Acquaviva fino all'altro giorno non sapevo niente e tanto meno mi immaginavo che in Italia, una trentina di anni fa, ci fosse stato un artista che prendendo spunto dal pop impelagato con il jazz (Steely Dan ? Steely Dan!) sia riuscito a creare due capolavori della canzone tricolore e soprattutto che sia riuscito a farseli pubblicare. Che poi non abbia venduto niente avreste potuto scommetterci una bolletta e ahivoi ci avreste vinto poco, dacché certe proposte sono come delle predicazioni nel deserto e facile è indovinare la sorte dei malcapitati che azzardano ad uscire dai canoni della canzonetta da festivalbar. Che poi, lì, al festivalbar, il signor Acquaviva c'è anche andato, nel 1983, ma probabilmente in quel contesto è passato più inosservato di un gatto nero nella notte. 

La meraviglia: due album, come dicevamo, che come minimo andrebbero ascoltati allo sfinimento per capire quanto geniale e preziosa sia stata la maestria musicale di Acquaviva. Il primo lavoro, "Notturno Italiano" edito nel 1983 in formato di E.P. dice già tutto del nostro e ne faceva presagire mirabilie in futuro, se soltanto fossimo stati in un paese più ricettivo a queste sonorità. Sin dalla title track, un superbo esempio di pop jazz e funk suonato come meglio non si potrebbe (e qui il plauso va ai turnisti che vi parteciparono, tra cui Faso e il povero Feiez, in futuro con Elio e Le Storie Tese) poi lasciatemi dire che questo disco suona BENE; dico, l'avete presente il piattume dei dischi registrati in Italia? Bene, qui sembra davvero di stare in uno studio di Los Angeles, dove niente viene lasciato al caso, e il risultato è quello di avere per le mani un pezzo unico, paragonabile in Italia ai dischi registrati negli studi della Numero Uno, l'etichetta di Battisti. 

Ci vorranno quattro anni, 1987, affinché Acquaviva riesca a realizzare il secondo album, "Sogni e Ridi" e qui le intuizioni del primo lavoro saranno sviluppate in maniera compiuta, lavorando di sintesi ma sempre nel solco del pop dagli afrori jazzati. 
Ma voi pensavate davvero che la maggioranza degli ascoltatori italiani fossero pronti per i cambi armonici, i ritmi spezzati, i ritornelli mancanti (possiamo azzardare che Acquaviva abbia evoluto il suono del Neapolitan Power) ? 
Sventurato paese il nostro, avere un artista che era quanto di più vicino all'arte di Donald Fagen e aver voltato la testa.

Di Acquaviva trovate poco o niente in rete, anzi, se qualcuno ne sa qualcosa di più è il benvenuto (ho visto che su ebay sono in vendita un Lp "Ballabile" uscito nel 1980 a nome Mario Acquaviva e probabilmente è lo stesso artista componente della band prog degli anni 70 "Quarto Stato". 




8 commenti:

  1. Non l'avevo mai sentito nominare. Un autore molto raffinato e interessante. Se da un lato, le case discografiche a volte non riescono a spingere nel modo giusto i loro artisti, dall'altro la maggior parte del pubblico non percepisce certi canoni di bellezza, per cui va a finire che artisti di elevato spessore cadano nell'oblio. In Italia di esempi ce ne sono stati a bizzeffe, unfortunately so it goes

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' stata una bella sorpresa anche per me, peccato che lo conoscono i soliti tre gatti. Purtroppo non è il solo ad essere stato dimenticato e per quanto riguarda il pubblico "medio" meglio stendere un pietoso velo.

      Elimina
  2. Class.
    Mai sentito nominare.Bei pezzi e probabilmente bei dischi.
    Grazie Harmonica, sempre al top!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Sir, dischi bellissimi, era uno sconosciuto anche per me.

      Elimina
  3. Ragazzi,
    qualcuno di voi per caso ha convertito i due vinili in mp3 ? sono due ottimi lavori che meritano di essere ascoltati non solo attraverso youtube ...... grazie in anticipo.

    Max

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sono riuscito a ricreare i due album tramite you tube, non ho i vinili, so che su "growin bin" si trova l'ep, l'album si trova su discogs a poco prezzo.

      Elimina
  4. Ascoltata nelle lunghe notti bolognesi dell'estate 1983 , poi riscoperta nelle tante cassette al tempo registrate , mi immerge in quel fantastico mondo che era Bologna negli anni 80 , vivendo ora da tutt'altra parte ...vicino Gallipoli...

    RispondiElimina

Scrivete quello che vi pare, ma lasciate un nome.
Ogni commento offensivo sarà eliminato.