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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

IL LUNGO ADDIO: SHARON TANDY (1943-2015)

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Antefatto: ho appreso con rammarico dall'amico Tarkus della recente scomparsa di Sharon Tandy, interprete di origine sudafricana non molto conosciuta a queste latitudini ma molto apprezzata nel giro Mod. Lo scorso maggio sul mio vecchio blog postai un articolo sulla cantante dal titolo "Sharon Nel Paese Dei Balocchi" che vorrei riproporre oggi, in forma riveduta e corretta. Questa storia assomiglia ad una fiaba, la protagonista è una timida ragazza sudafricana innamorata della musica. E come in tutte le fiabe che si rispettano la ragazza si innamora di un principe, anche lui sudafricano, trasferitosi dal 1958 in Gran Bretagna, e che costui, diversamente dalle fiabe, non cavalcava destrieri ma bensì la divisione UK della Atlantic Records. Frank Fenter, questo il nome del principe (passerà alla storia come il manager che metterà sotto contratto band come Led Zeppelin, Yes e King Crimson) di ritorno nel paese natìo e conosciuta la nostra “cenerentola” cosa fa? Dic...

NOVITA' - SILK RHODES

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Come D'Angelo anche i Silk Rhodes (un duo, il produttore Michael Collins e il vocalist Sasha Desree) hanno messo il sigillo al 2014; il loro omonimo disco è infatti uscito per l'etichetta Stones Throw il 15 Dicembre, e al pari del genio di Richmond ci troviamo davanti ad uno dei migliori dischi di soul funk usciti recentemente. Pescano a piene mani nel soul del passato i Silk Rhodes, anni 70 riciclati in poco più di mezzora, canzoni appena abbozzate che solo in pochi casi superano i tre minuti di durata, quasi come se fossero degli schizzi lasciati a bella posta per essere finiti nell'immaginario di chi li ascolta; questo è l'effetto che danno, dapprima il sentimento provato è quasi di fastidio per quei brani appena accennati, successivamente il fastidio è sostituito dal piacere nel ricominciare ad ascoltare di nuovo per poterne cogliere tutte le sfumature. Se al primo ascolto i riferimenti che ti sovvengono sono quelli di Sly Stone e di Isaac Hayes, successivame...

CLASSICI: VOCAZIONE - ENZO CARELLA

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L'altro giorno, mentre stavo leggendo una discussione su Facebook, mi ha colpito il commento di un utente il quale affermava che in Italia a livello di musica pop siamo tornati indietro agli anni 50, ovvero"siamo tornati all'epoca di Pat Boone". L'affermazione è da sottoscrivere in quanto, ora come allora, le classifiche di vendita sono piene di cantanti innocui che raccontano di angosce sentimentali, apprezzati e approvati dai genitori e dai nonni (ahi) e quindi ritenuti adatti per la loro giovane prole (si parla di adolescenti). Insomma di artisti che del pop ne fanno uno stato dell'arte o provano a dire qualcosa di originale almeno per adesso qui in Italia sembra che non ci sia niente in vista (non mi vorrete mica spacciare per nuovi Dente e compagnia, vero?) e tanto meno di apprezzabile per le mie trombe di eustachio, quindi spero che mi scuserete se per l'ennesima volta devo andare indietro nel tempo per cercare un esempio di quello che era la ...

IL LUNGO ADDIO: MIKE PORCARO 1955 - 2015

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Mike Porcaro è stato il bassista della band dei Toto, subentrato a David Hungate nel 1982, e secondo dei tre fratelli Porcaro, Jeff e Steve anche loro nella band. Detto che i Toto sono da sempre una delle band (insieme agli Eagles) che gli appassionati di rock amano sbeffeggiare (diciamolo senza perifrasi, li prendono bellamente per il culo, quando non vengono proprio odiati a prescindere) è giusto ricordare che i Toto con il rock inteso come genere hanno poco o niente a che fare, essendo riusciti a creare uno stile che lo comprendeva, insieme al pop sofisticato, al soul e all'r'n'b. I Toto sono stati autori di alcune tra le più belle ballate di pop raffinato e tanto mi basta. Come ad esempio "I'll Be Over You", tratta dall'album "Farenheit" del 1986, canzone che vede ai cori Michael Mc Donald e il povero Mike Porcaro al basso. Mike Porcaro, così come gli altri componenti della band, sono stati descritti come "i migliori musicisti del pia...

NOVITA': TUXEDO

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Ne avete abbastanza degli anni settanta? Non ne potete più delle feste a tema disco music con i soliti tre brani tre sparati dal dj di turno? I pantaloni a zampa di elefante e le acconciature afro vi fanno venire la pellagra? Le band di retro soul vi sembra che suonino tutte allo stesso modo ? Se le risposte sono affermative, allora siete pronti per un altro giro nella giostra del revival, andando avanti di un decennio, anni ottanta si, ma nei suoi primi vagiti. Chissà se anche Mayer Hawthorne e Jake One hanno avuto un rigurgito da Studio 54 al momento di mettere in piedi il progetto Tuxedo. La collaborazione tra i due artisti ha inizio nel 2006, come scambio di mixtapes, e tre brani usciti nel 2013 con un certo alone di mistero soltanto in download. Da questo siamo passati poi ad un intero album a nome Tuxedo uscito nel giorno del mio compleanno, lo scorso 3 marzo. Come detto, i due artisti si sono focalizzati sulla disco funk dei primi anni ottanta, quindi fuori le zeppe e le...

CLASSICI: GET THE KNACK - THE KNACK (1979)

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Quando nel 1979 uscì "Get The Knack" il sottoscritto era impaniato "anema e core" con la musica dei Beatles e affini, capirete quindi che il disco dei The Knack fu come acqua fresca, e il power pop che sgorgava da quei solchi era la definitiva pietra tombale sul progressive (in particolare su quello che girava a fine anni settanta, uno smartellamento onanistico e tedioso) che aveva già avuto dal punk una bella mazzata. A differenza di quest'ultimo con il power pop sembrava davvero di essere tornati all'epoca delle canzoni da turbe adolescenziali, micidiali ritornelli e melodie semplici corroborate da un sound chitarristico preciso e potente, con il minimo sindacale di assoli, e con la certezza di ascoltare canzoni che non se la tiravano troppo. Ma non è questo il post per fare un'esegesi del power pop, quindi ritorniamo a "Get The Knack". Moltissime le analogie con i primi album dei quattro di Liverpool, dalla copertina ispirata al ...

CLASSICI: STRANGE KIND OF LOVE - LOVE AND MONEY (1988)

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Infausto sia chi ha coniato il termine easy listening, e sciagurati siano quelli che si attaccano ai pregiudizi che può evocare l'espressione (ci mettiamo anche il pop qui dentro, ma si dai) come scusante per evitare di ascoltare quegli artisti e quei dischi che potrebbero regalar loro anche solo per un breve attimo una piccola emozione. E maledetta sia la preclusione che si ha di fronte a determinati musicisti, in questo caso l'imputato è Jeff Porcaro, che si, bravo tecnicamente, ma freddo, brrrr, vuoi mettere con chi sa a malapena tenere in mano due bacchette. Sembra di sentirli: il non saper suonare a volte può essere un pregio. Si, forse lo sarà per alcuni, non per me, fermamente convinto da sempre che la forma e l'estetica sonora vadano a braccetto con la creatività: volete un altro nome ? Gino Vannelli ! Oppure portiamo ad esempio un disco del 1988, dove Porcaro suona in tutti i brani di una band scozzese e come un metronomo ne scandisce ogni singola canzone ren...