lunedì 27 gennaio 2014

GIORNATA DELLA MEMORIA: RICORDO DI MATHIAS SINDELAR


Da un mio vecchio post scritto nel giugno del 2010 tratto dall'ormai abbandonato mio blog di calcio
un ricordo, nella giornata della memoria, di Mathias Sindelar.

L'uomo cartavelina, il Mozart del pallone, così veniva appellato il grande centravanti austriaco degli anni '30 Mathias Sindelar. Cartavelina per la sua magrezza che pareva fatto di aria, Mozart per le sue doti tecniche abbinate alla velocità di farsi trovare sempre pronto sotto porta e per le sue doti realizzative. I viola dell'Austria Vienna erano la sua casa, la nazionale austriaca lo squadrone dell'epoca dove venne sublimata la sua arte pedatoria. Il "Wunderteam" austriaco in due anni colleziona dodici vittorie, due sconfitte e due pareggi con sessantatre goal segnati, di cui 27 realizzati da Sindelar e soltanto venti subiti, entrando così nella leggenda del calcio di tutti i tempi. Una rete in particolare realizzata contro l'Inghilterra nel 1936, anticipa di cinquant'anni l'impresa di Maradona a Mexico'86; conquistata la palla a centrocampo scarta mezza squadra inglese per poi depositare la palla in rete. Di origini ebraiche, intorno a lui inizierà a stringersi come ad altri suoi connazionali la tragica cappa del nazismo, culminata con l'annessione dell'Austria da parte della Germania hitleriana. Rifiutandosi di andare a giocare presso altri club europei per rimanere nella sua Vienna, Sindelar sarà ricordato anche e sopratutto nell'aver detto "no" ad Hitler all'annessione del "Wunderteam" nella nazionale di Germania, rifiutando di indossare la maglia rossa con la croce uncinata ed andando così incontro in maniera consapevole al suo tragico destino. C'è una data in particolare che viene ricordata come quella dell'ultima grande partita di Sindelar con la nazionale austriaca; fu quella disputata al Prater di Vienna addobbato di croci uncinate, il 3 Aprile 1938 per sancire la fusione tra le nazionali di Germania ed Austria. In uno stadio stracolmo, Sindelar prese per mano la squadra e la condusse alla vittoria per 2 a 0. Ma fu la danza di gioia dopo il primo goal, inscenata sotto i gerarchi nazisti e il rifiuto di fare il saluto a braccio teso dopo il match a renderlo ancora più inviso ai papaveri tedeschi che non gli perdoneranno mai più il comportamento di quella giornata. Sindelar giocherà ancora qualche partita ma solo perchè la Gestapo, che lo pedina giorno e notte, glielo permette a causa della sua popolarità, poi improvvisamente il buio.
Mathias Sindelar fu trovato morto il 23 gennaio 1939 nel suo modesto appartamento insieme alla sua compagna Camilla Castagnola. Si parlò di suicidio, di omicidio politico e di una stufa killer a causa del monossido di carbonio sprigionato. Non si saprà mai, anche perchè la Gestapo farà sparire in fretta i rapporti del caso.
Pochi giorni dopo, in un funerale degno di un eroe omerico, quarantamila viennesi piangeranno al passaggio della bara di un uomo che con la sua dignità non volle piegarsi alla barbarie nazista
e che forse in quel suo saluto rifiutato dette un motivo di speranza e di resistenza a chi si apprestava a vivere tempi bui.


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