RITORNI: BLACK MESSIAH - D'ANGELO AND THE VANGUARD


Dei due paladini del così detto neo-soul, ovvero Maxwell e D'Angelo, del primo ogni tanto esce fuori qualcosa dalla sua pagina facebook, lo vediamo impegnato sulle spiagge dorate in quel di Dubai, tra cocktails e fiche, lontano comunque, fino a prova contraria, dalle sale di incisione da cui manca dal 2009, del secondo le poche notizie disponibili ce lo davano quasi per spacciato, perso tra sostanze più o meno lecite e crisi esistenziali.
Capirete quindi quale sorpresa sia stata quando lo scorso 14 Dicembre il nostro ha annunciato al mondo l'uscita di un nuovo lavoro, "Black Messiah", dopo ben 14 anni di silenzio.
Come dire: "fate e suonate tutto quello che volete, io intanto mi prendo una pausa e quando tornerò state pur certi che il mio suono manderà a puttane tutto quello che avete fatto in questo lasso di tempo".  D'angelo non avrà certo pensato una cosa del genere, ma ascoltando il disco ci si va molto vicino, perché "Black Messiah" è qualcosa che buona parte degli appassionati di musica soul aspettavano da tempo. Il perché è presto detto: ci troviamo di fronte ad un'opera che fa da spartiacque tra quanto c'è stato prima e come potrebbe essere da ora in poi. D'Angelo ha preso la materia prima della musica nera e il rispetto per i maestri e li ha rivoltati come un calzino: non più il soul ed il funk trattati come esercizio buono per il revival ma qualcosa di nuovo, e nell'anno del ritorno sulle scene di Prince ha dimostrato a costui che con una buona dose di coraggio si può ancora creare qualcosa che va aldilà degli schemi precostituiti del genere. Il nome di Prince è stato accostato a "Black Messiah" anche in virtù di alcune canzoni che a tratti fanno ricordare lo stile del genio di Minnepolis, ma è soltanto una traccia che passa e nulla più dal momento che tutti i brani vivono di personalità propria e un  brano come "1000 Deaths" basta da solo a far capire che sarebbe l'ora che  l'r'n'b (ma non solo, penso a tanti "genietti" dell'indie rock) si desse una scrollata da formule stantie e ripetute stancamente.
Disco non facile, ma che cresce di ascolto in ascolto, grazie anche alla band che accompagna D'Angelo, The Vanguard, dalla strumentazione scarna ed essenziale, che marcia dritta senza tanti fronzoli accessori.
Il re è tornato, e da ora in poi Black Messiah sarà il nuovo punto di riferimento per tutto il neo soul e non solo.

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