Ritchie Havens passerà principalmente alla storia come il primo artista ad essere salito sul palco di Woodstock, che non per le sue qualità di cantante e chitarrista. Mi piace invece ricordarlo per le sue bellissime versioni che diede di "Going Back To My Roots" di Lamont Dozier, "Here Comes The Sun" dei Beatles e della dylaniana "Just Like A Woman", oltre che per la sua eccelsa discografia, sempre improntata ad una costante ricerca della qualità, prescindendo dalle mode. In particolare il suo album del 1983, realizzato insieme a Pino Daniele e alla sua band, "Common Ground", fu una boccata di ossigeno nel periodo topico della musica di plastica di allora, ricordo infatti che ascoltarlo alle radio dava un effetto straniante, bello direi. Un altro grande artista che ci lascia, ahimé
Richie è stato un grande nel suo genere. Per quanto riguarda il disco in questione all’epoca comprai il vinile ma me ne liberai subito. Lo trovavo piuttosto insipido anche se di gradevole ascolto. Inoltre mi ronzava ancora nelle orecchie quel capolavoro di Pino, "Nero a metà”.
RispondiEliminaConsideravo stamattina con un amico che stiamo assistendo a un'ecatombe di grandi (Ayers, Lee, Havens). Considerazione assolutamente corretta la tua : a volte ci si ricorda di un musicista per un epidosio, cinque minuti di celebrità, e una vita da artista di nicchia.
RispondiEliminaFaccio mia la tua considerazione Nick. E rilancio. Molti sono i casi in cui da un episodio (spesso banale, come Hall & Oates a SanRemo....) io sono partita (da quella ignorantona musicale che sono) alla ricerca di altre cose
EliminaRispondo a tutti: come per molti, anche per il sottoscritto il disco di realizzato insieme a Pino Daniele è stato propedeutico per ricercare altre cose di Havens, nonostante conoscessi già di Woodstock. La versione di "Going Back To My Roots" è per me imprescindibile e "Common Ground" è forse uno degli ultimi vagiti del vecchio "Neapolitan Power".
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