lunedì 25 marzo 2013

DOCTOR WU PRESENTS: MARCELLO ! - A JOURNEY INTO ITALIAN GROOVY STYLE

Ecco a voi un'altra compilation pubblicata in origine su Mixcloud dedicata allo stile italiano in musica. Quindi brani da soundtrack, bossa groove, shake, il tutto in 18 pezzi dal passato ma anche recenti. Spero che possa piacervi e che vi regali quelle buone vibrazioni che mi hanno trasmesso nel cucirla. Quindi, buon ascolto!


martedì 19 marzo 2013

THE SCREAMING EAGLE OF SOUL: CHARLES BRADLEY



Cuoco, imitatore, homeless e infine cantante, questa in sintesi la vita di Charles Bradley, artista afroamericano che alla tenera età di 64 anni è arrivato ad incidere il suo secondo album, "Victim of Love", in uscita il prossimo 2 di aprile per la Daptone Records, etichetta specializzata in operazioni di "retrofuturo", dal momento che le loro produzioni si distinguono per un marcato accento sixties oriented per quanto riguarda soul e funk. Una vita non certo noiosa quella di Bradley. Nativo di Gainesville in Florida, cresciuto dalla nonna fino all'età di 8 anni, Bradley se ne andrà poi a Brooklyn per vivere insieme a sua madre, dove nel 1962, assistendo insieme alla sorella ad un esibizione di James Brown all'Apollo Theatre, ebbe l'illuminazione che dal quel giorno sarebbe stato lui in pensieri, parole, opere, omissioni, nonché nell'ugola. Si perché il nostro oltre ad imitare nello stile e nella voce il padrino del soul, si esibirà poi nei locali di mezza america a nome "Black Velvet" una specie di "One Man Cover Band" di James Brown e C.
Nel mezzo metteteci che Bradley, da adolescente, è vissuto da clochard per due anni nelle strade e nella metropolitana di New York, poi ha lavorato come cuoco prima di intraprendere un viaggio in autostop che lo ha portato fino in California, dove iniziò ad esibirsi come "Black Velvet". Ah, tra una canzone e l'altra ha rischiato anche di morire, a causa di un'allergia alla penicillina dopo essere stato ricoverato in ospedale per cause che non conosco, e si è ritrovato sulla scena del crimine dove è stato accoppato suo fratello.
La fortuna, se così si può dire, girerà a favore di Bradley nel 2002 dove fu notato in un club da Gabriel Roth, uno dei co-fondatori della Daptone Records e dopo una serie di singoli, nel 2011 vedrà la luce il suo primo album "No Time for Dreaming". Tra pochi giorni, come detto, uscirà il suo secondo lavoro, "Victim of Love" e non crediate che Bradley, nonostante le affinità con James Brown, non abbia personalità. Il disco è molto bello, l'ambito come detto è quello del soul degli anni d'oro e lui ci mette davvero l'anima per far sentire che non è soltanto un imitatore.

venerdì 15 marzo 2013

VOTA E FAI VOTARE


Niente paura, non si tratta di una nuova tornata elettorale. Più prosaicamente parliamo della "Targa MEI Musicletter - Indie Blog Award 2013", premio destinato al miglior blog indipendente di informazione culturale e musicale. Come fare a votare?
Cliccate qui:
https://www.facebook.com/ IndieBlogAward


Verrete indirizzati ad una pagina Facebook (TARGA MEI MUSICLETTER –Indie Blog Award 2013)
Qui, in corrispondenza del primo post che incontrate (del 7 marzo, descrittivo del Concorso), cliccate su Commenti.
Scorrete, fino a trovare quello inserito da Leo Giovannini (cioè io) dove candido http://wudoctor.blogspot.it/.
Ora cliccate su "Mi piace" e avrete dato il vostro voto.

Ringrazio, Irriverent Escapade, assidua lettrice e commentatrice del blog, nonché amica, che mi ha "spronato" ad imbastire questa cosa. Quindi, se vi va, votate e fate votare: farete contenti il sottoscritto e pure il Padrino del Soul che è nei cieli e tutti gli angioletti funk.


giovedì 14 marzo 2013

BROOK BENTON vs. BOZ SCAGGS: RAINY NIGHT IN GEORGIA


Oggi sfida ai massimi livelli per il classicone scritto da Tony Joe White nel 1962 e portato al successo da Brook Benton nel 1970. Brano cantato da una miriade di artisti, tra cui il grande Boz Scaggs, dove nel suo ultimo album "Memphis" ne da una versione carica di sensualità. Nello stesso anno della cover di Benton anche David Ruffin incise il brano per la Motown Records, che però non vide mai la luce. La cover più "particolare" è invece quella di Prince Buster, riscrisse il testo in versione reggae, con esplicite allusione sessuali, cambiando il titolo in "Big Five". Per il sottoscritto un buon pareggio, mi piacciono ambedue le versioni.


lunedì 11 marzo 2013

NOTTAMBULI: BRUNO MARTINO


Quando nel 1960 Bruno Martino incise "Estate", forse non avrebbe immaginato che insieme a "Nel Blu Dipinto di Blu" sarebbe diventata la canzone italiana più conosciuta all'estero. La fortuna di "Estate" e del suo autore la dobbiamo a Joao Gilberto che la riarrangiò in versione bossa nova e la fece conoscere al mondo intero. Divenuta uno standard, la canzone è stata eseguita dai migliori jazzisti del tempo, tra le mie preferite quelle di Chet Baker, Michel Petrucciani e Shirley Horn e tra i numerosi artisti italiani che si sono cimentati con il brano, cito Vinicio Capossela.
E pensare che Bruno Martino è diventato cantante per caso, dovendo sostituire la voce solista della sua orchestra durante un concerto.
Bruno Martino mosse i suoi primi passi come pianista nell'Orchestra 013 di Piero Piccioni, in Rai, per poi "emigrare" nel nord europa dove con la sua jazz band ebbe un buon successo grazie al suo lavoro di sintesi, se così si può chiamare, che consisteva nel mischiare il jazz alla canzone tradizionale napoletana e proprie composizioni. Non solo per "Estate" è noto Bruno Martino; voglio ricordare altre belle canzoni come "E la chiamano Estate", "Cos'hai Trovato In Lui" e "Baciami Per Domani".
Un crooner dalla voce elegante e raffinata, un'arte che in Italia, come molte altre cose, sembra andata perduta.


mercoledì 6 marzo 2013

IT'S MY LIFE I'M FIGTHING FOR: LEON THOMAS


E' uscita da poco una bella compilation del cantante e musicista afroamericano Leon Thomas, "The Creator", raccolta che racconta in maniera esauriente la carriera dell'artista.  Leon Thomas ha inciso come solista 4 album per la prestigiosa etichetta Flying Dutchman Records, ha collaborato con il jazzman Pharoah Sanders per quattro album - insieme hanno inciso il brano più conosciuto di Leon, "The Creator Has a Master Plan"-  ed è stato anche nella band di Santana in due lavori del chitarrista americano, "Welcome" e "Lotus". Un'artista poliedrico il nostro, dallo stile vocale che ha ispirato molti cantanti , uno su tutti il nostro Demetrio Stratos, e la sua capacità di mischiare soul, jazz e blues ne hanno fatto un punto di riferimento per gli artisti della scena acid-jazz, uno su tutti i Galliano. Altamente consigliato.


domenica 3 marzo 2013

IL LUNGO ADDIO: ARMANDO TROVAJOLI (1917-2013)



Se n'è andato uno tra i più grandi musicisti che l'Italia abbia mai avuto, autore di innumerevoli colonne sonore per il cinema e la televisione nonché di alcune tra le commedie musicali più famose, come "Rugantino" di Garinei e Giovannini. Tra le mie preferite le ost che potete ascoltare sotto, "La famiglia Benvenuti" e "Una Magnum Special per Tony Saitta".



sabato 2 marzo 2013

YOUR LOVE IS KING (SHE'S SO COOL)


Quando nell'autunno del 1984 avemmo modo di ascoltare la voce e ammirare la raffinatezza dei modi della cantante anglo-nigeriana Sade, molti tirarono un sospiro di sollievo nel constatare che era possibile tornare a ballare e ad ascoltare musiche che avevano per base la sobrietà, sia come estetica che come sonorità, dopo le esagerazioni pacchiane dei new romantics e del techno pop. Si riascoltavano, rielaborate in maniera moderna, tutti quei suoni patrimonio di un'epoca passata, il jazz ed il soul degli anni cinquanta e sessanta e Sade, insieme ad altri artisti inglesi, penso agli Style Council, gli EBTG, Carmel, i Working Week e gli Animal Nightlife, furono i portavoce di quel movimento che andò sotto il nome di new-cool, l'antesignano di quel che fu poi conosciuto come acid-jazz. Ritornava la musica suonata senza i suoni di plastica che allora andavano per la maggiore, drum-machine e paccottiglia varia, per molti fu una scoperta, per altri un ritorno alla musica "fisica e carnale".  Sade insieme al suo gruppo formato da un trio di musicisti inseparabili, al secolo Stewart Matthewman, sax e chitarra, Andrew Hale alle tastiere e Paul S. Denman alla batteria, diedero alla luce un album, "Diamond Life", che sarà un vero e proprio diamante di luce pura che illuminerà la decade degli anni ottanta, divenendo un termine di paragone per quanti si cimentarono nel genere. Una voce bassa e ricca di armoniche quella di Sade, che produce una musica raffinata e pacata, dalle melodie cantabili e ben supportate dal gruppo, un'alchimia che riuscì a piazzare l'album nella top 40 britannica per ben undici settimane. Da noi, per quel che mi ricordo, "Diamond Life" arrivò quasi di soppiatto nelle radio e nelle case, presi dall'ubriacatura dei media mainstream verso giovanotti di dubbia levatura artistica, sennonchè tale fu la bellezza di quelle canzoni che ben presto tutti si arresero al talento e alla bellezza della cantante di Clacton-on Sea. Un disco invecchiato bene e molto, oserei dire, che allieta ancora oggi le orecchie di quanti amarono quei suoni. E non date ascolto a chi vi dirà che è un disco troppo levigato e di maniera, lasciate che godano i vostri sensi.