Il Philly-Sound prima del Philly-Sound.
Alle orecchie di molti l’unico, rarissimo album delle Honey & The Bees, “Love”, ristampato nel 2023 dalla Real Gone Music, da questa precisa sensazione. Jean Davis, Gwen Oliver e Cassandra Wooten erano note come The Yum-Yums quando fecero un provino per il fondatore dell'etichetta Arctic, Jimmy Bishop, che le ribattezzò Honey & the Bees e aggiunse Nadine Felder alla formazione come cantante solista. Registrato nel 1970 per l’etichetta Jubilee, l’album non ebbe il successo sperato e scomparve presto dai radar, nonostante fosse un gran bel disco di pura dolce musica soul, antesignano del Philly-Sound, con arrangiamenti di grandi come Norman Harris, Ronnie Baker e Bobby Martin.
Album diventato rarissimo nel tempo, al punto che quelli della Real-Gone sono dovuti calare in Italia per acquistarne una copia al prezzo di 500 euro per poterne ristampare la copertina. L’album è manco a dirlo bellissimo, un must per ogni “cappuccino kid” che si rispetti, puro soul, pura magia.
Ascoltandolo si è immersi nel clima di speranza che si viveva ad inizio anni 70, e il Philly-Sound ne rappresentava la colonna sonora perfetta; genere musicale nato a Filadelfia, caratterizzato da arrangiamenti sontuosi, linee melodiche eleganti e testi profondi, il Philly Sound rifletteva la complessità del momento. Le canzoni di “Love” trattano temi di amore, unità e speranza, ma anche di consapevolezza sociale, rispecchiando il desiderio di comunità e di cambiamento che era nell’aria. La musica si faceva portavoce di un desiderio collettivo: superare le divisioni e ricostruire una società più inclusiva. Era un richiamo a una gioia condivisa, a un’unità che poteva sembrare utopica, ma che la musica, per qualche minuto, riusciva a rendere tangibile.
Che differenza con oggi, dove il mondo sembra essere in una fase di disillusione che si contrappone nettamente a quel momento storico. Le speranze di unità e di pace che segnarono l’inizio degli anni ’70 purtroppo sembrano molto lontane. Il mondo contemporaneo, come allora, è segnato da divisioni, guerre, crisi ambientali, politiche e sociali che sembrano irrisolvibili. La musica, sebbene sempre presente, sembra aver perso del tutto quel potere unificante che il Philly-Sound riusciva a evocare con tanta efficacia.
È triste ammetterlo, ma ciò che ci rimane sono solo alcune canzoni e poco altro, la speranza se n’è andata chissà dove.
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