martedì 13 agosto 2013

HAMPTON HAWES: J.B.'s HEAD



Oggi ci occupiamo di un "santo" del jazz, Hampton Hawes, pianista forse oggi dimenticato, ma che è stato uno dei nomi di punta del jazz nel momento del passaggio dal be bop a forme più accattivanti come il sound così detto "west-coast", quello per intendersi che ebbe in jazzisti quali Stan Getz, Gerry Mulligan e Chet Baker i loro nomi di punta. Il brano di oggi è tratto da un album del 1972, "Universe", dove possiamo ascoltare Hampton avventurarsi nel mondo della fusione del jazz con i groove funk, suonare il piano elettrico, l'organo e il synth, insomma una ulteriore conferma dell'apertura mentale del nostro. Album non di facile ascolto, ma assolutamente da rivalutare e uno degli ultimi del nostro, sorprende ancora oggi per la ricerca creativa che Hawes, da vero jazzista, perseguì in quegli anni, scontrandosi con i fans di vecchia data che lo avrebbero preferito nella più rassicurante versione di jazzman classico. Hamton Hawes ci ha lasciati nel 1977, non così, spero, la sua musica. 

4 commenti:

  1. non molto ferragostano come pezzo, mi vedo bene ad ascoltarlo in una serata autunnale mentre guido.

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    1. vero, più adatto per altri climi, magari rompe un po' l'afa di questi giorni...poi fosse per me posterei bossa tutti i giorni, adesso, ma per il blog sarebbe troppo :)

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  2. per contro, il jazz, attraverso la grande quantità di concerti che si svolgono durante il periodo estivo, gode di un momento favorevole proprio in questa stagione

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  3. Ritmo molto metropolitano, comunque. Da ascoltare in cuffia, in quel preciso momento a cavallo fra il giorno e la notte, in cui in cittá si scambiano i ruoli...ma a me, H H, in realtá, piace sempre

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