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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

IL 2014, SECONDA PARTE

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L'anno che sta per andarsene è stato caratterizzato dalla pubblicazione di numerose ristampe di album che all'epoca della loro prima uscita ebbero scarsa visibilità, se non addirittura bloccati sul nascere da parte delle case discografiche per beghe contrattuali con gli artisti coinvolti. Anno che ha visto molti ritorni eccellenti, con buoni risultati nella maggior parte dei casi. Due artisti in particolare sono stati una vera scoperta: di Robert Lester Folsom trattasi di una conferma dal momento che il disco uscito nel 2014, "Ode To Rainy Day" , bissa l'album uscito nel 2010, "Music And Dreams" . In questo caso ci troviamo di fronte a registrazioni casalinghe con quasi tutti brani inediti che confermano l'eccellenza di un musicista che solo grazie alla rete è venuto alla luce. Siamo in territorio westcoast e la storia di Lester Folsom assomiglia a quella di altri cantori del genere, in peggio però, visto che il nostro non ha mai avuto alle...

IL 2014, PRIMA PARTE.

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  Come altri amici di blog anche io non mi sottrarrò ad un consuntivo di fine anno; musica, visioni e letture. Riguardo alle ultime poco vi dirò, dal momento che ho ridotto drasticamente l'acquisto di carta stampata così come gli ingressi al cinema e il motivo è presto detto: tra bollette da pagare , aumenti di tasse e tassettine, crescita dei figli e cazzi vari, a rimetterci sono state le spese per la cultura, ahimè, ma se per il cinema in un modo o in un altro la soluzione si trova, per i libri, non potendo fare a meno della carta (kobo e kindle per adesso non fanno per me, ma so che capitolerò per forza di cose, come è accaduto per la musica) è stato un dramma, nel senso che ad esclusione del bel libro di Mauro Ronconi , "Hotel California" , un compendio indispensabile per sapere tutto sulla musica Westcoast, i pochi acquisti fatti sono di libri editati in edizioni economiche, quindi, cari miei, di quello che è uscito nel 2014 magari ne parlerò in futuro...

BUON NATALE

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Un caldo augurio per un Natale sereno a tutti i lettori di DoctorWu.  Tanta musica e tanto amore.

IL LUNGO ADDIO: JOE COCKER 1944 - 2014

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Di Joe Cocker ho due ricordi ben precisi:  un vecchio programma Rai della Tv dei Ragazzi, dove "She Came Intro The Bathroom Window" ne era la sigla iniziale, e la cover di "With A Little Help From My Friends" fatta in quel di Woodstock, una tra le migliori versioni di un brano dei Beatles mai ascoltate. Un cantante che verrà ricordato per la particolarità della sua voce, ruvida quando cantava il blues, calda e suadente quando si cimentava con brani di impronta soul. Joe Cocker vanta anche un innumerevole stuolo di imitatori, in particolar modo in Italia, ma è inutile aggiungere che ben pochi sono riusciti anche lontanamente ad avvicinarglisi. Mi piace qui ricordare l'imitazione che ne fece John Belushi nel Saturday Night Live, più vera del vero, al punto che lo stesso Cocker per niente impermalito duettò insieme a John in una puntata del programma. Prevedo che da qualche parte, in qualche luogo, quei due si divertiranno di nuovo insieme, tra sbronze e cazzegg...

GODI POPolo - EDWARDS HAND

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Tre dischi pubblicati tra il 1969 e il 1971 e poi più niente, se però ci limitassimo a questi sterili dati faremmo un torto ad una band inglese che nel suo piccolo contribuì alla costruzione di quello che nella generazione IPod viene chiamato "baroque pop". Gli Edwards Hand band nata dalle ceneri dei Piccadilly Lane (gruppo con all'attivo un solo disco, "The Huge World of Emily Small", pubblicato nel 1968) era formata da due musicisti inglesi, Rod Edwards e Roger Hand, e vanno ricordati anche per essere stati la prima band prodotta da George Martin dopo lo scioglimento degli The Beatles, collaborando con loro durante le pause della registrazione del White Album. Il loro primo omonimo album è una mirabile raccolta di canzoni pop (undici brani tutti scritti dal duo, ad eccezione di "If I Thought You'd Ever Change Your Mind" per mano di Joe Cameron) dove è si marcata la produzione di Martin, orchestrazioni e sonorità pastorali senza mai scadere ...

DOCTOR WU CLASSIC: HOME TO MYSELF - MELISSA MANCHESTER

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Uscito nel 1973 il primo album di Melissa Manchester  contiene già i prodromi di quel genere musicale inclassificabile che sta al confine tra rock, jazz, pop e canzone d'autore. In questo caso il disco è si con una marcata impronta cantautorale, nonostante sia prevalentemente un lavoro a due mani, con i testi scritti da Carole Bayer Sager e le musiche composte dalla stessa Manchester ,(esclusi tre brani, questi tutti farina del sacco di Melissa) ma nel suo svolgimento cerca la sponda verso il pubblico che ascoltava prodotti di grana più grossa. Scommessa vinta, perché l'album entrò nella Hot 200 di Billboard, considerando che non è un lavoro di impatto immediato; altra educazione musicale in chi ascoltava verrebbe da pensare, o più semplicemente il buon gusto non era una cosa andata smarrita, basti pensare che cantanti come Carole King, Joni Mitchell e seppur in modo trasversale anche Laura Nyro erano stabilmente nelle prime posizioni delle classifiche di vendita. Dell...

LOST AND FOUND: MUSIC AND DREAMS - ROBERT LESTER FOLSOM

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Ringrazio i coreani, ringrazio i tipi della "Riverman Music" che nel 2010 hanno ristampato un disco che all'epoca della sua uscita, 1976, ha tirato si e no 600 copie, il tipico caso di un'artista con pochi soldi in tasca e tante idee. Robert Lester Folsom poteva essere un nuovo idolo per chi trovava godimento nell'ascoltare la musica "gentile" che arrivava dalla costa ovest degli Stati Uniti, quella impreziosita dal folk e dal pop sapido in stile Todd Rundgren. Invece, come spesso accade, "Music and Dreams", primo e unico disco di Lester Folsom, rimarrà nell'oblio per quasi 35 anni, prima che qualche illuminato ci facesse dono di si tanta meraviglia.  Nativo di Lowndes County in Georgia, la storia di Folsom è uguale a quella di tanti musicisti in erba che hanno provato a dare corpo alle proprie passioni cercando di mettere su vinile quello che suonavano nei garage di casa insieme agli amici. Un'educazione musicale ricevuta dai ...

UNA CANZONE: VISIONS - STEVIE WONDER

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Visions è una piccola perla incastonata in un album di meraviglie quale fu "Innervisions", il disco più bello creato dalla penna di Stevie Wonder. Innervisions uscì nel 1973 ma potrebbe essere uscito ieri: la società occidentale ancora oggi si porta dietro come dei fardelli situazioni mai risolte, dal razzismo, alla povertà, alla diffusione dilagante di sostanze stupefacenti, eroina allora, cocaina adesso. Wonder descrive la società americana di allora come mai nessuno aveva fatto, e se qualcuno avesse conoscenza del cantante afroamericano soltanto per le canzoni più orecchiabili, penserà che si tratti di un'altra persona. Aveva 23 anni quando uscì il disco, e la sfrontatezza di prendere di petto il marcio che girava intorno per costruirci sopra degli inni come "Livin' for the City" e "Higher Ground". Visions, oggetto del post di oggi, arriva come secondo brano del disco, all'apparenza è come una piccola oasi di serenità all'interno di...

IL LUNGO ADDIO: IAN MC LAGAN 1945 - 2014

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Dopo pochi giorni dalla dipartita di Bobby Keys, storico sassofonista ricordato principalmente per aver collaborato con i Rolling Stones, nonché grande amico di Keith Richards, anche un altro grande musicista ci ha lasciato: Ian Mc Lagan, tastierista degli Small Faces e successivamente nei Faces. Apprezzato nel nostro paese da un piccolo ma consistente zoccolo duro di appassionati, ahimè qui la pietra di paragone per i tastieristi era all'epoca Keith Emerson, come se il suonare le tastiere fosse considerato un mestiere da funamboli e circensi. Per fortuna il tempo ha reso giustizia allo stile asciutto e mai ridondante di Mc Laghan, autentica anima soul degli Small Faces. Mi piace ricordarlo con uno dei brani manifesto della band, quella "Tin Soldier" che è la sintesi del suono britannico a cavallo tra il rock intriso di blues e il soul di oltreoceano. In poche parole l'essenza Mod è tutta qui.