martedì 10 dicembre 2024

If I Should Love Again - Barry Manilow (1981, Arista)

Nell’intraprendere un nuovo ascolto di  "If I Should Love Again" di Barry Manilow, ci troviamo di fronte a un'esperienza che, sebbene sia stata oggetto di derisione e disprezzo da parte della critica musicale, merita un riesame più profondo. Addentrarsi in questo album del 1981 è come immergersi in una arcaicità musicale; Manilow, con la sua magniloquenza melodica e gli sgargianti crescendo orchestrali, potrebbe apparire come un residuo di un’epoca lontana, ma la sua musica continua a emanare un fascino assai strano e intriso di nostalgia.

All'epoca dell'uscita dell'album, Manilow stava emergendo dal suo periodo di massimo successo nelle classifiche musicali, anche se lo stesso non ottenne vendite eclatanti. Nel corso del tempo, però, è diventato un classico e uno dei dischi più amati dell'artista. Apprezzato anche da coloro che si muovono nei territori dello yacht-rock, al suo interno troviamo almeno due brani che possiamo considerare appartenenti a questo genere: il mid-tempo "Don’t Fall In Love With Me" e il valzer che chiude l'album, "Let’s Take All Night", con il contributo delle voci di Bill Champlin e Richard Page. Le altre tracce dell'album sono caratterizzate dal manierismo melodico di brani come “The Old Song”, "Fools Get Lucky", "Somewhere Down The Road", scritta da Tom Snow, e "No Other Love", canzoni ricche di profondità emotiva che ci conducono in un viaggio malinconico attraverso i luoghi più intimi dei sentimenti. Qui Manilow gioca con le sue stesse convenzioni, arrivando quasi ad auto-citarsi, e dando vita a una sorta di auto-riflessione musicale.


In un'epoca in cui la critica musicale tende a sminuire il valore di certi artisti e generi, dove lo sciocchezzaio musicale è elevato a forma d’arte in un eterno circolo di sonorità elementari di tre accordi in croce che inducono l’ascoltatore a sentirsi eternamente adolescente e ingenuamente al passo con i tempi, "If I Should Love Again" ci invita a guardare oltre le etichette preconfezionate e a riscoprire la bellezza e la complessità che si celano dietro le note e le parole di un album classificato come “easy listening”. È un invito ad ascoltare senza pregiudizi, con mente e cuore aperti.

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