Esperanza Spalding - Radio Music Society
"Radio Music Society", uscito lo scorso 20 Marzo, è l'album che è il seguito complementare di "Chamber Music Society" del 2010 e dove lì si esploravano delicate trame jazz in versione di musica da camera, qui, come dice la stessa Spalding, viene privilegiata "l'analisi jazzistica di una forma canzone e delle melodie che vengono comunemente definite come pop". Ci troviamo di fronte ad un lavoro di una eleganza e raffinatezza estrema, roba da palati fini, dove il jazz incontra il soul più morbido, ma tutto ciò senza risultare troppo caramelloso ed appiccicoso, dodici brani che faranno storcere il naso ai puristi di ogni ordine e grado, qui in particolare agli amanti del jazz "tradizionalista"; peggio per loro, tanto più che la nostra si rifà alla tradizione degli anni '70, quando i jazzisti più illuminati rivolsero le loro attenzioni ai suoni della strada, soul, funk e ritmi latini, mischiando quei suoni e abbattendo di fatto le barriere tra un intellettualismo fine a se stesso e la musica popolare.
Ci sono artisti che travalicano i tempi e le mode, il 24enne Michael Kiwanuka musicista londinese di origine ugandese è uno di questi. Il suo primo album, "Home Again" potrebbe essere uscito nel 1972 o giù di lì invece di qualche giorno fa', prendi la sua voce ad esempio; era dai tempi di Bill Withers che non si ascoltava una vocalità talmente pura e cristallina da farti venire le lacrime agli occhi. Per non parlare della musica: una miscela di Soul e Folk che rimanda a John Martyn e Terry Callier, arpeggi nudi di chitarra con arrangiamenti di archi che hanno la decenza di non cadere nello sdolcinato, una musica che arriva da lontano ma che, vista la quantità industriale di merda musicale che dobbiamo sopportare nelle radio e nelle tv mainstream, giunge a noi come nuova e come una benedizione dal cielo.
L'album dei Third Coast Kings segue due dei dischi più belli in chiave deep funk del 2011, quello dei The Baker Brothers e di Nick Pride and The Pimptones. Questo, a differenza degli altri due, rimarca ancora di più la forza del funk, con una sezione ritmica che è una vera forza della natura, ruvidi riff di chitarra e una raffinata sezione fiati a controbilanciare la ruvidezza del sound, che ricorda e si ispira ai JB's di browniana memoria. Ascoltate ad esempio il primo brano "Come on", ma anche la straordinaria "Cop it Croper" ed il brano scelto come primo singolo, "Spicy Brown", per proseguire poi in brani che ammiccano alla blaxploitation, non dimenticando il soul più groovy dalle suggestioni jazz.
brava esperanza!
RispondiEliminamichael kiwanuka invece c'ho provato per tutto l'anno, ma non sono riuscito a farmelo piacere. mi annoia...