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Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

NOVITA': THE MADS - WHAT I NEED/VIRTUAL WORLD

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Nel mio mondo ideale The Mads scalerebbero le classifiche dello stivale e li trovereste al posto dei Modà o dei Dear Jack, li vedreste in televisione al posto di Emma e di Piero Pelù, li ascoltereste in heavy rotation nelle stazioni FM. Per adesso, nell'attesa forse vana che l'ascoltatore italiano medio rinsavisca, ascoltiamo il nuovo, grande singolo dei The Mads, 45 giri in doppio lato A in uscita per l'etichetta Areapirata.  The Mads, formatisi a Milano nel 1979 sono stati una tra le prime, se non la prima band Mod italiana e dopo aver editato lo scorso mese di Agosto un EP di cover adesso escono con due nuove canzoni vergate da loro stessi: "What I Need" scritta da Marco Pertusati, chitarra e voce portante del gruppo è un richiamo alle sonorità beatlesiane dall'impatto modernista, impreziosita dai ricami in stile jingle jangle della chitarra di Tony Graziani, "Virtual World" per la penna di Luis Bergamaschi vi porta invece dalle parti di Re...

UNA CANZONE: THIS STRANGE EFFECT

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"This Strange Effect" è uno dei tanti gioielli scritti da Ray Davies nel corso della sua carriera, portato al successo nel 1965 da Dave Berry che ne incise la prima versione. Fermatosi al nr. 37 della chart inglese il brano arrivò al nr. 1 della classifica belga e olandese, paesi nei quali Berry divenne una vera e propria star. Dave Berry, cantante di ballate pop confidenziali ed r'n'b non è molto conosciuto in Italia, tranne forse per "The Crying Game", bellissima torch song usata in film e serie tv; mi viene in mente la scena clou de "La moglie del soldato", e va ricordata anche per la bella cover che ne fece Boy George. Ritornando a "This Strange Effect", la voce di Berry riesce a rendere ancora più intrigante il brano, una ballad sognante, tanto languida nel senso di dolce abbandono, che misteriosa, al punto che la cover fatta dalla band belga degli Hooverphonic nel 1998 mette in risalto la parte iniziale facendola div...

NOVITA': CURTIS HARDING - SOUL POWER

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Strana storia l'uscita di questo album: lo scorso Maggio è stato pubblicato negli States e in Europa è arrivato nei negozi da poco. Quindi è probabile che lo conosciate già, così come qualcuno avrà già letto questo post che pubblicai nel Maggio del 2014 su un mio vecchio blog ormai chiuso. Visto che il personaggio così come il disco sono altamente raccomandabili e meritano più di un ascolto, ve lo ripropongo, magari troverà nuovi lettori e il nostro Curtis nuovi adepti. Eccolo qua: L’uomo che fuma in copertina, rigorosamente in bianco e nero, sarà a breve la vostra prossima ossessione. Curtis Harding non è arrivato per caso, Curtis Harding ha il tiro di Al Green e la rabbia di un bluesman, le sue canzoni respirano con il soul ma lui è intelligente da non farlo sembrare troppo retrò. Curtis Harding non disdegna le chitarre e ve le fa ascoltare; quelle garage però. Curtis Harding è stato backing vocal di Cee Lo Green, ha lavorato con gli Outkast ma poi si è rotto le scatole...

NOVITA' - MARK RONSON - UPTOWN SPECIAL

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A Marc Ronson sono grato per due cose: la prima è stata quella di essere stato il produttore di "Back to Black" di Amy Winehouse, la seconda, forse più importante dell'altra, è quella di avermi fatto digerire una canzone di Bruno Mars. "Uptown Funk", appunto, è il tormentone che da due mesi a questa parte sta spopolando nelle classifiche di mezzo mondo, sorta di bignamino Princian-Michaeljacksiano, (scusate il pessimo neologismo), tratto dall'ultimo album del produttore inglese "Uptown Special", di cui andremo a parlare. Se per il lavoro di D'Angelo e The Vanguard abbiamo parlato di una sorta di evoluzione della musica soul prendendo spunto da quello che c'è stato nel passato, questo album invece ne rappresenta l'antitesi. Qui infatti è il revival del genere, ma non solo di questo come vedremo, la cifra che lo rappresenta, soul ri-elaborato in chiave pop per scalare le classifiche e da quel che ho potuto ascoltare direi che il compit...

RITORNI: BLACK MESSIAH - D'ANGELO AND THE VANGUARD

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Dei due paladini del così detto neo-soul, ovvero Maxwell e D'Angelo, del primo ogni tanto esce fuori qualcosa dalla sua pagina facebook, lo vediamo impegnato sulle spiagge dorate in quel di Dubai, tra cocktails e fiche, lontano comunque, fino a prova contraria, dalle sale di incisione da cui manca dal 2009, del secondo le poche notizie disponibili ce lo davano quasi per spacciato, perso tra sostanze più o meno lecite e crisi esistenziali. Capirete quindi quale sorpresa sia stata quando lo scorso 14 Dicembre il nostro ha annunciato al mondo l'uscita di un nuovo lavoro, "Black Messiah", dopo ben 14 anni di silenzio. Come dire: "fate e suonate tutto quello che volete, io intanto mi prendo una pausa e quando tornerò state pur certi che il mio suono manderà a puttane tutto quello che avete fatto in questo lasso di tempo".  D'angelo non avrà certo pensato una cosa del genere, ma ascoltando il disco ci si va molto vicino, perché "Black Messiah" è...

UNA CANZONE: SUPERSTAR

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Antefatto: "Superstar" in principio era conosciuta come "Groupie", motivo scritto da Bonnie Bramlett e Leon Russell e cantata nella versione originale dal duo Delaney & Bonnie, ed ha per argomento, come si può intuire dal titolo, la storia di una ragazza innamorata di una rockstar, ma sostanzialmente è una canzone che parla di solitudine. La versione originale sarà quella dalle atmosfere più blues e soul che non nelle successive reinterpretazioni che ne furono fatte e ad oggi, se pensiamo alla tragica fine di Karen Carpenter, la cover che ne fecero i Carpenters risulta quella più convincente, nonché quella dal maggior successo. Fu Richard Carpenter che una volta ascoltata la versione cantata da Bette Midler decise di farne un 45 giri, rielaborandone l'arrangiamento e cambiando una parte della strofa del brano, dove "and i can hardly wait to sleep with you again" divenne "and i can can hardly wait to be with you again", questo per re...

LOST AND FOUND: THE BLACK AND WHITE OF IT IS BLUES - JOANNE VENT

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Joanne Vent realizzò il suo solo ed unico long playing, "The Black And White Of It Is Blues", nel 1969 (l'ultimo suo disco è un 45 giri, "Call My Name" uscito nel 1975) e probabilmente avrà creduto e sperato di avere una carriera luminosa davanti a se, e non di finire a fare la corista per altri artisti, come ad esempio per Lou Reed (in "Coney Island Baby" e "Sally Can't Dance) o per Paul Jones nel suo album "Crucifix in a Horseshoe" per finire con l'artista country Jerry Jeff Walker. Un peccato perché il disco è davvero bello e la nostra Joanne dimostrava di avere doti canore eccellenti, una voce nata per cantare il blues ed il soul e le undici canzoni del disco sono lì a dimostrarlo. A vederla in copertina sembra una delle tante folksinger di fine anni sessanta, ma appena attacca "God Bless The Child", brano reso celebre da Billie Holiday, capiamo da subito che la sua voce non è stentorea e delicata ma una vera...