lunedì 19 agosto 2013

GENERAZIONE COCKTAILS: IL "NEGRONI" meet PAPIK and THE PUZZLE OF LIFE


Se c'è un cocktail che più di altri identifica una nazione, questi è senz'altro il Negroni. Variante de L'Americano, poi vedremo perché, è stato creato grazie ad una intuizione del conte Camillo Negroni, assiduo frequentatore del Bar Casoni di Firenze, oggi Bar Giacosa (famoso anche per i suoi panini tartufati). Nel 1922 il conte Negroni suggerì al barman Fosco Scarselli di aggiungere al vermouth rosso e al Campari de L'Americano una parte uguale di gin: detto fatto, nasceva così il "Negroni", uno dei cocktail più "duri" che sia mai stato dato di bere. Le sensazioni che questo cocktail danno al palato sono eccezionali, per quanto mi riguarda la grandezza di questo cocktail fa strame dei drink modaioli che si sono affermati ultimamente, "mojito" e "caipirinha" in primis. Il "Negroni" ha avuto molta fortuna anche negli Usa, affermandosi come drink da "transition bar" ovvero quei locali di passaggio collocati vicino alle stazioni ferroviarie dove la fauna locale era composta principalmente da vedove in caccia di nuove prede o playboy che nell'attesa del treno puntavano nuovi amori. Il fascino del "Negroni" è ben descritto nella novella di Tennessee Williams "La primavera romana della signora Stone" dove la protagonista - una turista disorientata - entrava in un locale buio e si dava anima e corpo al drink: "Il gin cullato dal dolce vermouth rappresentava il desiderio di Mrs. Stone di sottrarsi al giogo della mezza età e aprirsi a giovani amori; il Campari, invece, con il suo caratteristico gusto lasciava presagire una fine amara". 
Inutile dire che ancora oggi, ovunque nel mondo, scorrono fiumi di "Negroni".
Da servire in un tumbler con 4 cubetti di ghiaccio, niente fettina di arancia e niente cannuccia per quanto mi riguarda.

Fonte: "Mondo Exotica" - Francesco Adinolfi, Ed. Einaudi 2000

14 commenti:

  1. Ieri hai preso il mio cocktail preferito (sai com'è io sono un po' fanée) ma oggi hai fatto davvero bingo con un giusto mix di musica, letteratura ed alcool. Standing ovation, Harmo :-)))))

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    1. Grazie, troppo buona. Certo che a pensarci bene il Negroni è una bomba per il fegato...berlo con moderazione... :o)

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    2. Ecco perchè io preferisco l'Americano...
      Comunque oggi complimenti strameritati

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    3. Saran mica gli effetti delle vacanze...stramaledetto sia il lavoro.... :)

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    4. Puó essere....l'anno scorso di questi tempi hai "partorito" quella meraviglia de "il Sorpasso" :-)

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  2. Un compendio universale di cultura pop !

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  3. Sui cocktails non mi esprimo perchè ho smesso di berli da secoli,
    però fate caso all'incipit della canzone : è una imbarazzante rivisitazione di It's not unusual di Tom Jones!

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    1. @Euterpe. Sei un ragazzino come hai fatto a smettere di bere cocktail secoli fa ;-)

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    2. un ragazzino, vicino ai 50 anni....capisco la solidarietà tra coetanei e ti ringrazio sentitamente, però la mia carta d'identità mi ha già presentato il conto.

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    3. Il conto spero solo in quanto a consapevolezze acquisite (che, ti dirò, a mio vedere, sono il bello della nostra etá) e a null'altro mi auguro :-)

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    4. Giusta osservazione, è proprio uguale a "It's not unusual", trovo pertinente però il brano, un "cocktail" di ingredienti conosciuti in tono con la bevanda. :)

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  4. Ne ho bevuto 2 ieri sera fatti da mio padre... semplicemente fantastici... faceva il barista una volta e gli ha insegnato a fare gli aperitivi un mito di Genova che ha insegnato un po a tutti. Proprio ieri mi ha dato un libretto magico con le parti e i segreti per i vari cocktail. Salute!!!

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    1. Bello Ernest. Anche per i cocktails è come per le ricette di cucina: il tocco personale è il discrimine per ottenere un prodotto da tramandare ai posteri e le ciofeche.

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