Come D'Angelo anche i Silk Rhodes (un duo, il produttore Michael Collins e il vocalist Sasha Desree) hanno messo il sigillo al 2014; il loro omonimo disco è infatti uscito per l'etichetta Stones Throw il 15 Dicembre, e al pari del genio di Richmond ci troviamo davanti ad uno dei migliori dischi di soul funk usciti recentemente. Pescano a piene mani nel soul del passato i Silk Rhodes, anni 70 riciclati in poco più di mezzora, canzoni appena abbozzate che solo in pochi casi superano i tre minuti di durata, quasi come se fossero degli schizzi lasciati a bella posta per essere finiti nell'immaginario di chi li ascolta; questo è l'effetto che danno, dapprima il sentimento provato è quasi di fastidio per quei brani appena accennati, successivamente il fastidio è sostituito dal piacere nel ricominciare ad ascoltare di nuovo per poterne cogliere tutte le sfumature.
Se al primo ascolto i riferimenti che ti sovvengono sono quelli di Sly Stone e di Isaac Hayes, successivamente capisci bene che il duo ha ben chiaro su come e dove andare a parare e in questo caso un indizio unisce tutte le canzoni dell'album: le ballad. Che di ballate il soul ne ha prodotte in quantità industriali e sono forse quelle più amate e ricordate, quindi in un intruglio di sensualità e lussuria sonora ci buttiamo a capofitto dentro le note di "Pains", una meraviglia che mette dentro Prince e i Portishead, il quale ritorna (Prince) nelle note mid tempo di "Realtime", ma non sazi ci rituffiamo dentro le ballad e qui si schiudono infiniti piaceri con "Barely New", e poi ancora corpi aggrovigliati con "This Painted World" e "Group 1987" per finire in vampate di piacere con "Hold Me Down" e tu ripensi a tutti quei gruppi vocali e a quei cantanti dalla pelle nera stretti nei loro completi di velluto e camicie con le balze che ti sussurravano inutilmente, perché eri preso da quattro cazzari che ti dicevano che non potevano esistere neri che sorridevano e che la musica o era impegnata o non lo era, e tu allora li ascoltavi di nascosto e niente dicevi ai tuoi amici.
Fortunatamente i nostri amici cazzari li abbiamo riposti in una cassapanca e il tempo, galantuomo di per se, ha reso giustizia a quei dispensatori di piaceri incoffessabili anche grazie a un duo quali sono i Silk Rhodes che molto bene hanno appreso la lezione e sono certo che ne trarrete beneficio ancora oggi.
Uno dei dischi dell'anno, giusto un gradino sotto a "Black Messiah".
Corro a comprarlo! ;-)
RispondiEliminaFai bene... ;-)
Eliminala mia discoteca è piena di dischi soul. i cazzari che vadano a farsi fottere.
RispondiEliminaDi "cattivi maestri" ne abbiamo avuti, anche troppi. Ciao Bartolo.
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