martedì 13 gennaio 2015

ITALIANI: PAOLO "APOLLO" NEGRI - HELLO WORLD


Già segnalato come uno dei migliori album di musica indipendente prodotti in Italia nell'anno appena trascorso, è giusto soffermarsi un po' di più sull'ultima fatica del mago italiano dell'organo Hammond a nome Paolo Apollo Negri. "Hello World", quarto album del tastierista, è stato per me un godimento continuo; se nei lavori precedenti il funk ed il soul erano le principali fonti di ispirazione, questa volta il posto d'onore se lo prendono il jazz-rock e quel tipo di fusion che girava nell'aere negli anni 70, e per un appassionato di quei suoni come il sottoscritto è stata oltre che una bella sorpresa, una conferma delle capacità compositive dell'artista italiano. Se conoscete appena un po' gente come George Duke gli Azymuth o i Weather Report fino ad arrivare ai nostrani Perigeo vi farete subito un'idea di quello che c'è all'interno di "Hello World": coadiuvato da una band di studio con al basso Edoardo Giovannelli, Mario Percudani alla chitarra e Paolo Botteschi alla batteria, il nostro viaggia a cento all'ora all'interno dei generi succitati - grandi assoli e un groove che ti prende per mano e ti accompagna fino all'ultima nota degli otto brani presenti. Se come detto il jazz-rock la fa da padrone, quà e là rispunta il funk, questa volta in ottica Sly Stone, grazie agli unici due pezzi cantati: "Teenie Tiny Cameras" con alla voce Bob Harris e "Gumbo Funk" con Noel Mc Coy.
"Hello World" ha il pregio di essere un album dal respiro internazionale, un disco che va aldilà delle solite beghe da cortile di cui è intrisa la produzione musicale di casa nostra, ma del resto tutto il mondo di Paolo "Apollo" Negri è lì a dimostrarlo: parla con la musica, e che musica, e ogni nuovo disco è un tassello che va a rinnovare l'eccellenza italiana delle sette note.



14 commenti:

  1. davvero notevole!!! grazie per avermelo fatto conoscere...ciao ciao

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    1. Figurati. E' un bel personaggio, con questo disco poi ha fatto il suo capolavoro.

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  2. Per me, forse, la sua produzione piú difficile....ma mi piace sempre tantissimo.
    Per la serie " cose belle dall'Italia".

    Cri IE

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    1. Ad un primo ascolto può risultare ostico e sicuramente è il suo disco meno "orecchiabile", ma si viene ripagati ad ogni nuovo ascolto. Era da un pezzo che avevo voglia di ascoltare da un italiano quel sound di cui una volta eravamo maestri.

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    1. Ciao Face. Mi ricorda anche il vecchio Perigeo. Ho amato quel sound e lo amo ancora.

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  4. Grandissimo!
    Questo ancora mi manca ma l'ho sentito tante volte dal vivo con i Link Quartet bravissimo.
    Il suo percorso solista è molto sperimentale a ritroso, ma siccome le sonorità mi sono familiari, bravo ancora una volta. Alla prima occasione lo vado a sentire.

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    1. La produzione con il Link Quartet la conosco poco,ahimè, i suoi album da solista sono uno più bello dell'altro e con questo vado a nozze. Questi suoni sono parte della mia formazione di ascoltatore e Paolo qui ha fatto un lavoro originale, omaggiando tutto un mondo che aveva molti più appassionati di quel che ci viene raccontato. Grande davvero.

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  5. Delizioso. Grazie, è sempre un piacere passare qui :)

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  6. Mi comunichi il tuo profilo fb?
    Grazie.

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    1. Leo Giovannini, la foto sul profilo è quella di Paul Mc Cartney. :-)

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  7. Bella sorpresa...Non lo avevo mai sentito nominare, a dire la verità (mea culpa).
    Grande musica.
    Grazie...Passerò più spesso da queste parti.

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    1. Grazie a te. Troverai molti artisti sconosciuti o dimenticati, aldilà dei generi, spero che possano incuriosirti. :-)

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