giovedì 22 novembre 2012

DISCO FEVER: HERBIE HANCOCK


Che ci fa Herbie Hancock in questa rubrica dedicata ai personaggi che caratterizzarono al meglio la disco music? Beh, se qualcuno si ricorda dell'album "Sunlight" del 1978 forse converrà con me che la citazione in questo caso è appropriata. In particolare nel pezzo che apre il disco "I thought it was you" c'è l'inizio di quello che nel decennio successivo si svilupperà in chiave "Electro". Forse per Hancock "Sunlight" non fu altro che un divertissement, visto che il nostro, pur continuando a suonare da sempre jazz tradizionale, ha sempre seguito l'istinto del momento, costruendo dei veri e propri monumenti in campo musicale, creando dei nuovi stili a cui tutti poi si sono accodati. Hancock è stato uno dei più grandi innovatori della musica, sempre in anticipo sui tempi, basta ricordare quel mirabile capolavoro del 1974 "Headhunters", sintesi perfetta di jazz e funk e "Future Shock" del 1983 dove come un novello Maradona del pentagramma, si scartò tutti quei visi pallidi che si trastullavano con il funk, creando l'equivoco che loro erano i veri innovatori (si, parlo dei Talking Heads, del Peter Gabriel di "Shock the Monkey, dei post-punkettari che provavano a giocare con il basso e i fiati) andando in rete con un disco che era una fusione di passato e futuro mai sentita prima di funk industriale su basi hip-hop. Ovviamente i puristi del jazz rimasero scandalizzati dalle nuove intuizioni di Hancock, ma per fortuna al nostro non glienè mai importato nulla e continuò imperterrito a suonare quello che voleva lui nel solco del funk. Ritornando alla Disco e a "Sunlight", c'è da dire che il solo brano in cui il nostro gioca con i ritmi danzerecci è solo "I thought it was you", per il resto si tratta di fusion suonata ai massimi livelli, molto smooth, godereccia, Jaco Pastorius, Benny Maupin, Terry Adams alcuni tra i  musicisti coinvolti nel progetto. Hancock qui canta utlizzando per la prima volta il "vocoder", in parole povere un sintetizzatore della voce umana, ed ha la capacità di renderlo "caldo" come non mai.
In conclusione, un genio.

9 commenti:

  1. Nota tecnica: il vocoder non è un sintetizzatore della voce umana, ma un modo per controllarne l'intonazione attraverso uno strumento esterno, titpicamente la tastiera di un synth.
    Cioè tu parli nel microfono, e quello che dici viene trasformato in note dalla tastiera, con il tipico effetto "robotico" alla Kraftwerk.
    Sviluppato da Robert Moog a partire dal 1968, e usato da allora in svariati dischi, non era esattamente una novità nel 1978.

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    1. Comunque l'effetto è quello, per un orecchio profano.

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    2. Certo certo, hai visto mai che si corresse il rischio di imparare qualcosa di nuovo :)
      Adieu 2.

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    3. Mica ti ho detto che hai scritto una castroneria eh..

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  2. Ho quasi tutti i suoi album, questo non é il suo che preferisco, ma Herbie é stato capace di essere geniale in ognuno dei tantissimi generi da lui toccati.

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    1. Vero, questo sa proprio di "divertimento", i capolavori sono ben altri.

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  3. Geniale. Difficile definirlo altrimenti.
    Lo amo nelle collaborazioni con Miles Davis ma me lo ricordo (per la serie "divertissement" ) in un album con Quincy Jones..
    Great choice, Harmo :-)

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    1. Un genio a tutto tondo. Per me "Future Shock" fu proprio uno shock, ma amo anche le produzioni come questa.

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