lunedì 6 maggio 2013

L'EPICA DELLO SPACE COWBOY


"Ecco, da qui si traccia una riga e si riparte."

Credo che per molti di voi la frase sopra sia stata pronunciata più di una volta, in tutti quei casi che la vita ci pone davanti a delle scelte, ma qui parliamo di musica e come nella vita di tutti i giorni, anche la settima musa ti si para davanti e ti chiede di decidere. Una di quelle volte è accaduta nel 1994, quando il secondo disco pubblicato da Jay Kay e dal suo gruppo, Jamiroquai, atterrò sul mio lettore cd.
La riga ben dritta fu tracciata sopra molta fuffa che girava allora, su quel soul di plastica suonato solo con i synth che spopolava in quel periodo e "Return Of The Space Cowboy" fu la conferma a quanto di buono era stato seminato con il precedente album della band, "Emergency On Planeth Earth". Altri semi erano nell'aria in quei giorni, i semi dell'acid jazz, di suoni che riprendevano il filo del grande soul dei seventies, suonato con il cuore e non solo con la testa, e lo "space cowboy" divenne in poco tempo il punto di riferimento per la scena e per la riappropriazione di quello che era stato. E tutto grazie a dei ragazzi bianchi, un miracolo direi, ma chi segue la scena inglese sa bene che i miracoli, almeno quelli musicali, avvengono tutti da quelle parti.
"Return Of The Space Cowboy" è un monumento al funk ed al soul, suonato in modo impeccabile da una delle migliori band del genere, ancora più ambizioso del precedente e dai suoni più ricercati; insomma, pur non inventando niente di nuovo, i Jamiroquai presero le migliori intuizioni di Stevie Wonder e Sly Stone e le riportarono a casa. Un trionfo di "bassi", e qui un peana a Stuart Zender, bassista della band è d'obbligo, il fender rhodes con il clavinet  ed il moog presi di petto dai b-movies polizieschi, altro peana, questa volta per Toby Smith, tastierista del gruppo, trame vocali "jazzy", ascoltare "Mr. Moon" e la title track, istrionismo, performance live da leggenda, equiparabili a quelle dei Brand New Heavies come intensità, mettiamoci anche il valore aggiunto che il leader Jay Kay sta sul cazzo a molte persone - è il classico tipo che o lo ami o lo odi - il che rende il tutto ancora più prezioso.

C - A - P - O - L - A - V - O - R - O


8 commenti:

  1. Condivido ogni singola virgola.
    L'album però è del 94, anche se non cambia niente nell'economia del discorso che hai fatto

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    1. ecco, correggo subito. grazie fratellone.

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    2. Se ti puó consolare anche da me è "atterrato" nel '95, non nel lettore ma come graditissimo regalo, in vinile. Fu il primo incontro con Jamiroquai, giusto l'altro ieri.....

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    3. Riascoltandolo è proprio un disco da urlo !

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  2. io ce lho su vinile doppio.preferisco sempre il primo pero....

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    1. bello, è uscita la riedizione da poco con inediti, dei primi tre album. io preferisco questo, lo trovo più maturo e suonato ancora meglio.
      ciao

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  3. Mi sa che dovrò rispolverarlo e riascoltarlo alla luce del tuo post.Devo ammettere,con un filo di dispiacere, che i Jamiroquai non mi hanno mai fatto una gran impressione. Cospargo il capo di cenere :)

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    1. I primi due album della band sono notevoli, i migliori della loro discografia, già dal terzo album si alleggerirà e di molto il sound, sempre però molto ben confezionato.
      Lo space cowboy però riportò in auge certe sonorità che parevano destinate all'oblio.

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